Fin, Olivia e Joe sono davvero bravi ad avvicinarsi, allontanarsi, avvicinarsi, ognuno c'è quando serve e ognuno trova l'amico quando ne ha bisogno.
Fin esce da una condizione protetta, muore il suo vecchio amico e si trova nel mondo, un mondo marginale e piccolo, in una casa lasciatagli in eredità dall'amico; una situazione simile per certi versi a quella di Chance (Peter Sellers), ma Fin (un bravissimo Peter Dinklage) è più fortunato, è più giovane e capisce di più.
Thomas McCarthy fa pochi film, e davvero buoni, questo (e non solo) cercatelo - Ismaele
The Station Agent è come uno scatolo in cui tirate tre dadi ed
ottenete sempre un sei per ognuno di loro, sempre il massimo. Quei tre dadi
sono i tre protagonisti. Non ha importanza come siano fatte le facce dello
scatolo, quei dadi si scontreranno e s’incontreranno l’uno con l’altro creando
un’armonia perfetta pur rimanendo dei semplicissimi dadi, oggetti senza una
grande importanza, di nessuna particolare bellezza, ed è questo che sono i tre
personaggi Finn, Olivia e Joe…
Sono due le
intelligenti e "scandalose" idee alla base di Station
Agent: la prima è quella
di regalare un ruolo da protagonista ad un uomo affetto da nanismo: un nano,
per usare un termine oggi non politicamente corretto. La seconda è quella di
essere un film dove - perlomeno in apparenza - non accade assolutamente nulla,
dove la quotidianità, nei suoi elementi più essenziali e persino banali, è alla
base dell'intero racconto e dove proprio grazie a questo il racconto si fa
profondo e coinvolgente…
…Dal forte contenuto
emotivo e la capacità di colpire lo spettatore con le cose più semplici, la
sceneggiatura di McCarthy trova
il suo punto di forza nel trio di veri amici (Peter Dinklage - Bobby
Cannavale - Patricia Clarkson) più awesome della storia del cinema
(interpretati egregiamente, come solo i grandi attori sanno fare).
It's really funny how people see me and treat me,
since I'm really just a simple, boring person. So says Finbar McBride, the hero
of "The Station Agent." Nothing in life interests him more than trains.
Model trains, real trains, books about trains. He likes trains. Finbar is a
dwarf, and nothing about him interests other people more than his height. It's
as if he's always walking in as the next topic of conversation. His response is
to live in solitude. This works splendidly as a defense mechanism, but leaves
him deeply lonely, not that he'd ever admit it…
…"The Station Agent" makes it clear that too
many people make it all the way to adulthood without manners enough to look at
a little person without making a comment. It isn't necessarily a rude comment
-- it's that any comment at all is rude. In a way, the whole movie builds up to
a scene in a bar. A scene that makes it clear why Finbar does not enjoy going
to bars. The bar contains a fair number of people so witless and cruel that
they must point and laugh, as if Finbar has somehow chosen his height in order
to invite their moronic behavior. Finally he climbs up on a table and shouts,
"Here I am! Take a look!" And that is the moment you realize there is
no good reason why Peter Dinklage could not play Braveheart.
…Descubriendo la Amistad logra esa accesibilidad por su falta de
pretensiones, nunca busca que nos compadezcamos de Olivia y su manera de vida
tan autodestructiva, ni que apoyemos a Fin cuando se da cuenta que saliendo de
su ostra también puede cazar un tren de carga. Es cierto, en su opera prima
Thomas McCarthy se vale de escenas con diálogos que a la larga no nos dicen
mucho, viñetas poco ortodoxas y personajes en pleno aburrimiento, pero lejos de
ser un defecto, esto se puede justificar tomando en cuenta que lo único que
desea es mostrar el desencanto de sus personajes. ¿Se le puede reprochar
esto?...
…Une œuvre généreuse, où les différences s'estompent face au vécu de
chacun.
da qui
Felice che ti sia piaciuto così tanto!
RispondiEliminaGrazie per la citazione.
e per completezza adesso guardo "Win win" :)
RispondiEliminavisto che è per colpa tua che l'ho guardato, la citazione è solo 'noblesse oblige'