"Caterpillar" è un film antimilitarista, critico delle strutture sociali e dei rapporti di violenza dell'uomo sulla donna, e molte altre cose, chi vedrà capirà quanto c'è dentro.
Shigeko, la protagonista, è indimenticabile.
Wakamatsu fa Cinema, e anche questo è un film da non perdere - Ismaele
…La
critica dell’espansionismo imperialista passa per la distanza esistente tra la
retorica di regime (il falso solenne, l’artefatto politico) e la tragica realtà
del ritorno dal fronte. La forza persuasiva dell’informazione deviata finisce
così per condurre a epiloghi comici, quando due abitanti del villaggio
incontrando il tenente Kurokawa vestito della divisa e trasportato in una
carriola lo appellano “dio della guerra” e gli chiedono “come va la salute?”.
L’addestramento degli abitanti del villaggio, idilliaca oasi di pace lontana
dal teatro delle operazioni, si tramuta in una sorta di parodia; le ripetute
celebrazioni in onore del tenente Kurokawa sono canzonate dallo scemo del
villaggio (vero controcanto dell’enfasi mistificatoria del potere) e si devono
misurare con gli impietosi primissimi piani su mutilazioni e ustioni del
reduce. Il montaggio alternato è qui serratissimo, con le onorificenze di
guerra e la divisa attentamente ripiegata a legare le inquadrature dedicate al
corpo e allo strazio della fisicità, che ripropongono uno dei temi centrali nel
cinema di Wakamatsu…
…La
bellezza dell’opera è infine debitrice dell’eccezionale prestazione di Terajima
Shinobu, che rende alla perfezione l’ampia gamma di sentimenti che caratterizza
il personaggio di Shigeko: l’orrore e lo spavento al ritorno del marito più che
mutilato, l’accettazione rassegnata del proprio ruolo familiare e sociale, la
maturazione del proposito di vendetta, il pentimento, la follia e la quiete
finale, una volta liberatasi, per sempre, del marito - padrone.
…Tadashi aside, the film also takes on another more
important and engrossing perspective through that of Tadashi's wife Shigeko
(Shinobu Terajima, who got the Silver Bear for Best Actress at last month's
Berlin Film Festival), intially shocked by the image of a husband who's more
than a cripple, being maimed both physically and emotionally, and to balance
that expectation set by society of the dutiful wife who will stand by her
husband no matter the costs, and live the vows of being there for better or for
worse. Keigo Kasuya may have the more technically challenging role of
expressing himself through his eyes only, but Shinobu Terajima brings forth her
character's development superbly, as one initially very reluctant and fearful
of other's perception, to one who learns how to capitalize the turning of
tables to dish out revenge long overdue, especially when she holds the upper
hand in rewarding good behaviour brownie points to a sex-addicted husband (yeah,
he can still function below the waist). In many ways, it's a close examination
of the live of the Japanese woman during war, and societal pressures put on
them at the time…
…Caterpillar inizia
e finisce tra le fiamme, inizia e finisce con la morte. Dalle immagini di
repertorio, che già avevano contraddistinto la messa in scena di United Red Army, alle sequenze
nella casa della famiglia Kurokawa e poi nel villaggio e nei campi, per
chiudere nuovamente con un calibratissimo e più che efficace utilizzo di found
footage: il fungo atomico, la devastazione, i corpi, i numeri dell'orrore. Caterpillar ammutolisce,
lascia basiti, può persino infastidire, respingere. E anche per questo è
un'opera dannatamente necessaria. Un'opera che allarga ancor di più gli
orizzonti e l'analisi di United Red Army,
rileggendo la storia del Giappone, ferita dopo ferita. Caterpillar è
una ferita nell'animo. È la ferita che ha portato alla generazione delle
contestazioni violente, è il prologo e la contestualizzazione di United Red Army. Caterpillar è
un uomo che striscia come un bruco verso il suo destino, è un amplesso rubato
seguito da un amplesso rubato seguito da un amplesso rubato, è lo shock insistito
dei flashback, della verità che non si vuole guardare, che il montaggio rende
insopportabile come uno schiaffo.
Malheureusement
le contenu de "Caterpillar" (« Le soldat Dieu ») s'arrête
presque au résumé fait ci-dessus (une femme s'occupe de son mari plus que
diminué). Car hormis la révélation cauchemardée d'un secret presque entièrement
contenu dans la première scène, le récit, pénible et laborieux, n'avance
jamais, tournant en rond autour d'interrogations stériles sur la nature des
"Dieu de guerres" décorés par l'empereur. On suppose que l'intention du
réalisateur est d'en faire un discours universel, valable pour tous les
conflits. Mais la forme, voyeuriste en diable, emplie de cris et colères certes
compréhensibles, mais rapidement inutiles et redondants, agace très vite…
…Il est
toujours agréable de constater qu’à plus de 70 ans un artiste peut encore être
aussi enragé que s’il en avait quarante de moins. C’est le constat qui vient
immédiatement à l’esprit à la vision de ce soldat dieu, dernier
film en date de Koji Wakamatsu, vétéran du cinéma japonais. Remarqué dans les
années 60 pour une série d’oeuvres extrêmes qui se rattachent à la nouvelle
vague nippone, le réalisateur n’a jamais fait mystère de son engagement contre
toute forme de guerre et de barbarie. Souvent trash, ses longs-métrages les
plus célèbres (Quand
l’embryon part braconner, Les anges
violés ou encore Va va vierge
pour la deuxième fois) ont marqué leur temps par leur jusqu’au-boutisme
formel et thématique…
…Koji
Wakamatsu ne nous épargne aucune humiliation dans ce rapport
sado-masochiste difficile à encaisser. Et il ne s’interdit
rien, allant jusqu’à filmer les ébats sexuels entre cette femme et cette chose,
devant le portrait de l’empereur et les décorations militaires. On pense
beaucoup à Johnny s’en va-t-en Guerre même si
le regard est totalement opposé mais également à l’Empire des Sens auquel
le réalisateur avait participé pour la relation de domination malsaine. En
résulte une oeuvre profondément dérangeante car elle pose des questions
essentielles sur les limites du sacrifice – cette femme vit un calvaire
insoutenable psychologiquement et physiquement – et nous balance à la gueule ce
qu’il y a de plus terrible et d’animal dans notre nature d’être humain.
…Wakamatsu
è sublime, nell’azzerare l’automatico dato sociologico, quand’anche
repentinamente politico, in laconica impersonalità genitale, ossessa ma mai
compiaciuta, come se l’immagine tutta non foss’altro che questa seppiosa – e
trita ritrita torta ritorta – fine indecorosa e pervertita dell’Impero (sempre
in The Sun di Sokurov, il generale MacArthur commenta,
riferendosi all’Imperatore: “È come un bambino”, non esimendosi tuttavia dal
dichiararlo criminale di guerra). Il torlo d’uovo non sarà più sodamente
inserito nella vagina come ne L’impero dei sensi, ma infranto con
violenza sul volto deturpato del caterpillar. Ciò che resta del corpo, coincide
con il vuoto di qualcosa che si consuma perché è in sé consumato: fatale
vigilia della bomba. Wakamatsu diluisce l’assunto di partenza – che può essere
tratto, come lui stesso ha più volte spiegato, anche solo da un trafiletto in
un giornale - in una zona fatta d’aria, di correnti, di pulsazioni (il
suo nome è film, niente a che vedere con facili etichette crtiche quali
cinema-pop), che vorrebbero oscillare esattamente nel punto fra il prima e il
dopo lo scoppio atomico, e inventarsi un mondo non più atomico proprio perché
per sempre nuclearizzato. Imamura, con Pioggia sporca, aveva
intrapreso appunto il racconto di questo sgomento anonimo, popolare e dunque
universale, che precede, e poi cede, alla bomba. Wakamatsu, come gli è proprio,
ne narra l’avverarsi, traducendone il picco esplosivo in disperata coazione a
ripetere.
Sono andato a controllare su wikipedia perchè avevo un dubbio su un film: Violent Virgin (1969), ed è suo anche quello. Certo che Wakamatsu ci ha lasciato una lista di film veramente corposa, dovrò decidarmi a recuperare qualcosa prima o poi.
RispondiEliminaè uno che stupisce e non delude, mica poco
Eliminarecupera, recupera:)
Lo diceva sempre mia madre: stai attento ai taxi!
RispondiEliminaSì, un film da non perdere, crudele però.
crudele, sì, non finge niente.
Eliminataxi qui ne passano pochi, non so bene a cosa ti riferisci, ma che occorra stare attenti a ogni cosa che si muove, e può far male, sono del tutto d'accordo:)