una storia lunga un giorno, e quasi tutti vogliono fuggire, verso la mecca che è Mosca.
bravi gli attori, l'ambientazione è ancora sovietica, ma il muro è caduto e ha lasciato ancora più macerie.
un film dolceamaro, una visione interessante, merita - Ismaele
…Anna Melikian
(classe 1976) ci regala con Mars un gioiellino capace di stupire con
melanconica dolcezza e, al contempo, di far pensare. Perché a questo film non
manca l'accesa fantasia visiva (vedi i riferimenti a Chagall così come alla
tradizione popolare) mista a un livello surreale che fa pensare a un Kaurismaki
che abbia passato la frontiera. Nella nuova Russia il denaro è riservato ai
ricchi. Gli altri vengono pagati 'in natura'. È geniale l'idea per cui,
essendoci in loco la più importante fabbrica di peluche ogni dipendente venga
ricompensato con dei pupazzi più o meno grandi a seconda della propria
prestazione. Toccherà poi ad ognuno di loro cercare di rivenderli ai passeggeri
dei treni che fanno sosta in una stazione nel cui atrio troneggia un Lenin
seminpacchettato. Se poi in città trionfano enormi poster con Marx attorniato
da coniglietti e orsacchiotti, nei cuori domina il desiderio in andare via. Che
sia l'"A Mosca" di cecoviana memoria o le foto false per raggiungere
un ipotetico principe azzurro a Parigi, nessuno sta bene dove sta. Solo il mito
del nuovo zar Putin fa vibrare gli ormoni della bellezza locale che, a sua
volta, riuscirà ad andarsene solo in effigie…
…Mars è la
classica storia delle solitudini che si incontrano e che si scontrano col
passato di Boris che è il convitato di pietra e che presto tornerà a far
sentire la sua voce,
Tra reale e soprattutto surreale si dipana una vicenda in cui il nonsense è il padrone assoluto alla ricerca di quella vena poetica e malinconica che ha fatto grande il cinema di Kusturica del primo periodo.
La regista è brava a mettersi in scia alle stravaganze narrative del cinema di Iosseliani,cita con deferenza anche Fellini con sequenze figurativamente complesse e che fanno risaltare una visionarietà debordante con personaggi assolutamente fuori dei canoni ordinari.
Purtroppo non tutto fila per il verso giusto in Mars perchè a tratti la vicenda è schiacciata dall'urgenza di dare a tutto un tono grottesco e surreale tra riferimenti pittorici piuttosto evidenti e la ricerca della leggerezza propria della commedia.
Ma è un film a suo modo curioso da vedere, un ibrido citazionista che regala sicuramente qualche momento piacevole.
Tra reale e soprattutto surreale si dipana una vicenda in cui il nonsense è il padrone assoluto alla ricerca di quella vena poetica e malinconica che ha fatto grande il cinema di Kusturica del primo periodo.
La regista è brava a mettersi in scia alle stravaganze narrative del cinema di Iosseliani,cita con deferenza anche Fellini con sequenze figurativamente complesse e che fanno risaltare una visionarietà debordante con personaggi assolutamente fuori dei canoni ordinari.
Purtroppo non tutto fila per il verso giusto in Mars perchè a tratti la vicenda è schiacciata dall'urgenza di dare a tutto un tono grottesco e surreale tra riferimenti pittorici piuttosto evidenti e la ricerca della leggerezza propria della commedia.
Ma è un film a suo modo curioso da vedere, un ibrido citazionista che regala sicuramente qualche momento piacevole.
… La trentenne Anna Melikyan,
esordiente, dimostra di aver ben assimilato la lezione di Maestri comeFederico
Fellini, Emir Kusturica, Aki Kaurismäki e di saper il fatto suo
nell’intrattenere lo spettatore stupendolo continuamente, catturando la sua
attenzione con intelligenza e arguzia. Dimostra altresì un notevole talento
nella direzione degli attori, tutti bravissimi… nessuno escluso.
Il non sense, l’onirico, l’irreale dominano in questa opera
coloratissima e piena di sorprese, stralunata e poetica, bizzarra e
caleidoscopica, fantasmagorica e tenera, visionaria e paradossale, tutta
metafore e simbolismi che al Festival di Berlino (e non solo) ha entusiasmato
critica e pubblico ma distribuita in Italia con
quattro anni di ritardo.
Marx, a forgotten Soviet city closed
off from the outside world, has been transformed by filmmaker Anna
Melikan into Mars,
a Felliniesque place caught somewhere between the old Soviet reality and an
unknown yet hopeful future. The city is now known for its stuffed animal
factory, and the citizens barter with this 'soft currency' as they plan their
moves to Moscow and other dreamscapes. The central story is of a boxer who gets
off the train at random and finds himself swept up in the schemes and dreams of
Mars' wacky denizens. This movie is my personal favorite of the fest. After
years of seeing dour films about Russia tinged with irony, this film is simply
bursting with life, beauty, and visual ideas. Mars may or may not be about the new hope
of Russia despite its lingering problems, but, for me, it is all about the
rapturous joy of filmmaking.
Nessun commento:
Posta un commento