giovedì 14 febbraio 2013

Lake Mungo - Joel Anderson

mi ha ricordato molto "The Blair Witch Project", la differenza è che qui si "vede" qualcosa, l'immagine di Alice (morta?), la tensione cresce e un paio di sobbalzi li fai, il film è quasi tutto sottovoce, non si strepita, "The Blair Witch Project" mi aveva preso (e spaventato) di più.
comunque una buona opera prima (magari troppo sopravalutata, per i miei gusti) - Ismaele



Il regista ci tiene attaccati al video con un modo aggraziato e delicato di affrontare la morte di una persona cara. Persino quando la vicenda si sporca e sembra trascinare i protagonisti in una spirale discendente, non si perde mai il controllo della situazione e non si cade in una bieca retorica.

Il finale capolavoro chiude il cerchio in un modo così perturbante che allo spegnimento del lettore ho dovuto trattenermi dal fare un piccolo salto di gioia per avermi fatto provare quella sana paura che un buon horror dovrebbe riuscire a suscitare. Un GRAZIE ad Anderson per aver partorito questo piccolo gioiello che non lascia indifferenti…


…Si entra quindi lentamente, molto lentamente nel cuore della pellicola e della vicenda raccontata: il fulcro orrorifico legato alla povera Alice, scomparsa improvvisamente mentre era in gita con la famiglia, fuoriesce per mezzo delle pacate parole dei genitori e del fratello, persone che hanno vissuto con la sofferenza di tale perdita ma che hanno accettato il dolore e riescono a guardare avanti. C’è molto realismo nella costruzione dialogica, le domande poste e soprattutto le risposte sono credibili e intense, così come le recitazioni, tanto che, quando la storia inizia a prendere una piega soprannaturale, basta anche solo che il padre racconti di aver visto il fantasma della figlia per creare una notevole cappa d’inquietudine…


Lake Mungo è un signor film.
Nonchè il primo titolo "di genere" da parecchio tempo a questa parte in grado di lasciarmi addosso una profonda sensazione d'inquietudine amplificata senza dubbio dall'atmosfera che ha fatto da cornice alla visione - casa Ford tutta nel mondo dei sogni, orario tra sera e notte, luci spente, solo il Bushmills a tenermi compagnia - ma ugualmente in grado di ricordarmi momenti di turbamento che solo il vecchio Lynch, normalmente, riesce a trasmettermi…


Lake Mungo dal punto di vista estetico è un vero mockumentary, cioè la simulazione di un vero documentario, non uno di quei soliti film in cui uno dei protagonisti maneggia la telecamerina simulando la visione in prima persona.
Anche qui si moltiplicano le fonti attraverso cui vengono catturate le immagini ( videofonini, macchine fotografiche, telecamere) ma servono solo per rafforzare le affermazioni di questa sorta di documentario.
Siamo quindi al livello della riproduzione di una storia inventata facendola passare per vera ( c'è una scritta all'inizio del film in cui si afferma che il film è ispirato a eventi realmente accaduti) e cercando di provocare nello spettatore la sensazione di assistere a qualcosa che è veramente successo.
Se si vede il film senza essere informati sulla sua natura non si capisce che è tutta fiction.
Quindi si tratta di un'operazione di adulterazione più sofisticata di quella a cui ci ha abituato il genere tanto di moda oggi…

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