candidato all'Oscar per il miglior film straniero, è un film che non si fa dimenticare, è una promessa, non una minaccia - Ismaele
…Girato in Congo perché la
protagonista, una ragazza che vive in strada e che ha vere doti da attrice
consumata, è congolese, le riprese sono state effettuate in continuità
permettendo al cast e alla troupe di entrare in progress nella vicenda. Ne è
scaturito un film carico di dolore e di violenza gratuita non per quanto si
vede sullo schermo ma per quanto si sa essere accaduto nella realtà,
consapevoli che la pratica di utilizzare bambini per i combattimenti più
efferati non ha ancora avuto fine. Nguyen ha saputo però preservare, nel buio
della brutalità, la luce, flebile ma non destinata a spegnersi, della speranza.
Senza falsi pietismi, aderendo alle credenze della cultura locale, il film ci
dice che si può trovare la forza di pacificarsi, anche se con dolore, con il
proprio passato. Per poter continuare a vivere e a dare senso alla vita altrui.
…Rebelle è un piccolo gioiello, un lungometraggio di
appena novanta minuti, eppure denso di significati, diretto, delicato: Nguyen
sfugge a una rappresentazione esclusivamente cupa della realtà, evita
fastidiose derive patetiche e tratteggia dei personaggi che traboccano energia
vitale, amore e/o odio, passione, paura, coraggio. Accompagnato da una
splendida colonna sonora, composta da canzoni angolane degli anni Sessanta, e
diviso in tre capitoli (12, 13 e 14 anni: l'età di Komona), il film regala
molte sequenze emotivamente incisive ma mai ridondanti, mai retoriche:
la parentesi gioiosa della ricerca del gallo bianco, simbolo di un
amore puro, il ritrovamento del pettine e della camicia, il passaggio sul
camion e il significativo scambio di battute “non ho soldi”, “nessuno ha
soldi”. La bellezza di Rebelle è tutta nel volto candido di Rachel Mwanza e
Serge Kanyinda, nelle mani grandi di Ralph Prosper (Boucher), nell'immagine del
camion che si allontana: cinema che vuole raccontare, che non si piega alla sterili
derive di molte produzioni incatenate mani e piedi ai festival.
…La piccola Komona, reclutata dopo il massacro del suo villaggio,
riesce a fuggire dall’esercito dei ribello insieme a Mago, un coetaneo, e a
soli 12 anni diventa sua moglie. A 14 è vedova: il ragazzino è sgozzato sotto i
suoi occhi perché si opponeva a che lei venisse riportata al campo per
diventare la moglie del capo. Si ritiene che Mago abbia poteri sovrannaturali,
perché è albino, e che Komona, detta la “maga di guerra”, grazie alle sue
visioni (causate forse dalla droga, forse dalla paura) porti fortuna in
battaglia. Per questo il capo elimina lui e prende Komona come sua moglie.
Incinta di quest’ultimo, riesce a ad ucciderlo per fuggire di nuovo, verso il
suo villaggio, per dare sepoltura ai pochi resti che ritrova appartenuti ai
suoi genitori massacrati. Il film è di un pathos impressionante e di un realismo
tragicamente autentico…
…Rebelle, a sorpresa, non è un film che ci sbatte la
miseria della vita della giovanissima protagonista in faccia. Ci accompagna
insieme a lei a scoprire una realtà terribile. Una realtà in cui i bambini, se
va loro ancora bene e non vengono subito uccisi, sono presi dai loro villaggi,
addestrati per diventare soldati macchine da guerra killer spietati, e
costretti a uccidere o a essere uccisi fin dalla più tenera età, senza molte
possibilità di miglioramenti sostanziali in vista per quanto riguarda il
futuro. Il massimo a cui si può ambire è quello di diventare stregoni o streghe
di guerra. Che culo.
Rebelle ci parla di questo, ma non è un
documentario di denuncia. È un’opera cinematografica con un occhio vicino al
naturalismo di Terrence Malick e che si/ci concede lampi visionari di una
bellezza assoluta. È questo ciò che trasforma un personaggio dalla vita
incredibile con una storia fortissima in un grande film…
hey, thanx per la citazione ;)
RispondiEliminamagari qualcuno vedrà la storia di Komona grazie a qualche recensione appassionata e partecipata, siamo qui per questo, no?
RispondiEliminavisto l'anno scorso alla Berlinale e, in my opinion, tra i peggiori del concorso. Di una correttezza politica asfissiante. Abbastanza incredibilmente nominato all'Oscar.
RispondiEliminaho letto la tua recensione, e certo non è tenera.
RispondiEliminacerto che "Incendies" e "Monsieur Lazhar" sono di un livello diverso e, fra i tre, "Rebelle"è meno forte, certo più prevedibile.
ma, pur con tutte le critie che gli muovi, resta sempre un film che merita, dai...