sabato 23 febbraio 2013

Rebelle (War Witch) - Kim Nguyen

non è un film a tesi, i legami durano stagioni, e finiscono troppo spesso in modo violento, ci sono bambini e bambine che crescono troppo in fretta, e spesso muoiono giovani, uno di quei film necessari per "noi che viviamo sicuri nelle nostre tiepide case, noi che troviamo tornando a sera il cibo caldo e visi amici".
candidato all'Oscar per il miglior film straniero, è un film che non si fa dimenticare, è una promessa, non una minaccia - Ismaele



…Girato in Congo perché la protagonista, una ragazza che vive in strada e che ha vere doti da attrice consumata, è congolese, le riprese sono state effettuate in continuità permettendo al cast e alla troupe di entrare in progress nella vicenda. Ne è scaturito un film carico di dolore e di violenza gratuita non per quanto si vede sullo schermo ma per quanto si sa essere accaduto nella realtà, consapevoli che la pratica di utilizzare bambini per i combattimenti più efferati non ha ancora avuto fine. Nguyen ha saputo però preservare, nel buio della brutalità, la luce, flebile ma non destinata a spegnersi, della speranza. Senza falsi pietismi, aderendo alle credenze della cultura locale, il film ci dice che si può trovare la forza di pacificarsi, anche se con dolore, con il proprio passato. Per poter continuare a vivere e a dare senso alla vita altrui.

Rebelle è un piccolo gioiello, un lungometraggio di appena novanta minuti, eppure denso di significati, diretto, delicato: Nguyen sfugge a una rappresentazione esclusivamente cupa della realtà, evita fastidiose derive patetiche e tratteggia dei personaggi che traboccano energia vitale, amore e/o odio, passione, paura, coraggio. Accompagnato da una splendida colonna sonora, composta da canzoni angolane degli anni Sessanta, e diviso in tre capitoli (12, 13 e 14 anni: l'età di Komona), il film regala molte sequenze emotivamente incisive ma mai ridondanti, mai retoriche: la   parentesi gioiosa della ricerca del gallo bianco, simbolo di un amore puro, il ritrovamento del pettine e della camicia, il passaggio sul camion e il significativo scambio di battute “non ho soldi”, “nessuno ha soldi”. La bellezza di Rebelle è tutta nel volto candido di Rachel Mwanza e Serge Kanyinda, nelle mani grandi di Ralph Prosper (Boucher), nell'immagine del camion che si allontana: cinema che vuole raccontare, che non si piega alla sterili derive di molte produzioni incatenate mani e piedi ai festival.

…La piccola Komona, reclutata dopo il massacro del suo villaggio, riesce a fuggire dall’esercito dei ribello insieme a Mago, un coetaneo, e a soli 12 anni diventa sua moglie. A 14 è vedova: il ragazzino è sgozzato sotto i suoi occhi perché si opponeva a che lei venisse riportata al campo per diventare la moglie del capo. Si ritiene che Mago abbia poteri sovrannaturali, perché è albino, e che Komona, detta la “maga di guerra”, grazie alle sue visioni (causate forse dalla droga, forse dalla paura) porti fortuna in battaglia. Per questo il capo elimina lui e prende Komona come sua moglie. Incinta di quest’ultimo, riesce a ad ucciderlo per fuggire di nuovo, verso il suo villaggio, per dare sepoltura ai pochi resti che ritrova appartenuti ai suoi genitori massacrati. Il film è di un pathos impressionante e di un realismo tragicamente autentico…

…Rebelle, a sorpresa, non è un film che ci sbatte la miseria della vita della giovanissima protagonista in faccia. Ci accompagna insieme a lei a scoprire una realtà terribile. Una realtà in cui i bambini, se va loro ancora bene e non vengono subito uccisi, sono presi dai loro villaggi, addestrati per diventare soldati macchine da guerra killer spietati, e costretti a uccidere o a essere uccisi fin dalla più tenera età, senza molte possibilità di miglioramenti sostanziali in vista per quanto riguarda il futuro. Il massimo a cui si può ambire è quello di diventare stregoni o streghe di guerra. Che culo.
Rebelle ci parla di questo, ma non è un documentario di denuncia. È un’opera cinematografica con un occhio vicino al naturalismo di Terrence Malick e che si/ci concede lampi visionari di una bellezza assoluta. È questo ciò che trasforma un personaggio dalla vita incredibile con una storia fortissima in un grande film…

4 commenti:

  1. magari qualcuno vedrà la storia di Komona grazie a qualche recensione appassionata e partecipata, siamo qui per questo, no?

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  2. visto l'anno scorso alla Berlinale e, in my opinion, tra i peggiori del concorso. Di una correttezza politica asfissiante. Abbastanza incredibilmente nominato all'Oscar.

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  3. ho letto la tua recensione, e certo non è tenera.
    certo che "Incendies" e "Monsieur Lazhar" sono di un livello diverso e, fra i tre, "Rebelle"è meno forte, certo più prevedibile.
    ma, pur con tutte le critie che gli muovi, resta sempre un film che merita, dai...

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