João César Monteiro lo vedi e già sai che è vero, non
finge.
Joao de deus è
uguale, è di un altro pianeta, meno male è venuto a visitarci.
attraversa la vita
di un Portogallo che è il mondo, con la sua dignità e la sua (sov)versione
della "normalità".
non per tutti, purtroppo per i
tutti, imperdibile - Ismaele
Monteiro l'autonomo, Monteiro che se ne
fotte un po di tutto l'andazzo sconfortante dell'essere cittadino inserito in
società, Monteiro il maestro. Monteiro il borghese annoiato che non crede
nell'io sociale, mentre gli altri autori fagocitano e assimilano un loro
personaggio per approvazione, Monteiro segue la strada più tortuosa, o forse
non segue nessuna strada, era malato ed è morto da malato, quale era il suo
genio , senza ingrassare il suo curriculum vitae da alternativo come fanno
invece i c.o.g.l.i.o.n.a.z.z.i finto borderline. Ma quanto c'è in tanti esuli
dal modello sociale impostoci del personaggio Joao de deus?, c'è tantissimo,
ogni pensiero mentale è perversione, questo appare ad ogni atto, ogni atto è
finalizzato alla soddisfazione sessuale, non importa se urticante alla morale
comune, e non mi riferisco certo alla raccolta dei peli pubici femminili di
Joao, intendo anche nell'azione più normale durante un quotidiano che manca,
quello che può tener in vita un soggetto individualista e autonomo può essere
anche toccare un pelo pubico femminile.
Monteiro si fa beffe della patria e dei suoi alti ufficiali in comando, quando Joao si traveste da essi e mima comportamenti tra i più dementi che un uomo possa compiere, il fatto è che per la maggior parte della gente essere soldati o ufficiali e la normalità, anzi è un vanto, non per Monteiro. Il suo Joao travestito da guardia nazionale è un corpo sarcastico e immemore delle convenzioni mondane. Questo film capolavoro è uno schiaffo in faccia alle imposizioni dequalificanti del vivere in comune sotto regime nell'europa odierna, Monteiro ci dice abbasso la collettività e le leggi della massa informe. Viva il far west, abbasso la zombificazione matematica dell' individuo attraverso il lavoro e il sociale. Viva le belle erotiche carni delle giovani ragazze quattordicenni in erba , viva il guizzo istintivo, lo smemoramento di sè, il coito antisociale, il disimparare, il destrutturare, lo smembrare la lezioncina che ti hanno insegnato. Monteiro autore Inimitabile e inimitato.
Monteiro si fa beffe della patria e dei suoi alti ufficiali in comando, quando Joao si traveste da essi e mima comportamenti tra i più dementi che un uomo possa compiere, il fatto è che per la maggior parte della gente essere soldati o ufficiali e la normalità, anzi è un vanto, non per Monteiro. Il suo Joao travestito da guardia nazionale è un corpo sarcastico e immemore delle convenzioni mondane. Questo film capolavoro è uno schiaffo in faccia alle imposizioni dequalificanti del vivere in comune sotto regime nell'europa odierna, Monteiro ci dice abbasso la collettività e le leggi della massa informe. Viva il far west, abbasso la zombificazione matematica dell' individuo attraverso il lavoro e il sociale. Viva le belle erotiche carni delle giovani ragazze quattordicenni in erba , viva il guizzo istintivo, lo smemoramento di sè, il coito antisociale, il disimparare, il destrutturare, lo smembrare la lezioncina che ti hanno insegnato. Monteiro autore Inimitabile e inimitato.
…Se l'azione è poca e i
dialoghi talvolta latitano, comunque il gusto per la composizione della scena è
molto valido e nei momenti in cui è da solo (spesso) Monteiro riesce a colmare
qualsiasi assenza - di parole o di interlocutori - con quello sguardo laconico
e quell'aria perennemente assorta che ne fanno una figura profondamente comica
soltanto allo sguardo. Ma di una comicità appunto profonda, esistenziale,
malinconica all'ennesima potenza e dal retrogusto nauseabondo: perché il
sarcasmo di Monteiro genera più mal di stomaco che risate aperte. Sebbene
all'epoca venisse premiato col Leone d'argento a Venezia, questa pellicola non
ebbe una grande distribuzione in Italia: e difficilmente i film di Monteiro
diventeranno mai celebri in una nazione in cui non c'è spazio per uno spirito
iconoclasta e anticlericale (qui meno del solito, va riconosciuto, ma sempre
presente in sottofondo) come il suo…
… Monteiro è un cineasta
del quale si vorrebbe vedere di più (ha girato una ventina di film ed almeno
"A comédia de Deus" è un cult), perché di cineasti come lui ce ne
sono pochi, e purtroppo anche lui ci ha lasciato. In questo "Ricordi della
casa gialla" ha dato il meglio di sé, intessendo il film di umori (e,
verrebbe da dire, odori) anche schifosi, doppi sensi (quello del clarinetto è
lampante, ma ve ne sono altri) ed un linguaggio talvolta apertamente scurrile
ma, si badi bene, mai volgare. E non è facile. L'allampanato regista è molto
bravo anche nei panni d'attore, così come reggono benissimo la parte altri
interpreti sconosciuti alle grandi platee, ma di grande valore, come Ruy
Furtado nella parte del signor Armando, Luìs Miguel Cintra, un Messia da
manicomio criminale, e Manuela De Freitas, una Violeta di inaudita rapacità…
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