mercoledì 20 febbraio 2013

Samson and Delilah - Warwick Thornton

opera prima, film di silenzi e immagini, una storia di emarginazione e riscatto finale, protagonisti gli aborigeni australiani, poveri e disperati, senza niente da sperare.
i due protagonisti, dai nomi biblici, provano a prendersi cura l'uno dell'altra e l'una dell'altro, in un mondo terribile, infernale, al sole.
il ragazzo non parla, se non qualche suono con un disperato bianco che vive sotto un ponte, in una cittadina del benessere, si corre, si va nei bar, grandi supermercati, ma non per i rifiuti della società.
ti affezioni ai due ragazzi, promesso - Ismaele

PS: sconsigliato a chi ama solo i film con ritmi alla Tarantino.




Samson and Delilah is a terribly sad and touching tale of an Australian aboriginal boy and girl. The film, which won the Caméra d'Or award at Cannes for the best first feature, and "golden camera" suits its warm, luminous images, has a long downward trajectory that rights itself just in time toward the end. There is the comfort of a moment of mild hope when the teenage couple settles, after desperate times, in a remote Outback location. We leave them at peace, the girl returning to her craft of making paintings for sale to Alice Springs galleries, the boy attempting to end his substance abuse. A romantic song declares that they will always have each other, thus underlining that this is not a tract or horror film but a love story, and that a cinema of identity is also a cinema of hope. Songs are well used, and so is light. Thornton shows a sure touch and knows how to tell a story, conveying clear messages in long wordless takes that draw you in and grab your heart…

…Tangible, recognisable, sometimes terrible truths about the human condition drive this film's aching heart, in which few words are spoken but much is communicated. Warwick Thornton's film is a searing dramatisation of how he sees his world in Central Australia, and despite its bleak, agonising riffs, it carries the wings of hope. Hope for salvation from the shattering harshness of life for some of us. Us, of course, is meant in a humanistic way; I don't pretend to be a part of the specific world represented here. But having seen the film, at least I have some insight - better than I had before.
Much of the film is an exploration for the audience; revelations large and small come as minor climaxes, and our engagement is driven by the performances, the structure and the simple honesty of the storytelling. It's marked by the absence of judgement and the presence of understanding - that is not to be confused with condoning…

…Sans aucun artifice, Thornton nous décrit la manière de vivre du peuple du désert australien sous-représenté dans la production audiovisuelle. On y apprend beaucoup de choses sur les aborigènes, leurs coutumes et leur style de vie. La première moitié du film pose lentement la situation d'une communauté rudimentaire et précaire, très loin de l'opulence occidentale. Cette partie demeure assez pénible à suivre, car elle se veut très contemplative et silencieuse. C'est lorsque les deux protagonistes s'exilent vers la ville que le long métrage se révèle beaucoup plus intéressant. Thornton y montre avec minutie ce mépris qu'ont les "Wasp" par rapport à ce peuple dont la terre fut volée par les colons. Ainsi, Samson et Delilah se retrouvent à l'écart, à l'image du clochard avec lequel ils vont camper…

Warwick Thornton, al suo primo lungometraggio, realizza un sincero e sentito film indipendente su una storia d'amore adolescenziale nel cuore del deserto australiano, in una comunità aborigena nei pressi di Alice Springs. Peccato che l'integrità di intenti e l'urgenza narrativa non sopperiscano a uno stile un po' anonimo che rende il film a tratti incolore, col rischio di cadere nel facile (magari frainteso) pietismo…

…El director novel Warwick Thornton apuesta por contar esta historia prescindiendo prácticamente de diálogos y plasmarla con una magnífica fotografía. Y logra mostrar su guión de una forma meritoria, ya que aunque está llena de silencios y presenta un aparente ritmo pausado, la película nunca parece que se ha perdido y siempre sabe mantener la atención del espectador. Sus dos actores protagonistas, pese a su aparente inexperiencia, llevan el peso del filme sobre sus hombros con vigor y solidez…

Samson and Delilah e’ il primo lungometraggio dell’australiano Thornton, accolto con scrosci di applausi alla proiezione in sala Debussy. Le ingenuita’ che possono accompagnare le opere prime sembrano qui sfocare nella rocciosa onesta’ dello sguardo del regista, innamorato dei suoi protagonisti, dei contrasti fortissimi tra i colori del cielo notturno e quelli della terra e del fuoco e della pelle, e della fusione tra essere umano e natura veicolata da istantanee penetranti, come quella dei ciocche di capelli di Delilah che cadono a forbiciate sul terreno dopo la morte della nonna. Uno sguardo diretto, al di sopra di ogni sospetto, che allo stesso tempo riflette creativamente, con buoni risultati visivi, sull’amore adolescenziale e sulla ghettizzazione delle popolazioni native. Tutto questo facendo leva su una rarefazione narrativa pressoche’ totale. Se questa e’ la strada imboccata, Thornton probabilmente fara’ ancora parlare di se’. 

2 commenti:

  1. visto tempo e fa e concordo, pur non raccontando niente che non sia già stato raccontato sa prendere.

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  2. i bianchi australiani si accorgeranno che gli aborigeni sono altro dalle opere d'arte da vendere al alto prezzo ad altri bianchi?
    poveri Samson e Delilah tutti

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