un noir italiano, una rapina andata male, nessuno dei banditi se la vava, tranne il ragazzino, che forse non sapeva cosa stava succedendo.
non è neorealsmo, è proprio noir.
cercatelo, non ve ne pentirete.
buona visione - Ismaele
Una banda, formata da quattro naufraghi
dell'esistenza, dà l'assalto alla cassa dello stadio durante una partita di
calcio, e s'impadronisce dell'incasso. Inseguiti dalla polizia, i quattro
riescono a dileguarsi. Guido, il capo della banda, pittore fallito, viene
ucciso da alcuni marinai, che gli avevano promesso di trasportarlo in Corsica.
Luigi, operaio disoccupato, ha partecipato alla rapina per poter lenire la
miseria della moglie e della bambina. La buona moglie l'induce a partire, ma,
braccato dai carabinieri egli finisce con l'uccidersi. Paolo, già famoso
giocatore di calcio, in seguito ad un incidente non può più giocare. Ridotto ad
una vita mediocre, s'è lasciato trascinare al delitto. Sfuggito alla polizia si
rifugia presso una sua ex amante, ma la ragazza, spaventata, favorisce il suo
arresto. Il quarto, Alberto, è poco più che un fanciullo. Figlio di genitori
poveri ed onesti, ha avuto un'adolescenza stentata, cercando conforto nella
letture di romanzi a fumetti. Ora, abbandonato dai compagni, decide di tornare
a casa, dove la polizia l'attende. Lo sciagurato si rifugia sul cornicione del
palazzo, minacciando d'uccidersi; ma le parole piene d'amore, dei genitori, lo
convincono a consegnarsi alla giustizia.
Una rapina alla cassa dello stadio finisce male.Comincia come
un action americano ma filtrato attraverso la sensibilità europea,diventa un
film di inseguimento di quattro disperati braccati dalla legge,finisce come un
apologo moralista.Tante sfumature in questo film di Germi sceneggiato da
Fellini e Pinelli.Curiosa la commistione di generi:il neorealismo italiano(i
casermoni,le scene con la bambina quando aspettano il tram ad esempio) sposa l'artificiosità
dei film americani e francesi dando luogo a una commistione di generi magari
non pienamente riuscita(soprattutto il finale con un discorso moralistico caro
all'anticomunismo militante di Germi)ma sicuramente riuscita.Germi è più bravo
a far recitare gli attori che a dirigere le scene più movimentate ed infatti
quello che resta negli occhi è la storia di quattro perdenti alla ricerca di un
occasione per riscattare la loro vita grama.E il destino riserverà per loro
altre delusioni.Altra cosa che resta impresso è lo sguardo della cinepresa sui
casermoni,sulle strade sterrate,sulle piazze brulicanti di gente,sulla
disperazione come primo motore di una rapina portata a termine con estrema
imperizia da quattro disperati.L'Italia è in attesa del boom economico che sta
per arrivare.Quindici milioni rapinati allo stadio possono servire.....ma
stavolta il crimine non paga dividendi.
…L’indigenza non è la via del male: se induce a
commettere reati, è solo perché predispone all’insicurezza e allo sbandamento
un individuo che, dentro, nonostante tutto, continua ad essere sano. Avendo a
cuore questo principio, Pietro Germi mette a fuoco l’innocua normalità dei suoi
personaggi, immergendoli in un ambiente dai morbidi connotati umani; e così,
anche quel timido cenno di neorealismo si stempera in un sentimentalismo che è,
di per sé, una forma letteraria di indulgenza.
…"La città si difende" è uno dei pochi film
italiani degni di entrare in un'ideale antologia mondiale del cinema noir,
erede in questo di modelli americani, quali "La città nuda" (1948) di
Dassin e "Giungla d'asfalto" (1950) di Huston (ed anticipatore di un
altro capolavoro come "Rapina a mano armata" di Kubrick, del 1956).
Se, inoltre, il montaggio serrato rimanda al cinema americano, alcune
inquadrature della città sembrano richiamarsi al cinema espressionista, così
come la morte del professore sembra una derivazione di "M - Il mostro di
Düsseldorf" (1931) di Fritz Lang.
La vera critica che si può muovere al quinto film
di Germi è, invece, relativa alla creazione dell'intreccio narrativo: il
quartetto dei rapinatori sembra quanto mai eterogeneo e, benché sul punto gli
sceneggiatori (tra i quali il giovane Fellini) glissino, ci si domanda dove
possano essersi conosciuti il padre di famiglia disoccupato, l'ex campione del
calcio, il pischello di modesta ma onesta famiglia e il pittore spiantato…
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