domenica 24 novembre 2024

La città si difende – Pietro Germi

un noir italiano, una rapina andata male, nessuno dei banditi se la vava, tranne il ragazzino, che forse non sapeva cosa stava succedendo.

non è neorealsmo, è proprio noir.

cercatelo, non ve ne pentirete.

buona visione - Ismaele

 

QUI si può vedere il film completo



Una banda, formata da quattro naufraghi dell'esistenza, dà l'assalto alla cassa dello stadio durante una partita di calcio, e s'impadronisce dell'incasso. Inseguiti dalla polizia, i quattro riescono a dileguarsi. Guido, il capo della banda, pittore fallito, viene ucciso da alcuni marinai, che gli avevano promesso di trasportarlo in Corsica. Luigi, operaio disoccupato, ha partecipato alla rapina per poter lenire la miseria della moglie e della bambina. La buona moglie l'induce a partire, ma, braccato dai carabinieri egli finisce con l'uccidersi. Paolo, già famoso giocatore di calcio, in seguito ad un incidente non può più giocare. Ridotto ad una vita mediocre, s'è lasciato trascinare al delitto. Sfuggito alla polizia si rifugia presso una sua ex amante, ma la ragazza, spaventata, favorisce il suo arresto. Il quarto, Alberto, è poco più che un fanciullo. Figlio di genitori poveri ed onesti, ha avuto un'adolescenza stentata, cercando conforto nella letture di romanzi a fumetti. Ora, abbandonato dai compagni, decide di tornare a casa, dove la polizia l'attende. Lo sciagurato si rifugia sul cornicione del palazzo, minacciando d'uccidersi; ma le parole piene d'amore, dei genitori, lo convincono a consegnarsi alla giustizia.

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Una rapina alla cassa dello stadio finisce male.Comincia come un action americano ma filtrato attraverso la sensibilità europea,diventa un film di inseguimento di quattro disperati braccati dalla legge,finisce come un apologo moralista.Tante sfumature in questo film di Germi sceneggiato da Fellini e Pinelli.Curiosa la commistione di generi:il neorealismo italiano(i casermoni,le scene con la bambina quando aspettano il tram ad esempio) sposa l'artificiosità dei film americani e francesi dando luogo a una commistione di generi magari non pienamente riuscita(soprattutto il finale con un discorso moralistico caro all'anticomunismo militante di Germi)ma sicuramente riuscita.Germi è più bravo a far recitare gli attori che a dirigere le scene più movimentate ed infatti quello che resta negli occhi è la storia di quattro perdenti alla ricerca di un occasione per riscattare la loro vita grama.E il destino riserverà per loro altre delusioni.Altra cosa che resta impresso è lo sguardo della cinepresa sui casermoni,sulle strade sterrate,sulle piazze brulicanti di gente,sulla disperazione come primo motore di una rapina portata a termine con estrema imperizia da quattro disperati.L'Italia è in attesa del boom economico che sta per arrivare.Quindici milioni rapinati allo stadio possono servire.....ma stavolta il crimine non paga dividendi.

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L’indigenza non è la via del male: se induce a commettere reati, è solo perché predispone all’insicurezza e allo sbandamento un individuo che, dentro, nonostante tutto, continua ad essere sano. Avendo a cuore questo principio, Pietro Germi mette a fuoco l’innocua normalità dei suoi personaggi, immergendoli in un ambiente dai morbidi connotati umani; e così, anche quel timido cenno di neorealismo si stempera in un sentimentalismo che è, di per sé, una forma letteraria di indulgenza.

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"La città si difende" è uno dei pochi film italiani degni di entrare in un'ideale antologia mondiale del cinema noir, erede in questo di modelli americani, quali "La città nuda" (1948) di Dassin e "Giungla d'asfalto" (1950) di Huston (ed anticipatore di un altro capolavoro come "Rapina a mano armata" di Kubrick, del 1956). Se, inoltre, il montaggio serrato rimanda al cinema americano, alcune inquadrature della città sembrano richiamarsi al cinema espressionista, così come la morte del professore sembra una derivazione di "M - Il mostro di Düsseldorf" (1931) di Fritz Lang.
La vera critica che si può muovere al quinto film di Germi è, invece, relativa alla creazione dell'intreccio narrativo: il quartetto dei rapinatori sembra quanto mai eterogeneo e, benché sul punto gli sceneggiatori (tra i quali il giovane Fellini) glissino, ci si domanda dove possano essersi conosciuti il padre di famiglia disoccupato, l'ex campione del calcio, il pischello di modesta ma onesta famiglia e il pittore spiantato

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