mercoledì 13 novembre 2024

Fango bollente - Vittorio Salerno

uno dei film più violenti che si possono vedere il giro.

la polizia cerca tre giovani davvero cattivi, difficili da trovare, sono violenti come pochi, segno dei tempi.

alla fine è caccia all'uomo, la polizia non può girarsi da un'altra parte.

i tre, finita la giornata di lavoro, sembrano avere lo scopo di lasciare una traccia, a qualsiasi costo.

un'opera davvero inquietante, come poche.

vedere per credere.

buona visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film

  

 

Mantiene, nonostante il passar dei lustri, notevole provocatorietà cinematografica, scaturente paradossalmente dallo stesso crudo realismo spiccio che inficia tante pellicole del periodo. L'intuizione di Salerno jr. e Gastaldi è sottrarre la cifra stilistica della violenza reiterata al genere poliziottesco per innescarla in una rozza ma fruttuosa metafora metropolitana, che cita l'alienazione ferreriana e il grottesco di Petri. Non è un caso sia il ruolo più aderente del "ciclo" italiano di Dallesandro, capace di duettar con l'understatement di Salerno.

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Una domanda preventiva sul metodo d’analisi del film: si può condannare la dilagante violenza metropolitana dei ferrigni anni ‘70 girando un film traboccante di atrocità sadiche e saturo di violenza disturbante? Questa insincerità di fondo invalida, nel merito, la forza di denuncia civile e il vigore accusatorio della pellicola, che per il resto convince per l’interpretazione intensa ma allo stesso tempo meditativa di Enrico Maria Salerno e Joe Dallesandro, per una scrittura sbrigativa ma efficace, per un ritmo sostenuto e per la capacità di cogliere il clima culturale di un'epoca.

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Un noir crudo e violento, abbastanza avvincente, che per stile e struttura strizza l'occhio al cinema poliziottesco di genere tanto in voga in quegli anni. Ma soprattutto un film capace di indurci a più di una riflessione su quelle che sono le nevrosi, le ansie, le paranoie che si annidano - pronte ad esplodere come "Fango bollente" - all'interno dei nostri tessuti sociali.  La monotonia, l'ordinaria routine, le piccole e grandi frustrazioni provenienti da ambienti lavorativi; il cinismo, l'indifferenza sempre più preponderante nei rapporti affettivi, le ambizioni sfrenate possono, con il tempo, diventare logoranti e mandare in tilt i nostri equilibri arrivando a 'produrre' dei mostri.

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Cultissimo, un film dimenticato ma da riscoprire. Spietato, attualissimo nei temi si muove su binari di una violenza che ad un primo impatto può sembrare gratuita ma che nel suo grembo porta il male, che si materializza giorno per giorno, nella noia di una grande città che nei suoi rumori, nelle sue nevrosi, nei suoi giorni sempre uguali porta frustrazione. Il male non si annida solo nelle persone disperate, spesso si maschera in valvola di sfogo e dimostra la fragilità dell'essere umano. Grandi i protagonisti su cui spicca un Dallesandro e un E.Maria Salerno difficili da dimenticare.
Un rude poliziottesco ma anche un film attualissimo sul degrado della società che ora, come allora, provocava e provoca alienazione.
Cult!

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2 commenti:

  1. Sottolineo dal testo: disturbante, violento, inquietante, cattivo, atroce, crudo, cinico, degradante. Ma un tg non te basta per "riflettere", o forse c'è anche un sottile gusto sadico a spingere per queste visioni?

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  2. un film del 1975, ne avevo sentito parlare, e poi la curiosità vince. sempre...

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