(dice il mio amico di blog Kris Kelvin)
Eh sì, non c'è dubbio che Martin Scorsese non l'abbia proprio
"toccata piano" nella sua ormai celeberrima intervista ad Empire,
dove senza troppi giri di parole ha accusato la Marvel di costruire
prodotti che poco abbiano a che fare col cinema. Ecco le sue testuali parole:
Volendo provare, pacatamente e possibilmente con toni il più lontani possibile
dal tifo da stadio (astenersi ultras, quindi) ad argomentare un giudizio
critico su quanto detto da Scorsese, mi perdonerete se la prendo davvero
da molto, molto lontano. Anzi, proprio dagli albori del cosiddetto
"cinema", quando i suoi creatori ufficiali e riconosciuti, ovvero i
fratelli Lumière, davano una definizione lapidaria della loro
creatura, affermando senza peli sulla lingua che:
"Il cinema è un'invenzione senza futuro".
Erano forse pazzi, oppure così poco lungimiranti i fratellini francesi?
No, non lo erano.
Erano semplicemente pragmatici. Il tutto in nome di un gigantesco equivoco: in realtà i Lumière non inventarono affatto il cinema, bensì il proiettore cinematografico. Che è cosa ben diversa. Non basta infatti avere un pennello in mano per definirsi pittore, così come non basta digitare due frasette al computer per essere scrittori, oppure dilettarsi con il Bimby per potersi chiamare chef... perchè il possesso di uno strumento non fa di te un artista se quello strumento non lo sai usare. Non a caso i Lumière chiamavano i loro film "immagini in movimento", che è cosa ben diversa dal cinema.
Perchè l'arte è l'arte.
E cosa distingue l'arte dal semplice uso di uno strumento? Ovvio: la creatività, la fantasia, lo sforzo intellettuale applicato al prodotto che si sta usando, il cui risultato (bello o brutto che sia, non ha importanza) è frutto dell'ingegno umano.
I "film" dei Lumière non erano film, perchè mancavano completamente della componente artistica: erano semplici registrazioni dal vivo, un po' come riprendere una partita di calcio o le immagini di una telecamera di videosorveglianza. Chiunque avrebbe potuto realizzarli, se in possesso dello strumento adatto.
Perdonatemi il lungo preambolo, ma era necessario per comprendere le parole di Scorsese, con cui mi trovo completamente d'accordo. Badate bene, Scorsese non ha affatto "attaccato" la Marvel (come i giornalisti hanno subito scritto, ovviamente rigirando la notizia a loro favore), anzi ha perfino ammesso che i loro prodotti sono "fatti bene" e che assolvono alla loro funzione, che è quella di far divertire il pubblico: esattamente come i parchi a tema, che incassano soldi a palate con le loro strabilianti invenzioni tecnologiche e fanno trascorrere ai visitatori qualche ora di intrattenimento più o meno sano. E non c'è niente di male in questo.
Però il cinema, quello vero, è un'arte. Ed è una cosa ben diversa dall'universo Marvel.
Lo ammetto: ho visto pochissimi film Marvel in vita mia. Perchè non mi appassionano, proprio come succede a Scorsese. E pur non avendo certo l'autorità in materia che può vantare il regista di Taxi Driver, Mean Streets, Quei bravi ragazzi, Toro Scatenato, e almeno un'altra dozzina di capolavori, rivendico il diritto di affermare che i film Marvel nulla hanno a che vedere con il cinema, per un motivo evidente: anch'essi, come quelli dei Lumière, mancano completamente dell'aspetto creativo, sono prodotti concepiti e costruiti in serie, con regole ben precise, il cui unico scopo è quello di incassare soldi. Stop. Non c'è niente di male in questo, ma è proprio la natura stessa di questi "prodotti" (non film) il motivo per cui non possiamo proprio parlare di cinema.
"Il cinema è un'invenzione senza futuro".
Erano forse pazzi, oppure così poco lungimiranti i fratellini francesi?
No, non lo erano.
Erano semplicemente pragmatici. Il tutto in nome di un gigantesco equivoco: in realtà i Lumière non inventarono affatto il cinema, bensì il proiettore cinematografico. Che è cosa ben diversa. Non basta infatti avere un pennello in mano per definirsi pittore, così come non basta digitare due frasette al computer per essere scrittori, oppure dilettarsi con il Bimby per potersi chiamare chef... perchè il possesso di uno strumento non fa di te un artista se quello strumento non lo sai usare. Non a caso i Lumière chiamavano i loro film "immagini in movimento", che è cosa ben diversa dal cinema.
Perchè l'arte è l'arte.
E cosa distingue l'arte dal semplice uso di uno strumento? Ovvio: la creatività, la fantasia, lo sforzo intellettuale applicato al prodotto che si sta usando, il cui risultato (bello o brutto che sia, non ha importanza) è frutto dell'ingegno umano.
I "film" dei Lumière non erano film, perchè mancavano completamente della componente artistica: erano semplici registrazioni dal vivo, un po' come riprendere una partita di calcio o le immagini di una telecamera di videosorveglianza. Chiunque avrebbe potuto realizzarli, se in possesso dello strumento adatto.
Perdonatemi il lungo preambolo, ma era necessario per comprendere le parole di Scorsese, con cui mi trovo completamente d'accordo. Badate bene, Scorsese non ha affatto "attaccato" la Marvel (come i giornalisti hanno subito scritto, ovviamente rigirando la notizia a loro favore), anzi ha perfino ammesso che i loro prodotti sono "fatti bene" e che assolvono alla loro funzione, che è quella di far divertire il pubblico: esattamente come i parchi a tema, che incassano soldi a palate con le loro strabilianti invenzioni tecnologiche e fanno trascorrere ai visitatori qualche ora di intrattenimento più o meno sano. E non c'è niente di male in questo.
Però il cinema, quello vero, è un'arte. Ed è una cosa ben diversa dall'universo Marvel.
Lo ammetto: ho visto pochissimi film Marvel in vita mia. Perchè non mi appassionano, proprio come succede a Scorsese. E pur non avendo certo l'autorità in materia che può vantare il regista di Taxi Driver, Mean Streets, Quei bravi ragazzi, Toro Scatenato, e almeno un'altra dozzina di capolavori, rivendico il diritto di affermare che i film Marvel nulla hanno a che vedere con il cinema, per un motivo evidente: anch'essi, come quelli dei Lumière, mancano completamente dell'aspetto creativo, sono prodotti concepiti e costruiti in serie, con regole ben precise, il cui unico scopo è quello di incassare soldi. Stop. Non c'è niente di male in questo, ma è proprio la natura stessa di questi "prodotti" (non film) il motivo per cui non possiamo proprio parlare di cinema.
Il che è
cosa ben diversa dal cosiddetto "cinema commerciale". E' sempre
esistito e sempre esisterà un cinema legato strettamente all'industria, rivolto
al grande pubblico, capace di attrarre grandi capitali e grandi incassi. Lo
stiamo vedendo in questi giorni con il bellissimo Joker di Todd
Phillips, che certo non può definirsi un film d'essai, ma
che ha dietro di sè un gran lavoro di fantasia, scrittura, interpretazione,
estro, e che è tutt'altra cosa rispetto agli Avengers, X-Men, Guardiani
della Galassia e compagnia bella: pellicole fatte con lo stampino,
progettate nei laboratori degli Studios, il cui lavoro (anche ottimo, ci
mancherebbe) è frutto di team di persone specializzate in questo tipo di
produzioni che "costruiscono" queste saghe come in una catena di
montaggio...
Del resto, i
grandi film sono diretti da grandi registi. E chi invece si ricorda o si
ricorderà in futuro il nome di uno, un solo regista di Marvel Movies? Chi
riesce a trovare serie differenze tra la regia dei fratelli Russo e
quella di James Gunn, Jon Watts, Ryan Coogler o Peyton
Reed? Nessuno, per il semplice fatto che non ce ne sono: non si può
nemmeno parlare di regia, bensì di lavoro d'equipe, di assemblamento di
"parti" di lavorazione che nella maggior parte dei casi sono le
stesse. Perfino le locandine di questi film sono tutte uguali: nemmeno nella
progettazione dei manifesti si è voluto ricorrere a un minimo di creatività! E
davvero parliamo ancora di cinema?
Concludo con una precisazione importante: Scorsese nella sua "invettiva" si è scagliato esclusivamente contro i film Marvel (e, in senso lato, contro tutti questi prodotti da laboratorio), non certo contro i cinecomics in generale. Il genere cinecomic è infatti vivo e vegeto e ha piena dignità, tanto che fior di registi vi si sono cimentati nel passato e nel presente con risultati degnissimi di nota: dai Batman di Tim Burton a quelli di Christopher Nolan, da Wolverine e Logan di James Mangold fino ai maestri giapponesi, da V per Vendetta di McTeague fino a Spider-Man di Raimi, fino ovviamente allo splendido Joker di Phillips. Cinema vero, emozionante, avvincente, ma anche cinema cupo, riflessivo, anticonvenzonale, a seconda della "mano" che lo plasma. Quella "mano" che è impossibile da trovare nei parchi a tema...
Concludo con una precisazione importante: Scorsese nella sua "invettiva" si è scagliato esclusivamente contro i film Marvel (e, in senso lato, contro tutti questi prodotti da laboratorio), non certo contro i cinecomics in generale. Il genere cinecomic è infatti vivo e vegeto e ha piena dignità, tanto che fior di registi vi si sono cimentati nel passato e nel presente con risultati degnissimi di nota: dai Batman di Tim Burton a quelli di Christopher Nolan, da Wolverine e Logan di James Mangold fino ai maestri giapponesi, da V per Vendetta di McTeague fino a Spider-Man di Raimi, fino ovviamente allo splendido Joker di Phillips. Cinema vero, emozionante, avvincente, ma anche cinema cupo, riflessivo, anticonvenzonale, a seconda della "mano" che lo plasma. Quella "mano" che è impossibile da trovare nei parchi a tema...
si condivido anche io la posizione di Scorsese, anche io li guardo, ma da qui a definirli cinema ce ne passa xD
RispondiEliminase sei a casa, e hai la televisione, e quei film li danno alla tv, si possono guardare, senza dubbio...
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