Iza è una poliziotta col pancione (come Marge in Fargo), e sta indagando sulla sparizione di due poliziotti, poi scopre altri morti, le danno un aiuto che sembra scarso, invece sarà bravissimo, scopre qualcosa di sé e del mondo marcio.
il film è un'opera prima, ma è già un gran film, peccato non poterlo vedere in sala, ma cercatelo, non ve ve pentirete, il cinema polacco è davvero una continua positiva sorpresa - Ismaele
il film è un'opera prima, ma è già un gran film, peccato non poterlo vedere in sala, ma cercatelo, non ve ve pentirete, il cinema polacco è davvero una continua positiva sorpresa - Ismaele
Poco prima di
sospendere temporaneamente la sua attività per partorire dei gemelli e prendere
il congedo di maternità, Iza, giovane poliziotta in una città della provincia
polacca, si occupa dell’indagine sulla misteriosa morte di una donna. Allo
stesso tempo, altri due funzionari del suo ufficio spariscono, senza lasciare
tracce. Uno di loro è il compagno di squadra di Iza, oltre che il padre dei
figli che devono nascere. Iza, cercando di fare luce sull’omicidio, si
immergerà sempre più profondamente in una ricerca della verità su se stessa.
Alla
sua uscita nelle sale polacche il 17 ottobre, Waterline ha conquistato la critica secondo cui
Michal Otlowski è il regista polacco che è riuscito meglio nel genere del
thriller poliziesco. “Sorretto dall’intreccio, il film poliziesco è un genere
che lascia molto spazio alla psicologia del personaggio. E credo fermamente che
il cinema polacco abbia bisogno di donne forti. Waterline rappresenta una chance per una di
loro”, ha spiegato il regista che ha anche scritto la sceneggiatura del film.
…Nel suo
dispiegarsi il film del regista polacco accumula tutta una serie di indizi,
valanghe di informazioni, che almeno all'inizio creano quasi confusione,
persino false piste per poi riannodare lentamente, quasi impercettibilmente i
fili, va a scavare nel passato che si ripresenta nelle stesse odiose forme nel
presente: in questo intreccio la figura totalmente atipica della detective col
pancione diventa essa stessa protagonista della torbida trama, dapprima con il
coinvolgimento del marito e poi con il suo personale , intimo, che la porterà a
dovere effettuare scelte ardue; soprattutto nella seconda parte del film il
ruolo di Ize sembra quasi cambiare i suoi connotati e l'occhio del regista si
posa con più decisione sui suoi tormenti interiori, scavando nella storia
personale della donna.
Otlowski è
bravo nell'ambientare la storia in una impersonale fredda campagna polacca,
dominata dai colori lividi che desaturano quasi la pellicola, privilegiando
atmosfere tendenti al tetro, per qualcuno addirittura al dark, mantenendo una
rigida e appagante coerenza formale; forse è mancato quel guizzo di coraggio e
di impudenza in più per regalare qualche sprazzo che facesse gridare veramente
di sorpresa, come la sceneggiatura tutto sommato permetteva: è insomma tangibile
la sensazione che il regista polacco abbia voluto rimanere fin troppo legato
agli schemi classici del thriller piuttosto che sperimentare qualcosa di
singolare.
Di fatto
però Jeziorak è lavoro bello , ben diretto che si affida molto anche alla
singolarità del personaggio (una bravissima Jowita Budnik) e che fa delle
atmosfere e degli aspetti oscuri che racconta il suo reale punto di forza.
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