sabato 16 luglio 2016

Smetto quando voglio – Sidney Sibilia

un film che non ti stacchi un momento, all'inizio sembra quasi un documentario, poi il colpo di scena fa decollare il film.
attori divertenti e bravi, sceneggiatura che tiene, ma alla fine l'onnipotenza danna gli studiosi.
non si riesce (quasi) mai a smettere quando sei imbattuto, uno vuole sempre un po' di più.
davvero una bella sorpresa - Ismaele



…quello che rimane impresso dopo la visione sono i dialoghi, che a tratti tolgono il fiato dalle risate, tanto per gli spunti di umorismo surreale (i latinisti benzinai) quanto per l'ironia con cui affondano il coltello nell'assurdità della vita dei ricercatori precari e di riflesso di una generazione (l'amarissimo finale). L'ex-chimico Alberto (Stefano Fresi), in particolare, conquista alla prima scena in cui appare e diverte fino all'ultima. Ci sono delle imperfezioni: a parte lo spunto non proprio originale, un paio di battute sono un po' facili e i personaggi secondari rimangono quasi delle idee di personaggio. Ma complessivamente siamo su livelli che la maggior parte delle sceneggiature di commedie italiane neanche tentano di raggiungere. Il tutto senza nessun elemento televisivo, senza uno stereotipo, senza una scena prevedibile, si veda ad esempio il taglio leggero e inedito con cui viene gestita l'importante sottotrama che ha luogo nella comunità Sinti di Roma. La scelta fondamentale è il rifiuto del conformismo speculare del moralismo e della volgarità, tipico delle commedie italiane. Il film risulta al contrario di una freschezza rara, in cui la critica sociale affilata e non banale e le risate continue convivono con naturalezza.
Smetto quando voglio" è un'opera prima notevole per divertimento, intelligenza e ritmo. Andate a vederlo se volete essere sorpresi da una commedia italiana, o semplicemente se volete passare due ore davvero divertenti. E se siete o siete stati coinvolti nella ricerca universitaria, non perdetelo per nulla al mondo.

…Sydney Sibilia, il regista, è un esordiente, giovane salernitano con in testa il sogno del cinema. Smetto quando voglio oltre ad essere un film che intercetta una condizione sociale diffusa, il precariato d'eccellenza, è anche un tuffo vertiginoso nel cinema contemporaneo di genere, soprattutto americano. Questa strana combinazione, ovvero una storia tipica della commedia italiana, certo rivista ai tempi della crisi, messa in scena come fosse un film hollywoodiano è il suo elemento di originalità.
Per essere all'altezza di questo mandato, ed evitare la figuraccia del "vorrei ma non posso", Smetto quando voglio garantisce sin dalle prime inquadrature aeree su di una Roma notturna, che a momenti sembra la Los Angeles, una qualità rilevante. Parliamo della fotografia (una color correction tipo "flou pop", acida e satura), degli effetti speciali (misurati), della regia fresca, del montaggio ritmato e vivace. C'è inoltre un lavoro piuttosto riuscito sui personaggi, ben caratterizzati, soprattutto quando si pesca nel coro, nella banda, nelle seconde linee…


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