Nikifor è interpretato da un'eccezionale attrice, Krystyna Feldman, di 84 anni all'epoca del film.
come van Gogh e Ligabue, Nikifor, mal sopportato dai concittadini, vende i suoi quadri per sopravvivere, per strada, o lo sfrutta qualche mercante d'arte.
la sua storia è straordinaria, e il film, che è bellissimo e commovente, serve anche a far conoscere Nikifor, e i suoi quadri bellissimi.
cercatelo e guardatelo, nessuno se ne pentirà - Ismaele
Il film si apre
mostrandoci il paesaggio innevato di Krynica, città di origine di Nikifor, nel 1960. È
qui che avviene l’incontro tra il protagonista, incapace di comunicare se non attraverso la sua arte,
e Włosiński. Il promettente pittore si ritrova a dover condividere il suo
studio con questo strambo vecchino, non senza essere terribilmente infastidito
dalla sua presenza e dalla sua fissazione per la musica da ballo alla radio.
Nikifor
è escluso da tutto e da tutti a Krynica, si aggira trascinandosi lentamente per
la città cercando di vendere le sue opere e dedica tutto se stesso alla sua
arte. I dialoghi tra Marian e il vecchietto spesso si trasformano in mologhi,
infatti Nikifor non risponde mai direttamente alle domande che gli vengono
poste, lascia parlare al posto suo un silenzio interrogativo o bofonchia
qualcosa di inarticolato e spesso incomprensibile. Krauze preferisce mostrare
le vere risposte attraverso la cinepresa, che inquadra in successione i dipinti
dell’artista…
…My Nikifor rises
above the average biopic because it seems to have a real purpose to the telling
of its tale, a purpose which goes beyond simply documenting the life of a
famous person. Nikifor's example and the lessons he provides simply by living
have a relevance which goes beyond art. Also important is Nikifor's deep
religious faith, which gives him the confidence to persist with his own purose
no matter what life throws at him. Nikifor is portrayed by the famous Polish
stage actress Krystyna Feldman, whose highly affected yet intense performance
gives him dignity without hiding his shabbiness or his general state of decay.
It is an obsessive performance which gives us an insight into the mind of a man
for whom art was the whole reason for being.
My Nikifor is a film not
only for admirers of the artist but for anyone with an interest in creative
work, or, indeed, for anyone who admires the beautiful landscapes of rural
Poland. It is a human drama which reminds us of the essential humanity of
others, no matter how different or distant they may seem.
Nikifor, conosciuto anche come Nikifor
Krynicki o Epifaniusz Drowniak (21 maggio 1895 – 10
ottobre 1968), è stato un pittore polacco.
Fu un pittore folk e naïf, che dipinse il popolo dei Lemko,
una popolazione e gruppo etno-linguistico di origine ucraina diffusa nelle aree
carpatiche della Polonia. Nikifor dipinse più di quarantamila disegni - su
fogli di carta, pagine di bloc-notes, cartoni di sigarette e anche su scarti di
carta incollati assieme. Gli argomenti della sua arte includono auto-ritratti e
panorami di Krynica, con le sue terme e le chiese ortodosse e cattoliche.
Sottostimato per la maggior parte della sua vita, nei suoi ultimi giorni
divenne uno dei più famosi pittori primitivisti.
Biografia
Poco è conosciuto della vita privata di Nikifor. Per la
maggior parte della sua vita visse in estrema povertà a Krynica e
fu considerato una persona con poca capacità mentale. Ebbe difficoltà a parlare
ed era quasi analfabeta. Non fu troppo tardi nella sua vita che si scoprì che,
di fatti, la sua lingua era attaccata al palato, ragion per cui la sua parola
non era molto comprensibile. Nel 1930 i suoi primi dipinti sono stati
scoperti da Roman Turyn, che li portò a Parigi. Ciò fece conquistare
a Nikifor un po' di fama tra i Kapist, un gruppo di giovani pittori
polacchi capeggiati da Józef Pankiewicz. Comunque, ciò non cambiò il suo
fato e la sua arte continuò ad essere sottostimata in Polonia. Nel 1938 Jerzy
Wolff pubblicò una recensione entusiastica dell'arte di Nikifor nel mensile Arkady e
comprò alcuni dei suoi lavori. Comunque, la Seconda guerra
mondiale impedì a Nikifor di conquistare una qualunque notorietà.
Nel 1960 Nikifor incontrò Marian Włosiński,
un pittore che viveva a Krynica. Quest'ultimo decise di dedicare la sua
carriera e la sua vita nell'aiutare il vecchio artista e propose i suoi lavori
nelle maggiori gallerie polacche. Ciò portò ad una grande esibizione nella
galleria d'arte Zachęta, a Varsavia, che divenne un enorme
successo. Dopo la morte di Nikifor nel 1968, la maggior parte dei suoi
lavori fu preservata da Włosiński e donata a vari musei. La più completa
collezione risiede nel Museo Regionale di Nowy Sącz e nel museo di
Nikifor di Krynica.
Gli ultimi anni di Nikifor sono stati il tema base del film Mój
Nikifor (Mio Nikifor) di Krzysztof Krauze (2004).
Nome
Il nome e il cognome di Nikifor sono stati motivo di
disputa per più di mezzo secolo, dato che l'artista non conobbe i suoi parenti,
né tantomeno documenti e fu anche analfabeta. Egli stesso firmava i suoi lavori
con nome di Nikifor, Netyfor o con quello
dell'artista Matejko. Nel 1962 le autorità comuniste di
Polonia scelsero arbitrariamente il nome di Nikifor Krynicki (Nikifor
di Krynica) in modo da far ottenere all'artista un passaporto. Questo atto fu
dichiarato nullo da una corte nel 2003, seguendo una richiesta
dell'Associazione Lemko della Polonia. I Lemko affermano che Nikifor fu
battezzato Epifaniy Drovnyak (pronunciato Epifaniusz Drowniak in polacco) e che
i suoi genitori fossero Eudokia Drowniak, una sordomuta Lemko ed un padre
sconosciuto. Seguendo la decisione della corte il nome sulla tomba nel cimitero
di Krynica fu cambiato. Ad oggi la sua tomba riporta due nomi: "Nikifor
Krynicki" (in lettere latine) e "Epifaniy Drovnyak" (in
cirillico).
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