…la vera forza del film sta in una particolare innovazione
apportata alla risaputa tecnica della stop-motion:
gli occhi dei personaggi sono infatti quelli di attori reali, girati dal vero e compositati in seguito sul volto dei pupazzi
animati a passo uno. Basta questo a fare la differenza, perché gli occhi sono
sempre il fulcro dell’emozione.
Il processo, lungo e laborioso, ha impiegato più di
cinque anni di lavoro, eppure il frutto della fatica degli animatori è tutto
sullo schermo: mai, prima di Madame
Tutli-Putli, si erano visti dei pupazzi talmente vivi, espressivi e umani
come quelli messi in scena dai registi canadesi.
…La realizzazione estetica della
Madame e degli altri ospiti dello scompartimento si allaccia all’intento
concettuale del film, quindici minuti che si prefiggono di immortalare il
passaggio per eccellenza, quello che non ha ritorno. Il treno diventa così un
traghettatore di anime che ancora non si sono rese pienamente conto della
situazione: l’ex tennista continua a fare il becero provolone, i tizi nelle
valigie giocano una partita a scacchi che è oltre il loro controllo.
Il cambio di
registro si manifesta con l’avvento della notte, qui i due animatori pigiano
con buoni risultati il pedale della suspense lambendo perfino il macabro con la
misteriosa asportazione di un organo interno. È un crescendo tensiogeno
orchestrato con sapienza: l’idea di eliminare i ricordi (/i bagagli) dalla vita
di Madame arriva sottile ma riesce ugualmente a colpire perché dopo essere
stata narcotizzata la donna si trova completamente sola, senza più niente. Il
messaggio, per niente luminoso, è perciò funereo, definitivo, inappellabile: la
falena-Caronte ti conduce all’ultimo flash. Dopo di te, un’alba lontana.
Incantata. Adoro i pupazzi animati. La tecnica degli occhi è straordinaria, ma i particolari, le inquadrature. Un corto eccezionale. Grazie :) e buona settimana
RispondiEliminadavvero sorprendente, e inquietante.
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