Gilles Lellouche e Roschdy Zem sono i due splendidi protagonisti di questo thriller a 100 all'ora, alleati in una corsa contro il tempo, per salvare la moglie e per sopravvivere alla squadra di poliziotti corrotti che li insegue.
un film che non delude, promesso.
buona (adrenalinica) visione - Ismaele
…"Point blank" è il
film che non ti aspetti. Un polar ad alto tasso di adrenalina, dal ritmo
implacabile, capace di incollare allo schermo grazie ad una messa in
scena che non ha pietà per i personaggi che la abitano. Incredibile come
in soli 84 minuti nel film ci siamo tutto, e fatto bene: azione, mistero, amore
e odio, perdono e vendetta.
Roschdy Zem, attore feticcio del genere ( nel film si chiama Sartet, come Alain
Delon nel clan dei siciliani, tanto per dire), guarda in camera come non ci
fosse un domani, e come spesso gli capita, è strepitoso nel mettere in
campo un uomo disilluso ma dal codice morale inossidabile. Nel film il suo
personaggio finirà per sviluppare un legame solidale con lo zelante infermiere
interpretato da Lellouche, una prova con meno sfumature rispetto al collega ma
vibrante ed energica. In questa storia di ricatti, doppi giochi, tradimenti e
fughe ( c'è un inseguimento lungo quasi quanto quello visto in "Point
Break" ) alla fine è la dignità di alcuni che fa la differenza. Lo sa bene
il regista , che condensa in un paio di sguardi tutta una vita che passa
davanti. Non importa che alcune scelte di scrittura siano semplicistiche, non
importa neanche che Gerard Lanvin sia utilizzato poco.
Point blank è qui, in tutto il suo furore
…In pericolo è di nuovo la
moglie, questa volta rapita, in azione ancora il marito, costretto una volta di
più dagli eventi e naturalmente pronto a tutto pur di salvare la bella ed
'esotica' Elena Anaya. A cambiare è il quadro dell'azione, che prevede per l'occasione
una guerra tra poliziotti ostili e rappresentanti dell'ordine virili. Gilles
Lellouche, più ruffiano di Vincent Lindon, meno gladiatorio di Russell Crowe ma
altrettanto determinato a fargliela vedere ai cattivi di turno, indossa la
maschera dell'ordinarietà, che si farà neanche a dirlo straordinaria.
Provocato, l'infermiere di Lellouche supera lo smarrimento e le botte,
attingendo a insospettabili risorse e stupendo il partner 'obbligato' di
Roschdy Zem. La forzata solidarietà tra i due protagonisti, la suspense che
minaccia la vita della moglie, la corruzione morale degli uomini della legge,
tutto contribuiva a fare di À bout portant un polar potenzialmente
ideale, che alla tensione sadica hitchcockiana aggiungeva l'ambiguità morale
di Jean-Pierre
Melville.
A conti fatti e messi in scena però, À bout portant è un
action ad alto tasso sentimentale che lascia inespresse le sottigliezze della
scrittura, confinandosi in atmosfere livide, confondendo efficacia e rilancio,
esagerando lo sguardo accigliato di Gérard Lanvin, mai così cattivo e
caricaturale, e facendo rimpiangere lo charme da serie B
di Pour Elle.
Nondimeno il film di Cavayé si lascia guardare e godere come un agile e
disimpegnato film della domenica sera. Ma il cinema di genere francese merito
di meglio, Fred Cavayé può fare meglio. Meglio di lui ha fatto sicuramente
Roschdy Zem, con un'interpretazione 'melvilliana' e il nome di Alain Delon (Sartet)
ne Il Clan dei siciliani.
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