Finnur salva le vite, ma come dice Ippocrate può portare la morte.
il motivo è l'odio verso chi gli ha portato via la figlia, lui tenta di tutto, ma non gli resta altra strada (quale la scoprirete).
dopo qualche "americanata" Baltasar Kormákur torna in Islanda e fa un bel thriller glaciale.
il film non è adatto per padri che hanno figlie fra i 15 e i 20 anni, per tutti gli altri va benissimo.
buona visione - Ismaele
Un chirurgo islandese non sa come arginare la tempestosità della
figlia maggiore, che vive con uno scapestrato tossicodipendente. Dopo un primo
tentativo, fallito, di far allontanare il ragazzo dalla figlia, decide di
procedere per una strada meno convenzionale…
Scritto, diretto e interpretato da Baltasar Kormákur (Contraband,
Cani sciolti, Everest, Resta con me), The Oath parte dal giuramento di
Ippocrate per arrivare dalle parti di Un Borghese piccolo piccolo. Qualche
inverosimiglianza di troppo, ma la tensione tiene dall’inizio alla fine.
… Finnur è
un uomo tranquillo, placido e in cerca di un equilibrio, di una risoluzione
pacifica con l’intruso, con il nemico privato rappresentato dallo
squallido pusher Óttar, soggetto incapace di empatia o
rimorso per l’induzione all’autodistruzione di una mente fragile come quella di
Anna. Eppure, come già altre pellicole hanno saputo di(mostrare), su tutte il
controverso e – a tratti – estremo Cane di paglia di Sam
Peckinpah, ogni uomo, senza esclusione alcuna, di fronte all’ottusità e alla
violenza altrui, a sua volta si trasforma nel riflesso speculare dell’altro da
sé. Incapace di fare affidamento alla giustizia, a quelle autorità che
dovrebbero assicurare l’incolumità dei cittadini, a Finnur non resta altro che
diventare, in extrema ratio, giudice, giuria e giustiziere pur di
salvare ciò che resta di sua figlia e della sua famiglia. Tra scorci urbani
coperti dalla neve e le lande fredde e desolate al di fuori della metropoli, si
assiste a quell’eterno scontro tra la culla della società (la città) e i luoghi
ancestrali e originari dell’uomo, quelle terre a volte tanto brutali quanto
prive di legge. Non a caso il personaggio di Finnur, ben caratterizzato e
interpretato da Baltasar Kormákur, e la sua freddezza d’animo coincidono, si
sovrappongono con ciò che lo circonda: da una parte la metropoli, centro
nevralgico dell’uomo modello e ben integrato nel tessuto societario,
rispondente a un’etica di comportamento fondata su diritti e doveri, dall’altra
parte la natura, lontana dal cemento e dall’acciaio, depauperata da qualsiasi
tipo di sistema legislativo (tranne per quello della Madre Terra) e lasciando
così spazio alla vendetta (e al delitto “perfetto”)…
Bene Kormakur che confeziona un giallo nordico
dalle ovvie bellissime scenografie e dalla sceneggiatura solida anche se
facilmente intuibile .
Il buon Baltazar si dimostra anche buon attore
nei panni del tormentato protagonista ,bene comunque anche gli altri attori .
Bel Thriller
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