giovedì 15 agosto 2013

Il Castello Dei Carpazi (Tajemství hradu v Karpatech) - Oldrich Lipský

primo, ha partecipato Jan Švankmajer (e si vede), e poi è una storia che si ispira a Verne, con grande fantasia e colpi di scena a ripetizione, e quel pizzico di follia che ci sta bene.
a me è piaciuto molto, e così spero di voi - Ismaele



QUI il film completo con sottotitoli in spagnolo



This film's director Oldrich Lipský is beloved by Czech language viewers for a series of more or less bizarre comedies that mix the corny with the grotesque and the surreal.
This example of Lipský's improbable art is based on one of Jules Verne's lesser novels, and uses this source material for a loving parody of adventure novel and gothic romance tropes that has just as much fun with its parodic elements as it has with showing off the grotesque inventions of its mad scientist (there's always a mad scientist). These inventions have a sort of proto-steampunk aesthetic, fusing the industrial with the weirdly aesthetic. Here - of course! - listening devices are shaped like ears and a scientist has replaced his hand with an excellent, brass-gleaming multi-tool.
If the film weren't told in the tone of a farce, it would actually be a macabre story about two men who can't cope with the death of a beloved woman and do immoral things to keep her with them in what has clear hints of necrophilia; as it stands, it's a very funny film that contains mad science, death, destruction and (in good Vernesian tradition) many a funny beard.

da qui

 

Il conte Teleke vaga nei Carpazi in cerca della sua fidanzata Salsa Verde, una famosa cantante lirica scomparsa misteriosamente dopo un concerto. Giunto in un villaggio in compagnia di un boscaiolo chiamato Vilja, Teleke sente raccontare dalla gente strane superstizioni a proposito del vicino castello del barone Gorc e, come guidato dall'istinto, si convince che la sua amata sia prigioniera tra quelle mura. Gorc, infatti, è il vero responsabile della scomparsa di Salsa Verde, ma la ragazza, è in realtà, morta: il barone ne conserva amorosamente il corpo preservandolo dagli insulti del tempo con dei procedimenti chimici ideati dal professor Orfanik. Il castello, simile ad un tempio fortificato dedicato all'amore e alla bellezza, è protetto da trappole e straordinari congegni ottici e meccanici che simulano fantasmi e melodie incantate per tenere lontani visitatori indiscreti.
Ispirato ad uno dei romanzi meno conosciuti di Jules Verne, il film conserva il fascino di una favola gotica modulata sui temi dell'amore, della morte, della musica, della scienza e dell'infelicità dell'uomo.



inizia così:

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