lunedì 19 agosto 2013

Becket (Becket e il suo re) - Peter Glenville

un film sull'amicizia, prima di tutto, e poi c'è la Storia.
attori super rendono il film impossibile da perdere, promesso - Ismaele





Dramma teatrale di Jean Anouilh,di ottimo successo, rappresentato anche in Italia da Gino Cervi (che qui fa il ruolo di un Cardinale, insieme a Paolo Stoppa in quello di un colorito Papa) di Jean Anouilh, che dette lo spunto di successo a diversi altri film sul genere storico psicologico. La sceneggiatura, che vinse l'Oscar, si basa sulla caratterizzazione forte dei due interpreti, ma il film si basa anche su un'ottima confezione di scenografie e costumi ed un contributto di fotografia notevole. Il rapporto fra i due sfiora argomenti tabù per i tempi, ma che guardando il film saltano agli occhi spontanei. La prerogativa per questo tipo di film è la scelta di un cast di formazione teatrale e al scelta è più che indovinata.

Nell’Inghilterra del XII secolo si consuma il drammatico contrasto fra re Enrico II e l’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket, strenuo difensore delle prerogative del clero. In passato i due erano stati legati da un’amicizia (neanche tanto) velatamente omosessuale, cosicché il loro dissidio ha un senso personale prima ancora che politico: il re continua a stimare l’avversario (“è l’uomo migliore del regno, e si trova contro di me”) nonostante si senta tradito da lui, e dopo la sua morte non può fare a meno di rimpiangerlo. Una volta superato lo choc di vedere un tipo notoriamente morigerato come Richard Burton vestito dei paramenti sacri (fra lui e O’Toole chissà quante bevute si saranno fatti sul set), ci si può abbandonare alla visione di uno spettacolo molto vecchio stile, ben recitato, un po’ prolisso, non troppo coinvolgente ma insomma dignitoso.

…O’Toole’s performance is comic but tragic. O’Toole’s delivery of lines is perfect for comedic purposes; Henry is almost always yelling, even when he’s hungry. But when we analyze the meanings of his words we realize how troubled the king truly feels.
Burton’s troubled Becket is complex and truthful; he always feels the social backlash from having been born a Saxon. By accepting the position of archbishop his side is chosen but he doesn’t show his feelings about stabbing Henry, his friend in the back.  Like an actor always remaining in character, Becket plays the martyr to the end; ending his friendship with his king and at the same time reminding him of the truth he had spoken of all those years ago…
da qui

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