lunedì 16 gennaio 2012

Addio Zio Tom - Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi

ho ascoltato questa musica bellissima qualche tempo fa, nel video qui sotto, e





leggo che alcune sequenze sono tratte da "Addio Zio Tom" e allora decido di vederlo.
sapevo di "Mondo cane", un film documentario estremo degli anni '60, che non ho mai visto.
ma Pasolini, la musica, il video mi hanno convinto a vedere "Addio Zio Tom".
è un film davvero bellissimo, discontinuo, strano, ma grande.
ho letto poi delle polemiche sul film, che è cinema razzista e fascista, dice qualcuno, ma ho l'età nella quale distinguo fra film belli e brutti e questo sta nella fascia alta, imperfetto, ma un piccolo capolavoro - Ismaele






…A differenza della costruzione documentaristica sull'attualità presente in Africa addio, Jacopetti e Prosperi rivelano subito che lo spettatore si trova davanti a una rappresentazione di fiction: Addio zio Tom è un "documentario nella Storia", che si addentra nell'America schiavista dell'800, fotografata dai due autori in soggettiva, intervistatori moderni e dotati di elicottero, proiettati nel passato e alle prese con personaggi bizzarri e spiazzanti, tutti coinvolti nel traffico di uomini e donne africane.
Il film si propone come una satira sociale e di fatto resta un oggetto anomalo e irripetibile nel panorama cinematografico italiano, differenziandosi nettamente anche dai precedenti lavori della coppia.
Ampiamente criticata per razzismo e pretestuosità, nonché per un neo-schiavismo massmediologico nei confronti di una moltitudine di comparse di colore (e spesso nude), gentilmente fornite dal dittatore haitiano, la pellicola non ha avuto facile circolazione a causa della censura ed è stata inizialmente sequestrata, per essere poi rimontata (con interventi dello stesso Jacopetti) e rieditata con il titolo alternativo di Zio Tom…
da qui


…Il film è molto ben fatto, il senso di marciume, di lezzo, la foschia delle paludi schiarita dal sole, così come le immagini di grandi case coloniali, campi di fiori, facciate sbrecciate, immagini di placida e rurale pace e tranquillità, che allora ci spingono ancora più prepotentemente e per contrasto, a guardare in faccia gli schiavi stipati all'inverosimile nel sudore, nel sangue e nella merda, come direbbe P.P.P. -che con Jacopetti ha avuto, e sarebbe interessante una ricerca al riguardo, molti più motivi di “incontro-scontro” ideologico e culturale di quelli che si potrebbe solo lontanamente immaginare, all'epoca- nello scafo di una nave negriera, e di come gli schiavi abbiano poi inevitabilmente aver dovuto tirare fuori i denti, dopo aver mangiato come maiali recintati in un porcile, o lentamente marcire in un buio umido, legati alla catena…
da qui


…Il film non è però solo un divertissement pseudo documentaristico: la rabbia dei neri del Novecento che vedono il "dream" di Martin Luther King annegato nel sangue di un omicidio allarmarono i distributori USA che chiesero ai registi tagli per 14 minuti, reintegrati solo nell versione uncut, quella che dura 136 minuti e l'unica che valga davvero la pena vedere ed acquistare. Scomodo questo Addio Zio Tom, a tratti volgare ed in altri quasi commovente pensando alla sorte di tanti poveri esseri umani, da una parte voyeuristico e mascalzone per unire dramma a scenette di greve erotismo, dall'altra sovversivo per il medesimo motivo. Un film unico, consigliato a coloro che sanno di potersi permettere di vederlo (e di goderlo), per tutti gli altri c'è Amistad (1977), con la certezza che è più facile essere migliori di Addio Zio Tom che essere come Addio Zio Tom
da qui

 

5 commenti:

  1. Non ho visto Addio Zio Tom ma ho visto parecchi altri mondo-movie. Se questo è veramente il migliore del suo genere come si legge in giro, ben venga, ma i suoi fratellini minori restano per me roba d'antiquariato buona giusto per i nostalgici della categoria.
    Nei mondo da me visionati oltre a cercare sempre l'immagine schock per solleticare lo spettatore, c'era un'impostazione quasi scolastica dove la voce narrante diventava il maestrino un po' snob che guardava dall'alto verso il basso i rituali africani al pari dei costumi sessuali svedesi (decisamente troppo moderni per l'Italia del tempo). Insomma, queste cose non mi sono mai piaciute, anche se ammetto che il mio spirito morboso negli anni passati mi ha spinto sovente in siffatti territori.

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  2. non ho visto gli altri, solo questo, magari ho avuto fortuna ed è il migliore .
    già solo le sequenze del viaggio degli schiavi e il mercato degli schiavi rendono il film da vedere, le cose che hai letto qui le vedi.
    c'è cinema e storia, e le immagini shock qui mancano, non ci sono lezioncine, né razzismo, lo si mostra e questo fa male forse, il commercio era carne e sangue e qui non si abbellisce.
    e c'è ironia e satira, insomma, mi ha colpito non poco.

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  3. Ah ok, no perché per esempio in uno che si chiama Magia nuda mi ricordo che viene ripreso senza veli lo squartamento di un elefante, oppure in Svezia, inferno e paradiso si stigmatizzavano gli adii al celibato. Cioè, proprio cinema di bassa statura.

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  4. Questo film non è affatto razzista, come potrebbe? Parla di razzismo, e del razzismo degli americani verso i neri, è un pugno nello stomaco di quelli che non dimentichi più

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    1. anche a me è sempre sembrato un film "forte",ma di certo razzista no, se uno capisce

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