giovedì 15 dicembre 2011

Scialla! - Francesco Bruni

non è un capolavoro, ma è un film che fa divertire, senza volgarità, con una sceneggiatura ben fatta.
una commedia italiana che merita di essere vista al cinema . Ismaele 



un ottimo sceneggiatore che un produttore illuminato come Beppe Baschetto ha finalmente fatto alzare dalla sedia collocata davanti al computer per metterlo al comando di quella ciurma (che immaginiamo divertente e divertita) che ha realizzato un film che trova una sua collocazione originale nel panorama del cinema italiano contemporaneo. Perché Francesco Bruni non vuole proporci l’ennesima commedia generazionale, non vuole spacciarci volgarità a buon mercato ma nemmeno propinarci un’opera prima ‘autoriale’. Vuole qualcosa di più e di diverso. Ci vuole innanzitutto ricordare che una sceneggiatura che funzioni ha bisogno di un costante ancoramento alla realtà. Bruni racconta un adolescente ‘vero’ non un ragazzo immaginato al chiuso di una stanza e poi riversato sulla tastiera di un iPad. Così come nell’inedia di Beltrame ritrae una parte di questa nostra società italiana che si è ormai ritratta, per perdita di fiducia anche nelle proprie capacità, dall’interazione…

Poche volte ormai capita di uscire dal cinema con la faccia tirata da un sorriso di soddisfazione, soprattutto quando non ti aspetti di vedere un film che ti piacerà. Ma questo è quanto succede conScialla! (stai sereno), esordio alla regia di Francesco Bruno, già sceneggiatore di successo con film importanti alle spalle (vedi La prima cosa bella, Tutta la vita davanti), inaspettata commedia ‘scialla’, ovvero rilassata, comoda e incredibilmente divertente, anche se attenta a problemi importanti e temi che toccano il quotidiano e la vita dei giovani e dei meno giovani…

…La storia è furbetta perché prova (e riesce) a coinvolgere lo spettatore più giovane MA ANCHE quello più attempato e sviluppa un doppio registro narrativo che per essere tenuto in bolla sfiora spesso lo stereotipo. 
È grazie alla bravura di Bentivoglio e Scicchitano, ottimo esordiente, un Vaporidis almeno più simpatico, che perdoniamo molte strizzate d’occhio, piccole astuzie narrative, autentici scadimenti di tono quali l’incontro con l’immancabile e pasoliniano poeta-delinquente (cameo di Vinicio Marchioni) o anche l’insulsa e omonima canzoncina che fa da leit-motiv al film.
Interessante notare, comunque, che togliendo Bentivoglio da tutte le inquadrature, della nostra storia resti ben poco. Il mondo giovanile si limita a panoramiche scorciate all’interno dei sempre più fatiscenti istituti scolastici, con bidelli che si spacciano per “operatori scolastici” e insegnanti dalle profonde e sconfitte occhiaie; e poi qualche “scazzo” qua e là, il “problema della droga” e a tutto coprire l’hip hop dell’abruzzese Amir sempre e rigorosamente in cuffia, come una reliquia da tenere ben celata, un segreto inenarrabile...

3 commenti:

  1. già dal titolo non gli avrei dato una lira, ma se dici che è comunque più che dignitoso magari un'occhiata gliela do :)

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  2. qui (http://www.minimaetmoralia.it/?p=5777) una stroncatura senza pietà di Cristian Raimo, al film e a quello che ci sta dietro

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