la storia è tratta da un libro e racconta la storia privata di una famiglia nelle quale nasce un figlio down.
con il libro e poi con il film diventa una storia pubblica, che viene condivisa con gli altri, per spiegare e capire che un figlio down non è un peso o una disgrazia, è solo un bambino speciale.
bravissimi gli attori, tutta la famiglia.
non sarà il film dell'anno, ma è proprio un gran bel film, non perdetevelo - Ismaele
…Potrebbe sembrare una favola edulcorata e poco credibile,
invece in questo film c’è una storia di vita vera: è la storia della famiglia
Mazzariol, che abita nel trevigiano, raccontata dal “vero” Giacomo nell’omonimo
libro da cui è tratto il film, pubblicato nel 2016 quando Jack aveva 19 anni
(oggi 300.000 copie vendute).
Alla sua opera prima, Stefano Cipani adotta uno sguardo tenero e divertente al tempo stesso, con l’intento di mantenere la leggerezza del romanzo di formazione per parlare di diversità con un linguaggio semplice e genuino.
Seppure qualche passaggio nella sceneggiatura possa risultare frettoloso o poco approfondito, si esce dalla sala con il sorriso stampato sulle labbra e una buona dose di gratitudine per questo esempio familiare di vitalità e apertura.
La coppia Alessandro Gassman – Isabella Ragonese restituisce poi con gentilezza la complicitá di due genitori che nelle sfide del quotidiano non dimenticano la positività contagiosa dell’ironia.
Ce lo ricorderemo allora come un film per tutta la famiglia, che emoziona e fa, semplicemente, bene al cuore.
Alla sua opera prima, Stefano Cipani adotta uno sguardo tenero e divertente al tempo stesso, con l’intento di mantenere la leggerezza del romanzo di formazione per parlare di diversità con un linguaggio semplice e genuino.
Seppure qualche passaggio nella sceneggiatura possa risultare frettoloso o poco approfondito, si esce dalla sala con il sorriso stampato sulle labbra e una buona dose di gratitudine per questo esempio familiare di vitalità e apertura.
La coppia Alessandro Gassman – Isabella Ragonese restituisce poi con gentilezza la complicitá di due genitori che nelle sfide del quotidiano non dimenticano la positività contagiosa dell’ironia.
Ce lo ricorderemo allora come un film per tutta la famiglia, che emoziona e fa, semplicemente, bene al cuore.
…Un film adolescenziale dove i ruoli tra gli amici e i
fratelli si ribaltano, linguaggio semplice e non volgare, essenzialità,
commedia mista a problemi familiari e gli adulti che non sempre sanno cosa
fare.
Una certa modalità ‘corretta’ e di ‘facile fruizione’ è un modo per renderlo vendibile alle famiglie e agli stessi ragazzi. Si legge che stanno aumentando le copie di distribuzione. Niente incassi stratosferici però sta prendendo un certo pubblico.
Resta una pellicola ‘media’ che tende al film-tv, simbolica ma non eccessivamente, commedia ma non più di tanto, seriosa ma con moderazione, a incastri ma qualche pezzo resta solitario.
Intanto la ‘piccola’ vendetta è servita fredda….da Davide all’amico strano: ‘…oltre a tutto il buono che ci dà Gio…lo Stato ci offre anche 400 euro al mese...
Una certa modalità ‘corretta’ e di ‘facile fruizione’ è un modo per renderlo vendibile alle famiglie e agli stessi ragazzi. Si legge che stanno aumentando le copie di distribuzione. Niente incassi stratosferici però sta prendendo un certo pubblico.
Resta una pellicola ‘media’ che tende al film-tv, simbolica ma non eccessivamente, commedia ma non più di tanto, seriosa ma con moderazione, a incastri ma qualche pezzo resta solitario.
Intanto la ‘piccola’ vendetta è servita fredda….da Davide all’amico strano: ‘…oltre a tutto il buono che ci dà Gio…lo Stato ci offre anche 400 euro al mese...
«Il romanzo di Giacomo Mazzariol ha avuto un
forte impatto sulla mia immaginazione e quando ho conosciuto Jack e Gio e la
loro famiglia mi sono reso conto di essere di fronte a qualcosa di davvero
unico: una storia importante. La famiglia Mazzariol è dirompente: la loro
indole e il loro senso di risolutezza è un esempio di umanità. La trama del
film ruota intorno a una bugia terribile, spaventosa ma spontanea. Ciò che mi
premeva era portare sullo schermo le emozioni e lo stato d'animo di Jack, un
ragazzino di tredici anni che si confronta con la disabilità del suo tanto
desiderato fratellino. Trovo affascinante, poetico e universale l'immagine di
un adolescente che scappa dalla paura, fugge il confronto e che s'innamora per
dimenticare, creandosi una nuova identità». [Stefano Cipani]
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