quando Elena sparisce, drammaticamente e sola a New York, a Petra manca una sorella e anche più.
Petra ricerca le orme di Elena a NY.
è un film bello e doloroso, Petra ha biogno di ricordare e lasciare traccia della sorella, e, come Ungaretti dice di Moammed Sceab, solo Petra sa ancora che Elena visse.
un film che merita - Ismaele
QUI il film completo
...Ci sono casi, come questo, in cui il cinema è
necessario come una terapia, anzi è la terapia stessa. Legata alla sorella
scomparsa da una somiglianza abbagliante, da un amore spezzato e da troppe
domande senza risposta, la regista ripercorre la vita della sorella, la propria
e quella della madre in cerca di uno scarto salvifico.
Paradossalmente, nonostante s'incolli nella memoria del suo spettatore, Elena è un film fatto per essere superato dalla sua autrice: pena la stasi, la follia, il possibile riproporsi di un destino tragico. Solo mettendo nuovamente in scena la vita e la morte, solo facendosi scrittrice, regista e montatrice di un racconto (per quanto dolorosamente vero), Petra può chiudere il capitolo. Poco importa, allora, se certe immagini sono più forti di altre, se certi deliri più o meno toccanti o condivisibili: la forza del film, che è tanta, è tutta nel gesto del filmare, di indossare la voce dell'altra, di prendere la sua strada (letteralmente, la strada della casa di N.Y.), di andare fino in fondo alla confusione dell'una con l'altra, per uscirne diversa e sola. Soprattutto, la forza è quella sentimentale della restituzione di un grande affetto. C'è stata infatti una stagione della vita di Elena -lo testimoniano i materiali di repertorio- in cui il suo cuore non era vuoto ma pieno d'amore per la sorellina. Due decenni dopo, Petra ripaga con questo gesto tardivo ma obbligato i tanti gesti d'amore della sorella e lo fa con lo stesso mezzo che amava usare Elena, quello del cinema.
Parlare di documentario ha pochissimo senso per questo mosaico di suoni e immagini dove tutto è documento, direttamente dalla fonte, eppure tutto rimanda a una sfera altra, quella dell'emozione, fatta di ricordi sublimati, paure cronicizzate, rimorso, rimpianto e quanto di più bruciante la mente umana possa contenere ed elaborare. Il film stesso è così: non è fatto di molto, ma evoca anche le immagini che non possiede.
Paradossalmente, nonostante s'incolli nella memoria del suo spettatore, Elena è un film fatto per essere superato dalla sua autrice: pena la stasi, la follia, il possibile riproporsi di un destino tragico. Solo mettendo nuovamente in scena la vita e la morte, solo facendosi scrittrice, regista e montatrice di un racconto (per quanto dolorosamente vero), Petra può chiudere il capitolo. Poco importa, allora, se certe immagini sono più forti di altre, se certi deliri più o meno toccanti o condivisibili: la forza del film, che è tanta, è tutta nel gesto del filmare, di indossare la voce dell'altra, di prendere la sua strada (letteralmente, la strada della casa di N.Y.), di andare fino in fondo alla confusione dell'una con l'altra, per uscirne diversa e sola. Soprattutto, la forza è quella sentimentale della restituzione di un grande affetto. C'è stata infatti una stagione della vita di Elena -lo testimoniano i materiali di repertorio- in cui il suo cuore non era vuoto ma pieno d'amore per la sorellina. Due decenni dopo, Petra ripaga con questo gesto tardivo ma obbligato i tanti gesti d'amore della sorella e lo fa con lo stesso mezzo che amava usare Elena, quello del cinema.
Parlare di documentario ha pochissimo senso per questo mosaico di suoni e immagini dove tutto è documento, direttamente dalla fonte, eppure tutto rimanda a una sfera altra, quella dell'emozione, fatta di ricordi sublimati, paure cronicizzate, rimorso, rimpianto e quanto di più bruciante la mente umana possa contenere ed elaborare. Il film stesso è così: non è fatto di molto, ma evoca anche le immagini che non possiede.
…No es una obra de arte, es un filme
discreto, pequeño, pero que al reflejarse sincero y humano sin complicaciones –no
da esa sensación aunque ha tenido más que seguro trabajo- en tratar de acaparar
la atención salvo algún toque de autor secundario que se amolda al conjunto
tiene mucho atractivo para el espectador sensible, y por tal tiene ganado
nuestro respaldo. Después, al ser una historia que acontece mucho en el ser
humano, la subyugación al vacío, de la mente enajenada, sirve como una
auscultación (personalizada) a una realidad, y queda como documento. Aunque lo
más importante es aquel espíritu que sobrevuela el filme en la nobleza del amor
incondicional y la rememoración audiovisual, un homenaje al ser amado, que deja
de ser solo de Petra y pasa a ser de todos, en donde tras la pantalla Elena
sonriente seguirá danzando en la calle para siempre.
Nessun commento:
Posta un commento