Benjamin fa il pagliaccio in un circo di provincia, non in Europa, ma in Brasile, pochissime persone, pochissimi spettatori.
e quella è la vita, uno che ride giustifica il lavoro del clown.
l'inizio del film è strepitoso, vedere per credere.
non sono i clown di Fellini, altri tempi, altro mondo, altro continente, ma il film di Selton Mello si fa vedere bene.
buona visione - Ismaele
… Nel loro
piccolo numero di clowns, sempre uguale, il padre Valdemar (un bravissimo Paulo
José) e il figlio Benjamin (interpretato magnificamente dallo stesso Selton
Mello) comunicano in modo privilegiato. Il loro rapporto è lì, camuffato sì
dalla goffaggine dei trucchi e dei costumi, ma mai insincero, mai dissimulato.
Diventa facile per il padre capire che Benjamin desidera lasciare il circo per
provarsi nella vita che non ha mai avuto: fatta di normalità comune, con una
casa, dei documenti anagrafici, una donna da amare. Una vita, soprattutto, in
cui Benjamin non rida ad arte, ma per puro diletto e perché qualcuno vuole e sa
farlo ridere. Se ne va via così Benjamin, trascinando la sua malinconia (il
tarlo del pagliaccio) e l’ossessione per i ventilatori nelle strade di una vita
che spera nuova e diversa, salvo dover fare i conti con la verità delle cose:
il gatto beve il latte, il topo mangia il formaggio… io son pagliaccio! O
Palhaço è un film delicatissimo, ispirato e toccante. Flessuoso come il suono
dell’accordéon che lo accompagna. Un film in cui il talento di Selton Mello è
grande quanto l’intimità della storia che racconta.
…Y con ese control tremendo sobre
lo que está pasando, que para eso se encarga de absolutamente todos los
departamentos importantes, Selton
Mello se permite virguerías como representar una actuación de
payasos del circo al completo (o casi) integrada perfectamente en el metraje.
El trabajo de documentación para interpretar a este personaje, tanto por su
parte como por la de Paulo José, el
padre (y también payaso) del protagonista, da sus frutos, como también ocurre
con el resto del elenco. El circo tiene vida propia, y cada uno de sus
componentes juega un papel dentro del ecosistema, pero es que además consiguen
encandilar con sus personalidades.
Pero más allá de la carpa, todos los personajes que aparecen en la
aventura del payaso Benjamín son tan fantásticos como el forzudo, el trapecista
o la bailarina exótica; no hay espacio para lo anodino ni lo gris. Tampoco en
la paleta de colores, cálida y luminosa la mayor parte del tiempo; solo oscura
cuando los personajes viven momentos oscuros. El
payaso cuida de todo detalle para rematar noventa minutos de
viaje al otro lado del espejo, entre los que también se cuenta una banda sonora
autóctona evocadora y agradable. El
país donde se desarrolla es Brasil, pero este es un Brasil etéreo y onírico, alejado
de favelas o de los carnavales…
…Não é
inédita, de qualquer forma, a imagem do palhaço triste, que pinta um sorriso
sobre a boca, faz todos rirem mas chora por dentro. Ela é quase indissociável
da arte do circo durante o século 20, quando o ocaso dos espetáculos
itinerantes, substituídos pelo cinema, rendeu filmes melancólicos como Os
Palhaços (1970), de Fellini. Não por acaso, Mello cita entre suas
referências para o filme alguns ícones da memória afetiva do humor: Jacques
Tati, Oscarito, Didi Mocó.
O Palhaço tem um pouco de Wes Anderson também. Por
onde passam, Benjamin e sua trupe são mostrados com aqueles enquadramentos
geométricos de tableau vivant que marcam o cinema de
Anderson - e Benjamin, com sua fala engasgada e sua postura reta, de quem
enrijeceu com tantos dilemas mal resolvidos, bem que podia ser um dos
excêntricos Tenenbaums....
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