lunedì 4 giugno 2018

Alucarda - Juan Lopez Moctezuma

una storia di diavoli nei corpi di giovani ragazze, suore abbastanza cattive, un esorcista violentissimo, morti quanto basta, mistero, violenza, amore nel giusto mix, attrici bravissime, un regista che si era fatto le ossa con Alejandro Jodorosky, citazioni numerose, ma non disturbano, il tutto in poco più di un'ora, da vedere e rivedere.
non adatto per i cinema parrocchiali, ca va sans dire.
godetene tutti, buona visione - Ismaele



QUI il film completo in spagnolo

QUI il film completo in inglese, con sottotitoli in portoghese


Justine, una ragazza rimasta orfana, viene condotta in un convento dove trova come compagna di camera una giovane dal fascino oscuro, Alucarda, la quale la inoltra nell’adorazione del diabolico sovvertendo così ogni regola sacra presente in quel luogo. Un plot del genere non poteva che deliziarci con una pellicola tetra, blasfema e contorta, dove le derive lesbo-sataniche di marca exploitation incontrano altre di stampo vampiresco.
“Alucarda, La Hija De Las Tinieblas” (questo il titolo originale) prende ispirazione da una moltitudine di riferimenti: da Sheridan Le Fanu (per la sceneggiatura), da De Sade (la scelta non casuale di chiamare Justine la ragazza innocente) e ovviamente da Ken Russell (“I Diavoli” resta un’opera seminale per lo sviluppo di molti lavori successivi dalle tematiche simili)…

Alucarda (Alucarda, la hija de las tinieblas) è un piccolo capolavoro - girato alla fine del 1975 ma distribuito solo nel 1978 - del regista messicano Juan Lopez Moctezuma (1932-1995), autore di pochi film, ma tutti veramente interessanti (fu già collaboratore di Alejandro Jodorosky su El Topo, di cui Moctezuma è stato anche produttore). 
La protagonista Alucarda (Tina Romero) è una giovane scapestrata che arriva in un convento dove conosce Justine (Susanna Kamini), l'eroina-vittima creata da De Sade, che lì vive. Alucarda ha un passato molto tenebroso (E' una strega? E' la figlia di Satana?) ed è soggetta a forze maligne, e Justine cade presto sotto la sua influenza.
Al di là della trama (che incorpora pure echi di Carmilla di Sheridan Le Fanu), ciò che rende il film un capolavoro sono la ricercatezza e la bellezza delle immagini (anche grazie all'esperta illuminazione del direttore della fotografia Xavier Cruz), con scenografie e costumi che colpiscono per la surreale qualità e che sono l'aspetto caratterizzante della pellicola, insieme alla follia con la quale viene raccontata la storia di un'indemoniata volontaria, interpretata con estrema generosità da Tina Romero…

 Entrar en el universo de Moctezuma es sumergirse en un mundo fascinante, decadente, repleto de luces y sombras que resaltan los tétricos decorados casi orgánicos en los que habitan las jóvenes internas y la orden religiosa, que viste unas irreales túnicas a base de gasas que casi las asemeja a momias y que también nos evocan la pintura Muerte de Marat de David. Y es que Alucarda, la hija de las tinieblas tiene una puesta en escena pictórica, las secuencia se suceden como auténticos tableaux vivants, y los siniestros decorados casi evocan las Carceri d’Invenzione de Piranesi. Es este tratamiento de la fotografía, la escenografía y el vestuario, el que la eleva por encima de otras producciones de su momento, y ello a pesar de que es fiel a las estrategias narrativas de los 70s (zooms, filtros, cámara lenta). Igualmente setentero es el desarrollo de lo erótico con ese efecto flow, pero, aunque sus escenas de fino erotismo estén rodadas con un filtro a lo Hamilton, resultan mucho más carnales que las del fotógrafo y cineasta inglés. Son unas escenas poderosamente sexuales, en especial el fascinante beso sangriento entre las dos jóvenes protagonistas. Gran parte de su sensualidad es responsabilidad de Tina Romero en la piel de Alucarda, con sus largos cabellos, su mirada penetrante, y sus ropajes negros, la joven encarna perfectamente la condición de bella y réproba tentadora que exige su personaje. De hecho, el trabajo actoral de Tina está por encima del de sus compañeros de reparto, aunque merece mencionarse a Claudio Brook, actor habitual de Luis Buñuel, que aquí interpreta dos papeles totalmente diferentes demostrando una versatilidad digna de Lon Chaney, y a Tina French, que interpreta a la hermana Angélica, la cara opuesta de Alucarda…

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