si inizia sorridendo, ma si continua in un incubo senza fine.
chi si annoia in un film così si faccia visitare da un esperto.
a me è piaciuto moltissimo (e anche al 91% delle recensioni di Rottentomatoes).
non fartelo scappare, non ti deluderà - Ismaele
…Il mistero degli spazi
attraversati dal treno nonché l'enigmaticità di una Russia in cui, come afferma
il luciferino personaggio interpretato da Ben Kingsley, "Quando c'era il
comunismo gran parte della popolazione viveva nell'ombra mentre oggi muore alla
luce del sole" aggiungono fascino alla storia. Il treno poi, sin dalle
origini del cinema (La
grande rapina al treno, 1903) è un mezzo di trasporto del tutto
congeniale alla costruzione di atmosfere di tensione. Se poi ci si aggiunge la
menzogna grazie alla quale, come ricorda un adagio russo, si può andare avanti
nella vita ma poi non si può tornare indietro, il gioco è fatto. Anderson sa
condurlo magistralmente grazie anche al faccino innocente di Emily Mortimer…
…non abbiamo paura di
dire che con Transsiberian noi ci siamo entusiasmati. Un film
compatto, tradizionale nella struttura: un viaggio in treno nelle lande
innevate siberiane si trasforma in incubo per i suoi protagonisti. Quello che
ci ha colpito è che, da questo punto di partenza, Anderson (anche autore della
sceneggiatura) cava una pellicola che riaggiorna le situazioni, i topoi e le
particolarità del genere giallo–thriller, imprescindibilmente guardando a
Hitchcock e Polansky ma con il coraggio di autodefinirsi. Diciamocelo: benché
prodotto per lo più dalla più grande casa spagnola di cinema thriller e
fantastico, è chiaro che, dopo i successi dei film precedenti, Anderson aveva
libertà di movimento…
…Ma Transsiberian, che a
prima vista gli assomiglia concettualmente, è molto di più: il viaggio infinito
di questo treno si sdoppia, anzi si triplica, attraversando parallelamente e
simultaneamente almeno tre temi. Quello di uno Stato, la Russia, che dal crollo
dell’URSS non è riuscita più a sentirsi Paese, con tutto quello che ne
consegue; quello più strettamente cinematografico in cui la tensione viene
continuamente rilanciata con acume e sottile morbosità, soprattutto nella
prima parte (poggiandosi sul fatto che noi spettatori sappiamo che ciò che
stiamo vedendo nasconde sempre qualcos’altro); e quello di un viaggio nella
debolezza caratteriale della protagonista, incapace di assumersi davvero le
proprie responsabilità e che per non guardarsi in faccia preferisce percorrere
la strada della bugia (però, come dice un impagabile Ben
Kingsley, “con le bugie puoi andare avanti ma non puoi mai
tornare indietro”). Non si può negare che Brad Anderson sappia
sfruttare con ingegno le location che ha a disposizione e il disorientamento
dell’americano medio in terra straniera a lui ignota, conferendo veridicità
narrativa agli avvenimenti (cosa che talvolta in pellicole simili latita)…
…Brad Anderson, già regista del riuscito
Session 9 e dell'inquietante L'Uomo senza sonno, ci regala un’altra esperienza
da incubo. Il treno che attraversa la Siberia è claustrofobico come solo
l'Orient Express di Agatha Christie prima di lui. La sensazione che si avverte
è quella di un viaggio attraverso lo spazio in cui il tempo non solo si è
fermato, ma è tornato addirittura indietro, ai tempi in cui i banditi non erano
il destino peggiore di un viaggiatore incauto.
Una leggera paranoia invade ogni spazio lasciato libero dall'immaginazione e presto i protagonisti dovranno fare i conti con le verità terribili che si celano sotto la leggera patina di normalità che ricopre la loro situazione. Il treno metafora e segno di un tempo che non è più, qua assume la valenza di ricordare a chi percorre il cammino per suo mezzo, che non sempre il progresso è cosa buona per chi si trova a vivere i momenti di transizione che lo accompagnano…
Una leggera paranoia invade ogni spazio lasciato libero dall'immaginazione e presto i protagonisti dovranno fare i conti con le verità terribili che si celano sotto la leggera patina di normalità che ricopre la loro situazione. Il treno metafora e segno di un tempo che non è più, qua assume la valenza di ricordare a chi percorre il cammino per suo mezzo, che non sempre il progresso è cosa buona per chi si trova a vivere i momenti di transizione che lo accompagnano…
Cazzz!!!! Mi sa che 'sto Anderson è uno dei meglio sulla piazza!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Robabuonissima!
RispondiEliminaE scopro solo ora che ha appena fatto questo, tratto da un bellissimo e poco conosciuto racconto di Poe: http://it.wikipedia.org/wiki/Stonehearst_Asylum , e anche che ha diretto sei episodi di Fringe, una delle serie tv di questi tempi più notevoli (ma non così notata).
RispondiEliminaBrad merita, sì :)
Eliminahttp://markx7.blogspot.it/2012/07/happy-accidents-felici-incidenti-brad.html
http://markx7.blogspot.it/2012/06/session-9-brad-anderson.html