mercoledì 1 febbraio 2012

Cyrus – Duplass (fratelli)

tiene attaccati allo schermo fino alla fine, merito degli attori, sopratutto di John C. Reilly, che è bravissimo.
se non si hanno aspettative troppo grandi piace. - Ismaele


I Duplass utilizzano abbondantemente le musiche, conferiscono ai personaggi lavori e ambienti che conoscono, attribuiscono loro nevrosi e fissazioni che abbiamo imparato a riconoscere come proprie all'americano contemporaneo - relazioni difficili, aggressività, imbarazzi e nuovi equilibri familiari. La coppia e la famiglia, per quanto disastrate, non sono migliori o peggiori di quelle "tradizionali", semplicemente vivono di diverse problematiche relazionali. I Duplass non stupiscono, né strappano risate facili: tutto rimane su un terreno riconoscibile, non troppo assurdo e nemmeno troppo banale. Forse non aggiungerà nulla di viscerale, ma "Cyrus" è un film che mette al centro i personaggi, i sentimenti, i conflitti irrisolti e le relazionali sociali, senza giudicare. Risultato di un cinema che - abbandonate le etichette - si poggia su mezzi specifici, persone e personaggi.

…Sempre in bilico con la commedia nera, i personaggi appaiono ben delineati, sia per via della forte sceneggiatura sia per la prova degli attori, chiamati spesso a improvvisare durante le scene. John C. Reilly riesce a comunicare anche con una semplice contrazione dei muscoli facciali tutto il suo disappunto o la sua amara rabbia. Jonah Hill, da cui non ci si aspetta molto prima della visione del film, si dimostra invece padrone della scena sia per la sua stazza fisica sia per il suo sguardo da "sociopatico mammone e bugiardo": in certe inquadrature è davvero inquietante, ad un passo dal turbare anche lo spettatore, mentre è irresistibile nella scena in cui si mostra intento a comporre musica.

Nonostante le poche scene, la Keener riesce a portare la sua personalissima impronta al personaggio più normale di tutta la storia. Marisa Tomei è in pieno stato di grazia, dannatamente credibile e sexy anche nel ruolo di mamma "attempata", con il suo sguardo da gatta sorniona, come se il suo personaggio fosse la naturale evoluzione della Mona Lisa di "Mio cugino Vincenzo"…

Mai troppe parole, mai troppe. E' per quello che non sopporto certi film di un notissimo regista americano che ogni volta che ritrae sé stesso e/o i suoi compatrioti come stressati, depressi piuttosto che ipocondriaci e polifobici, ci mostra persone che parlano a mitraglia, frasi a raffica, ognuno che parla per conto suo poi, senza ascoltare gli altri. Sarà anche quello il mondo che vuole ritrarre ma mi danno sui nervi. Chi è? Provate a indovinare. Un aiutino? Ricorda un certo picchiarello.
Qua siamo agli antipodi, si parla il giusto, uno per volta, ci sono persone che sanno ascoltare…


4 commenti:

  1. ciao Francesco! mi fa piacere ti sia piaciuto, è proprio un bel film

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  2. mi sa che tutti i film nei quali appare John C. Reilly mi sono piaciuti:)
    quello che me lo rende oltremodo simpatico è che non è un divo, sembra un vicino di casa o un collega di lavoro, magari un amico.

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  3. film simpatico, con attori in formissima :)
    Reilly bravo come al solito, ma qui mi ha colpito di più Jonah Hill e il personaggio che i fratelli gli hanno cucito addosso.

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  4. Jonah Hill non delude, tutti sono misurati, e rendono il film onesto e verosimile

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