giovedì 9 febbraio 2012

Hugo Cabret - Martin Scorsese

"Hugo Cabret" è una bellissima storia d'amore.
parafrasando Pier Paolo Pasolini, che dice "La morte non è nel non poter comunicare ma  nel non poter più essere compresi", qui si può dire che la morte sta nell'essere dimenticati.
e Scorsese non dimentica, quello che non dimentichiamo è vivo, sembra dirci.
andate e godete tutti di questo film, nessuno se ne pentirà, promesso - Ismaele

Quanto cinema c’è dentro “Hugo Cabret”? Tutto. C’è tutto il cinema possibile e anche quello impossibile dentro l’ultimo capolavoro di Martin Scorsese. C’è tutto il cinema ed ogni suo pezzo. E’ davvero curioso scoprire come la più geniale invenzione di montaggio di George Melies sia stata figlia di un meccanismo che si inceppa. Una cinepresa che filma una scena di vita metropolitana parigina, la macchina che per un guasto si incaglia, lo scorrere di qualche minuto fuori dal girato, la macchina riparata che torna a riprendere la scena nel frattempo leggermente cambiata…
Un viaggio attraverso l’impossibile. Così si può (estremamente) sintetizzare Hugo Cabret, l’ultima opera (e già tra le più importanti della carriera) di Martin Scorsese.
Un viaggio che parte da Parigi, proprio come quello del cinema, iniziato al Grand Café des Capucines il 28 dicembre 1895, data convenzionale più che ufficiale, quando i fratelli Lumière fecero la loro prima proiezione pubblica.
Un viaggio che appare come il più personale e sentito da tanti(ssimi) anni a questa parte del regista newyorkese: eppure, chi l’avrebbe mai detto qualche mese fa vedendo un trailer retorico e ricattatorio, che pareva preannunciare una pellicola simil-fantasy per famiglie?..

Scorsese, da studioso e amante della storia del cinema, ha capito, dopo una vita spesa anche tra restauri e cineteche, che quello che conta, nel cinema, è la magia del sogno, del nuovo, dell’invenzione. E nel 2012 non è il riproporre a funzionare, ma il reinventare: scovare il meccanismo, dargli un’aggiustata e farlo rifunzionare…

6 commenti:

  1. Me ne parlavano in maniera ugualmente entusiastica giusto ieri sera. Lo guardo, del resto hai promesso che non me ne pentirò ;)

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    1. pensavo al confronto, che qualcuno fa in giro, fra "The Artist" e "Hugo Cabret".
      per me "The Artist" è un film davvero bello, ma è come un gioco, invece "Hugo Cabret" è una cosa seria, e resterà.

      mi dirai:)

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  2. Dovrei vederlo domani. Sono già emozionato solo ad avere letto la trama.

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  3. L'ho rivisto in 3D, ma sono un po' antico, il film va bene in 2D e il 3D non mi ha aggiunto o tolto niente nel giudizio.
    come se facessero "La Divina Commedia" con una carta speciale, caratteri diversi, qualche colore, cosa cambieremmo nel giudizio dell'opera?
    io niente.

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  4. A me continua a piacere di più il libro invece, non per il solito cliché per cui la trasposizione cinematografica dev'essere per forza peggiore, ma perché quei disegni dickensiani con tutti quegli zoom a effetto, il carboncino, la cura dei dettagli, ecco a me hanno preso molto di più del film. Ma forse c'entra anche il fatto che quando ho visto il film erano passate troppe poche ore dalla lettura e dal gusto della cellulosa :)

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  5. il libro mi manca, non sapevo ci fosse, magari un giorno...

    poi ho visto anche "Il dittatore", con Ben Kingsley e Sacha Baron Cohen anche in questo, altra cosa, Martin Scorsese sa come si fa.

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