la prima scena è come un cortometraggio che può vivere da solo, poi il film si illumina, e, come in un piccolo giallo, Mary vuole scoprire un mistero che riguarda il marito.
questo mistero piano piano la coinvolge oltre ogni previsione, e Genevieve è più una sorella che una nemica e Solomon è come un figlio, quello che Mary non ha mai avuto.
insomma, l'opera prima di Aleem Khan è un film che non puoi smettere di guardare.
buona (imperdibile) visione - Ismaele
ps: un po' di anni fa, nel 1999, in un altro grande film, East is east, di Damien O'Donnell, appare un'altra straordinaria donna inglese, sposata con un uomo pakistano.
…Film intelligente e sentito, After
Love non ha nemmeno un tassello fuori posto: perfino gli elementi
periferici, come il segreto del giovane Solomon, vengono dal vissuto personale
di un regista che è riuscito a mettere su schermo la storia della sua famiglia
trovandogli però una chiave di astrazione che affascina lo spettatore.
…Nel
raccontare la storia di un’elaborazione di un lutto e la ricerca di un’identità
forse perduta, il film dell’esordiente Aleem Khan mette in scena un racconto
capace di parlare al pubblico con due attrici protagoniste straordinarie. Lo
stile di ripresa asciutto e raffinato potrebbe risultare un po’ statico,
soprattutto nella parte centrale del film, dove il racconto sembra dilatarsi un
po’ troppo, ma la sensazione finale è quella di trovarsi di fronte a un ottimo
film, girato con mano esperta nonostante sia un’opera prima.
…es una gran película magníficamente construida sobre un
guion que cuida muy bien los diálogos en la dosificación de la trama. Estudio
psicológico de personajes femeninos con excelente interpretación de la
protagonista principal. La identidad personal, la autoestima emocional las
dobles vidas y las verdades ocultas están en su núcleo argumental.
A su vez, se confronta sutilmente el papel de las mujeres
en las distintas culturas y religiones del mundo occidental laico y el
religioso musulmán. Interesante película de autor del prometedor debutante
director Aleem
Khan.
…a noi interessa solo quella dannata prima
scena. Bellissima.
Nella luce
soffusa di una cucina, una donna che ha appena tolto l’hijab dialoga con il
marito, di cui, dopo un rapido ingresso in casa, si scorge solo la sagoma
semioscurata perché è nel tinello, dalla parte opposta rispetto alla cinepresa,
confinato nella profondità di campo (cioè nell’ampiezza nitida dello spazio
completamente a fuoco dell’inquadratura) e incorniciato dallo stipite della
porta della stanza successiva, con un effetto che il cinema utilizza spesso,
quando vuole evidenziare qualcosa, detto di quadro nel quadro. Lei sta
preparando la cena e intanto discutono dell’’aqīqa, il battesimo islamico di
una neonata, Khalila, che conoscono e a cui dovranno partecipare. È un quadretto di ordinaria vita familiare,
come potrebbe capitare a tutti se solo fossero visti dal di fuori (grattatevi
pure, ma non per il quadretto familiare, perché c’è di peggio, tipo ciò che
seguirà). La macchina da presa staziona in cucina, osserva la moglie
affaccendarsi, mentre sullo sfondo il marito accende la televisione, mette una
mano al petto, che è solo un atto di devozione ma a ragion veduta lascia
presagire qualcosa. Il marito è fisso nel riquadro, la moglie si sposta lungo
l’ampiezza dello spazio scenico a disposizione, dal frigo, al fornello, poi al
lavandino. Dialogano, il marito riconosce che il nome dato alla bambina è un
bel nome, la moglie ammette che non ama vedere i bambini rasati a quella tenera
età, mentre il marito, sedendosi pesantemente sulla poltrona, le fa notare che
non è molto diverso dall’infilare la testa nell’acqua del battesimo cristiano.
Il fischio della teiera irrompe progressivamente in scena, sovrapponendosi alla
consuetudine del dialogo: sembra faccia parte di quella stessa normalità che
stiamo seguendo, da cui si è attratti senza capire bene perché, se non per
quell’istinto voyeuristico incoraggiato e mai sanzionato dal cinema, e invece è
un’incursione impropria, in qualche modo dissonante in quella serenità
crepuscolare. Perché pensandoci, pur
nella sua apparente fissità, tutto è basato su evidenti opposizioni:
mobilità della moglie/sostanziale stabilità del marito, luce sulla moglie/ombre
sul marito, vicinanza della moglie/lontananza del marito, armonia della
sera/fischio acuto della teiera, fisicità/evanescenza della presenza. La moglie
continua a parlare, riflette quasi a voce alta, il marito non dice più nulla,
ulteriore opposizione. Il tè è pronto e a quel punto anche lei si allontana
dalla cinepresa per raggiungere il marito nel tinello.
Si sporge
verso la poltrona ma il marito non risponde. Non risponde più. È l’ultima
opposizione, quella decisiva, tra commedia familiare e tragedia improvvisa,
senza alcuna avvisaglia se non per gli indizi disseminati in precedenza, le
opposizioni, le condizioni di luce, il fischio, la mano sul petto, volendo
anche la distanza intercorrente tra battesimo ed estremo saluto. Tutto in due
minuti e in un’unica inquadratura, in una continuità sconcertante perché non
fornisce l’appiglio di un’evidente cesura tra il prima in cui
le cose sono banali nella loro normalità e un dopo per il
quale, inevitabilmente, niente potrà più essere come prima…
Vero, bellissimo
RispondiEliminaper East is east ci avevo preso :)
Eliminavedi i commenti qui:
https://dissequenze.altervista.org/quando-la-rubrica-non-sera-ancora-montata-la-testa/
Pensa che ero certa che l'avessi visto o forse la mia memoria lo aveva anche conservato, magari avevo letto anche la tua recensione, ma ieri sera cercandola non l'ho trovata e volevo darti notizia di questo film che ho trovato sorprendente per la storia, i protagonisti, certe inquadrature intense oltre un paesaggio luminoso. Straordinaria opera di un regista che ha una sensibilità fuori dal comune.
RispondiEliminaè davvero uno di quei film che danno più di quanto uno immagina, meglio non sapere troppo prima
Eliminadue belle interviste di Aleem Khan (in inglese)
https://www.raiplay.it/video/2020/10/After-Love---Aleem-Khan-del-18102020-6ed60dc9-b92a-46ba-9b8a-9bfd290787fc.html
https://www.youtube.com/watch?v=Yyar9Smt6lA&ab_channel=LaSemainedelaCritique
qui (https://vimeo.com/162337980) un corto di Aleem Khan, in inglese
Sono d'accordo con te, meglio non sapere niente dell'argomento, l'idea che te ne fai sarebbe riduttiva e penseresti a qualcosa di già visto, mentre invece l'argomento che leggo e in parte lo avevo pensato così personale vissuto dal regista viene raccontato in maniera originale e sorprendente. Grazie.
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