giovedì 21 aprile 2016

Veloce come il vento - Matteo Rovere



uno di quei film che ti dà più di quanto ti aspetti, con una sceneggiatura che evita le trappole e i vicoli ciechi e che ti tiene incollato allo schermo.

bravissimi gli attori, straordinari Matilda De Angelis (Giulia), al suo primo film per il cinema, e Stefano Accorsi (Loris), che ritorna a una straordinaria interpretazione, ai livelli di quella del bellissimo “Capitani d’aprile”.

tante cose meritano di essere ricordate, in questo film, che prende quota col passare dei minuti.

bellissimo il rapporto fra Loris, una specie di figliol prodigo, anzi, di fratel prodigo, e Nico (Allegria), come anche quello fra Loris e Giulia, tutti insegnano qualcosa e imparano molto.

non perdetevelo - Ismaele



…Matilda De Angelis, al suo esodio cinematografico, è perfetta nei panni di una 17enne che ha il motore nel dna ma anche responsabilità adulte e piedi ben piantati per terra. Il suo sguardo sotto il casco mescola terrore e adrenalina, il suo corpo acerbo comunica fragilità e determinazione. La sua recitazione sobria e autentica, che ben si sposa con quella di Grazioli e del piccolo Giulio Pugnaghi nei panni di Nico, fa da contraltare e da contenitore a quella sopra le righe di Stefano Accorsi, che sulle prime pare gigioneria e invece conquista gradualmente dignità e carisma, per diventare la brillante caratterizzazione di un uomo in equilibrio su un crinale scosceso, un perdente glorioso degno di quell'universo epico e spaccone che è il mondo delle corse, siano esse su circuito di Formula Uno o su strada sterrata. Passato il mezzo del cammin della sua vita Accorsi sciacqua saggiamente i panni nel Po e non solo rispolvera il suo accento (pre Maxibon) ma acquisisce anche una postura da contadino della Bassa, e attinge alla fame di vita del Vasco prima maniera e alla poesia anarchica del Liga (Antonio, più che Luciano). Le riprese di gara sono convincenti e si lasciano seguire anche da chi non le conosce né le apprezza, e non privilegiano mai l'abilità tecnologica rispetto alla dimensione umanistica del racconto. In questo senso Veloce come il vento è più analogico che digitale, e gli effetti speciali sono vintage come il codice d'onore di Loris De Martino…

Incredibile. Un film italiano che ce la fa a essere popolare, e perfino in linea con i gusti di certo pubblico giovane-giovane e testosteronico, senza essere becero. Che flirta con certi generi oggi internazionalmente vincenti e però trova una via autoctona, originale, in cui quei modelli stranieri di riferimento vengono sì usati, ma rimodulati e riconfigurati secondo una sensibilità e un’antropologia tutte nostre. Ci si aspettava all’anteprima stampa il solito film italiano, e in quel solito c’è la disillusione maturata dopo infinite cose mediocri o orrende, ed è stata invece una bella sorpresa. Un film action-adrenalico di corse d’auto tiratissime con gran stridor di freni e gomme qui, da noi, nel nostro cinema? Ebbene sì, e non è un triste Fast & Furious de’ noantri malamente copiato con pochi mezzi e ancor meno idee, è qualcosa di dignitosissimo e originale che affonda nella passione tutta nazionale per i motori rombanti
…L’esordiente Matilda De Angelis è una rivelazione. Ma il film se lo prende Stefano Accorsi, che il suo tossico Loris se lo incorpora in un’operazione impressionante di mimesi, anche fisiognomica, che davvero ricorda quella di Christian Bale in The Fighter. Magro, uno spettro ambulante, i denti marci, il capello lungo e unto, sembra uscito dai peggiori incubi eroinici degli anni Settanta-primi Ottanta. Un’interpretazione che convincerà anche quelli che Accorsi-non-sa-recitare. Se il film ha il sapore di verità che ha, e si tiene lontano dalla tremenda estetica del carino che ammorba tanto cinema italiano, il merito è anche suo, della sua performance così corporale e sporca…

…Era da un pezzo che non mi capitava d'imbattermi in un'opera italiana così forte d'impatto, così ben raccontata, così popolata di intimo dolore, così accuratamente recitata e prodotta. Lo so che forse sto esagerando ma per me questo film è già un cult. E quel che mi si è stampato nell'anima è proprio dato dai volti meravigliosi dei fratelli Loris e Giulia De Martino, splendidamente interpretati da uno Stefano Accorsi in stato di grazia (e aggiungerei sorprendentemente, visto che le sue quotazioni erano piuttosto in ribasso) e soprattutto quella che è la rivelazione (acclamata e conclamata del film), la meravigliosa debuttante (al cinema, in tv aveva già fatto qualcosina) Matilda De Angelis (per inciso, ci tengo a dirlo, oltre che ottima attrice è anche la front girl della band "patchanka" dei Rumba De Bodas, dunque artista eclettica, pur giovanissima). Insomma un film che mi ha preso bene e che credo mi resterà a lungo nel cuore….

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