sabato 29 novembre 2014

The Long Good Friday - John Mackenzie

in questo film Bob Hoskins e Helen Mirren (futura regina di Frears nel 2006) sono di una bravura mostruosa, in più la storia è davvero bella.
in due giorni Harold passa dalle stelle alle stalle (e anche peggio), quando gli va tutto bene, e sta per fare un affare con dei mafiosi statiunitensi (nella Londra degli anni della Thatcher), succedono degli omicidi terribili e incomprensibili, all'inizio.
è un piccolo capolavoro, peccato per chi se lo perde - Ismaele

ps: per una coincidenza un personaggio si chiama Restivo, come l'assassino di Elisa Claps (secondo la Cassazione), detenuto in Inghilterra.







…Il film, diretto da John Mackenzie, costò 930.000 sterline e fu prodotto da Barry Hanson da un copione di Barrie Keeffe, con la colonna sonora del compositore Francis Monkman: fu proiettato ai festival di Cannes, Edimburgo e Londra nel 1980.
La storia originale, dal titolo "The Paddy Factor", fu scritta da Keeffe per Hanson quando quest'ultimo lavorava per la Euston Films, una sussidiaria di Thames Television, che non realizzò il film e da cui Hanson acquistò i diritti per la sua compagnia, la Calendar Films. Malgrado il fatto che Hanson avesse progettato l'opera per il cinema e che tutti i contratti furono fissati per un film e non per un accordo televisivo, la produzione fu finanziata dalla Black Lion, sussidiaria della ITC Entertainment di Lew Grade, per essere trasmessa dalla Associated TeleVision (ATV) sul network ITV. Il film fu commissionato da Charles Denton, all'epoca addetto alla programmazione della ATV e direttore operativo della Black Lion. Dopo che Grade vide il film, si dice che abbia affermato di aver visto una glorificazione dell'IRA.
Il 24 marzo 1982 fu fissata una proiezione in televisione dopo aver sottoposto il film a tagli pesanti; per evitare queste modifiche, alla fine degli anni '80 Hanson tentò di riacquistare il film dalla ITC per impedire alla ITV di mandare in onda il film. I tagli, disse, sarebbero stati "esecrabili" e che avrebbero formato "un film di 75 minuti senza alcun senso". Allo stesso tempo fu riportato che Bob Hoskins aveva intenzione di portare in giudizio Black Lion e Calendar Films per impedire la realizzazione di una versione TV per gli Stati Uniti in cui la voce di Hoskins sarebbe stata doppiata dall'attore David Daker.
Prima della messa in onda dell'ITV, i diritti del film passarono dalla ITC alla compagnia di George Harrison, la Handmade Films, per una somma pari a circa 200,000 sterline in meno del costo di produzione, compagnia che poi proiettò il film al cinema.

"The Long Good Friday," which is a masterful and very tough piece of filmmaking, eventually does answer these questions. But the point of the film isn't to analyze Harold Shand's problems. It's to present a portrait of this man. And I have rarely seen a movie character so completely alive. Shand is an evil, cruel, sadistic man. But he's a mass of contradictions, and there are times when we understand him so completely we almost feel affectionate. He's such a character, such an overcompensating Cockney, sensitive to the slightest affront, able to strike fear in the hearts of killers, but a pushover when his mistress raises her voice to him…

In his breakthrough role, Hoskins gives a towering performance. Effortlessly switching from charismatic businessman on top of the world to vicious warlord struggling to comprehend how easily his empire is crumbling beneath him, Shand is an interesting anti-hero, who barks out much of the quotable dialogue with the same ease as most people breath air. As for the quality of his final scene, it will leave you as speechless as Hoskins was when he performed it…

Bob Hoskins gives a stunning, doggedly tough yet profoundly pained performance in John Mackenzie’s London-based gangster flick The Long Good Friday that sometimes manages to elevate the picture’s generally diffuse drama to Shakespearean levels. Hoskins is perfectly cast, as his physical presence seems to be at odds with the well groomed world he’s maneuvering in here. Helen Mirren, who’s really quite elegant and beautiful here, exudes such class as his trophy wife that the feeling that Hoskins is a trespasser in the straight world is only aggrandized by her presence. He might try to look like a businessman, but it’s all too apparent that he’s a paunch little thug under the business suit. It’s a testament to the actor’s ability that the film manages to work as well as it does, since the tone is often hackneyed and cumbersome. Mackenzie stages the opening minutes without dialogue which, leaves the audience needlessly puzzled about what was shown there for much of the running time…
da qui

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