lunedì 2 dicembre 2024

Piccole cose come queste - Tim Mielants

sapevamo di quelle diavolesse travestite da suore, abusavano delle ragazze e dei loro bambini, se nascevano vivi, suore aguzzine per un secolo, fino all'altro giorno.

Bill (l'immenso Cillian Murphy) sa tutto quello che succede, come tutti, ma quelle suore sono potenti, se parli te la fanno pagare.

Bill incontra una ragazza (sua madre sarebbe stata una di loro), buttata al freddo in un deposito di carbone, viene minacciato come sanno fare le suore, Bill, che ha 5 figli/e, sta male, la notte di natale va in quel deposito, prende quella ragazza scalza e morta di freddo e la porta a casa sua.

Bill è un eroe dei nostri giorni!

in pochissime sale (una quarantina) non perdetevi Piccole cose come queste, se vi volete bene.

buona visione - Ismaele

 

 

Il volto nell’ombra di Cillian Murphy. Il suo drammatico silenzio mentre è inquadrato di spalle. Come Robert Oppenheimer nel film di Christopher Nolan si porta addosso il peso della Storia e sembra un fantasma, quasi un personaggio esterno che anche in questo caso racconta, anzi fa vedere la vicenda attraverso i suoi occhi. L’attore irlandese interpreta Bill Furlong che lavora come commerciante di carbone in una piccola città nella contea di Wexford, in Irlanda, per mantenere la moglie e le cinque figlie. Una mattina, mentre va al convento locale per fare una consegna, fa una drammatica scoperta che lo costringe a confrontarsi con il suo passato. In una cittadina controllata dalla Chiesa deve così scegliere cosa fare. Restare in silenzio o agire?...

da qui

 

Small Things Like These”, tratto dall’omonimo romanzo di Claire Keegan, è il controcampo iper-intimista di “Magdalene”. La pellicola racconta di Bill Furlog (Cillian Murphy), un carbonaio di New Ross che lavora, tra le altre cose, per una “Magdalene Laundries” della zona, caricando e scaricando ogni giorno enormi sacchi di torba, antracite, carbonella e legna. Un pomeriggio assiste a un litigio: una madre sta costringendo la figlia a entrare nel convento, mentre quest’ultima prega il padre di fermarla. È l’innesco narrativo di un lungo moto analettico: la madre dello stesso Furlog, abbandonata dal marito, è scampata alle violenze delle “Magdalene Laundries” solo grazie all’aiuto di Mrs Wilson, per la quale lavorava come domestica – una “delle poche donne che all’epoca poteva permettersi di fare ciò che voleva” dice in una scena Eileen (Eileen Walsh), la moglie con cui Bill ha cinque figlie.

L’azione emotiva della pellicola è chiusa in una fotografia cupa, tra offuscamenti, non-fuoco e primissimi piani che inglobano e raccordano la luce domestica (immagine sotto). Oltre l’abitazione di Bill, oltre il convento, a fare da protagonista, è la neve, la nemesi di ogni scrittore e scrittrice irlandese. Se in "Eveline" la neve identificava la paralasi interiore, nel romanzo di Keegan, al contrario della protagonista del racconto di Joyce, Bill reagisce alla stasi. L’elemento epifanico è diffuso gradualmente nel percorso narrativo, l’alternanza dei flashback trasforma, in questo senso, l’analessi in prolessi: Bill trova nel passato ciò che lo spingerà ad agire nel presente…

da qui

 

Small Things Like These non urla, non strepita, né pontifica, ma lavora sotto pelle e, uniformando il grigiore dell'inverno piovoso irlandese allo stato d'animo e ai patimenti del protagonista, vuole funzionare da monito rispetto ai danni gravissimi che può portare, ad ogni livello, l'indifferenza. Il combinato disposto delle minacce velate ricevute da parte della madre superiora Suor Mary (una gelida Emily Watson) e del consiglio di farsi gli affari propri arrivato dalla moglie e dell'amica Kehoe, è un crescendo di tensione dai contorni agghiaccianti, possibile grazie alla scrittura sensibile di Enda Walsh (che adatta un romanzo di Claire Keegan) e alla regia calibrata di Tim Milant, che non eccedono con le parole ma danno voce alle immagini, alle atmosfere, e soprattutto alla sofferenza che si nasconde dietro gli occhi di ghiaccio di Cillian Murphy, autore di una prova attoriale notevole, contraddistinta da profondità ed empatia.

da qui

  


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