sapevamo di quelle diavolesse travestite da suore, abusavano delle ragazze e dei loro bambini, se nascevano vivi, suore aguzzine per un secolo, fino all'altro giorno.
Bill (l'immenso Cillian Murphy) sa tutto quello che succede, come tutti, ma quelle suore sono potenti, se parli te la fanno pagare.
Bill incontra una ragazza (sua madre sarebbe stata una di loro), buttata al freddo in un deposito di carbone, viene minacciato come sanno fare le suore, Bill, che ha 5 figli/e, sta male, la notte di natale va in quel deposito, prende quella ragazza scalza e morta di freddo e la porta a casa sua.
Bill è un eroe dei nostri giorni!
in pochissime sale (una quarantina) non perdetevi Piccole cose come queste, se vi volete bene.
buona visione - Ismaele
Il volto nell’ombra di Cillian Murphy. Il suo
drammatico silenzio mentre è inquadrato di spalle. Come Robert
Oppenheimer nel film di Christopher Nolan si porta addosso il peso della Storia e sembra un
fantasma, quasi un personaggio esterno che anche in questo caso racconta, anzi
fa vedere la vicenda attraverso i suoi occhi. L’attore irlandese interpreta
Bill Furlong che lavora come commerciante di carbone in una piccola città nella
contea di Wexford, in Irlanda, per mantenere la moglie e le cinque figlie. Una
mattina, mentre va al convento locale per fare una consegna, fa una drammatica
scoperta che lo costringe a confrontarsi con il suo passato. In una cittadina
controllata dalla Chiesa deve così scegliere cosa fare. Restare in silenzio o
agire?...
…“Small Things
Like These”, tratto dall’omonimo romanzo di Claire Keegan, è il controcampo
iper-intimista di “Magdalene”.
La pellicola racconta di Bill Furlog (Cillian Murphy), un carbonaio di New Ross
che lavora, tra le altre cose, per una “Magdalene Laundries” della zona,
caricando e scaricando ogni giorno enormi sacchi di torba, antracite,
carbonella e legna. Un pomeriggio assiste a un litigio: una madre sta
costringendo la figlia a entrare nel convento, mentre quest’ultima prega il
padre di fermarla. È l’innesco narrativo di un lungo moto analettico: la madre
dello stesso Furlog, abbandonata dal marito, è scampata alle violenze delle
“Magdalene Laundries” solo grazie all’aiuto di Mrs Wilson, per la quale
lavorava come domestica – una “delle poche donne che all’epoca poteva
permettersi di fare ciò che voleva” dice in una scena Eileen (Eileen Walsh), la
moglie con cui Bill ha cinque figlie.
L’azione
emotiva della pellicola è chiusa in una fotografia cupa, tra offuscamenti,
non-fuoco e primissimi piani che inglobano e raccordano la luce domestica
(immagine sotto). Oltre l’abitazione di Bill, oltre il convento, a fare da protagonista,
è la neve, la nemesi di ogni scrittore e scrittrice irlandese. Se in
"Eveline" la neve identificava la paralasi interiore, nel romanzo di
Keegan, al contrario della protagonista del racconto di Joyce, Bill reagisce
alla stasi. L’elemento epifanico è diffuso gradualmente nel percorso narrativo,
l’alternanza dei flashback trasforma, in questo senso, l’analessi in prolessi:
Bill trova nel passato ciò che lo spingerà ad agire nel presente…
…Small Things Like These non
urla, non strepita, né pontifica, ma lavora sotto pelle e, uniformando il
grigiore dell'inverno piovoso irlandese allo stato d'animo e ai patimenti del
protagonista, vuole funzionare da monito rispetto ai danni gravissimi che può
portare, ad ogni livello, l'indifferenza. Il combinato disposto delle minacce
velate ricevute da parte della madre superiora Suor Mary (una gelida Emily
Watson) e del consiglio di farsi gli affari propri arrivato dalla moglie e
dell'amica Kehoe, è un crescendo di tensione dai contorni agghiaccianti,
possibile grazie alla scrittura sensibile di Enda Walsh (che adatta un romanzo
di Claire Keegan) e alla regia calibrata di Tim Milant, che non eccedono con le
parole ma danno voce alle immagini, alle atmosfere, e soprattutto alla sofferenza
che si nasconde dietro gli occhi di ghiaccio di Cillian Murphy, autore di una
prova attoriale notevole, contraddistinta da profondità ed empatia.
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