i poliziotti fanno la figura degli ingenui, dei polli da fregare, che non capiscono, ma non sempre.
è una forma di duello, fra guardie e assassini, un gioco a scacchi che non finisce mai in pareggio, dove alla fine vinche chi scommette di più.
non sarà un capolavoro, ma si fa vedere bene - Ismaele
secondo il mio modestissimo parere questo è un film
sottovalutato in maniera ingiusta e ingiustificata. Schroeder conosce bene il
cinema altrui e conosce bene il suo mestiere e questo si è sempre visto nella
sua alterna carriera.Qui sotto la scorza del poliziesco banale c'è una ricerca
quasi affannosa del delitto perfetto da parte dei due ragazzi,un anelito quasi
soffocante che è senza dubbio il motore del film.Come quasi sempre
succede in questo tipo di film il poliziotto interpretato dall'equina Bullock è
il personaggio meno riuscito di tutto il film nonostante lo sforzo di
zavorrarlo con tutte le classiche derive esistenziali del bravo poliziotto
americano.Invece i due assassini,il cui rapporto come dice il recensore di
Filmtv è sostanzialmente irrisolto nonostante la presenza di un netto dominante,sono
molto piu'sfaccettati,sono personaggi a tutto tondo.La loro ricerca
del delitto perfetto è qualcosa che travalica la realta',sembra quasi un che di
filosofico,non conta che tipo di delitto ,l'importante è che sia perfetto.Il film è
efficace anche se non proprio stringato e risente di qualche debolezza
nell'intreccio pero'secondo me è assolutamente da vedere....
…L'elemento più interessante, originale e riuscito è l'analisi
dell'ambiguo rapporto di forza tra i due rampolli, ragazzi viziati e
sprezzanti, eccitati dalla "frenesia del delitto", forse, in fondo,
profondamente attratti l'uno dall'altro (la componente omosessuale in più
occasioni pare evidente tra il genio di Justin e la sregolatezza di Richard).
Schroeder riesce così a regalare qualche gradevole sorpresa, capovolgendo le
aspettative del pubblico, fin dall'incipit che non è quello che sembra.
L'indagine poliziesca invece scorre lungo coordinate fin troppo prevedibili e
telefonate…
Un giallo-thriller di ottima fattura e non a caso
diretto da Barbet Schroeder..
All'epoca presentato a Venezia, Formula per un delitto guarda alla lezione hithcockiana (tra tutti tornano alla mente Nodo alla gola e Delitto perfetto) conquistandosi però uno spazio di autonomia e di identità.
Le uniche piccola stonature sono solo da imputarsi alla confezione hollywoodiana (approfondire il passato traumatico del protagonista, cosa che per esempio ad un Hitchcock interessava quasi per nulla): indugiare su alcune situazioni intime e la presenza del classico countdown nell'epilogo . Ma per il resto, è uno degli esempi pù apprezzabili di thriller moderno. Proprio come il maestro Alfred, Schroeder non punta su facili allettanti colpi di teatro e strattoni:
Sappiamo già la verità, l'enigma è il meccanismo che la racchiude e nasconde. Comunque, anche una piccola sorpresa in fine non manca.
Promosso.
Sugli attori: Gosling e Pitt nel ruolo dei due ragazzi mitomani e disturbati, sono semplicemente perfetti ! Bravi anche la Bullock e Chaplin.
All'epoca presentato a Venezia, Formula per un delitto guarda alla lezione hithcockiana (tra tutti tornano alla mente Nodo alla gola e Delitto perfetto) conquistandosi però uno spazio di autonomia e di identità.
Le uniche piccola stonature sono solo da imputarsi alla confezione hollywoodiana (approfondire il passato traumatico del protagonista, cosa che per esempio ad un Hitchcock interessava quasi per nulla): indugiare su alcune situazioni intime e la presenza del classico countdown nell'epilogo . Ma per il resto, è uno degli esempi pù apprezzabili di thriller moderno. Proprio come il maestro Alfred, Schroeder non punta su facili allettanti colpi di teatro e strattoni:
Sappiamo già la verità, l'enigma è il meccanismo che la racchiude e nasconde. Comunque, anche una piccola sorpresa in fine non manca.
Promosso.
Sugli attori: Gosling e Pitt nel ruolo dei due ragazzi mitomani e disturbati, sono semplicemente perfetti ! Bravi anche la Bullock e Chaplin.
…Bullock does a good job
here of working against her natural likability, creating a character you'd like
to like, and could like, if she weren't so sad, strange and turned in upon
herself. She throws herself into police work not so much because she's
dedicated as because she needs the distraction, needs to keep busy and be good
to assure herself of her worth. As she draws the net closer, and runs into more
danger and more official opposition, the movie more or less helplessly starts
thinking to itself about that cliff above the sea, but at least the climax
shows us that Bullock can stay in character no matter what.