lunedì 21 luglio 2014

La diversa fabbrica - Maurizio Corda



da qui 

Senza bisogno di parole, appare una fabbrica, che potrebbe essere polacca o ceca, chissà, dove marionette e umani vivono e lavorano insieme, in perfetta simbiosi, con i burattini che sono vivi (come in “Che cosa sono le nuvole?”), e non sai chi lavora per chi.
Tutto è sempre in movimento, nessuno e niente si riposa, la musica crea il ritmo, il respiro - Ismaele

Da 34 anni apre alle 9 del mattino e chiude alle sei di sera, alcune volte rimane aperta fino a tardi la notte e altre anche la domenica. Ci lavorano sei persone ma certi giorni di persone ne entrano 135 di cui molti bambini. É una diversa fabbrica dove, al rumore incalzante della serranda che si solleva, come fosse la sirena che richiama al lavoro, segue il rumore meccanico dell’interruttore che va su, è ora, si inizia.
Si illuminano i reparti…l’ufficio, l’officina, i laboratori, la sartoria. I lavoratori prendono posto, dall’officina stride il rumore della sega o lo sfrigolio della saldatrice, nei laboratori il rumore lieve della matita usata per il progetto lascia presto il posto al rumore della lama che scolpisce il legno e a quello impercettibile del pennello che dipinge. Il suono vibrante della macchina da cucire e quello metallico delle forbici distinguono le fasi della finitura di questo prodotto artigianale. Qui, come in tutte le fabbriche che si rispettino entra la materia prima grezza: ferro, legno, stoffa, ed esce trasformata, grazie alla manodopera, alla manualità, all’estro. Qui, come in tutte le fabbriche che si rispettino c’è l’indotto e un qualcosa in più, un valore aggiunto sul prodotto dato dalla trasformazione del materiale grezzo in altro materiale che contiene anima ed emozioni. L’eccezionalità della diversa fabbrica sta proprio in questo processo di trasformazione della materia prima, in vita e sentimento. È la diversa fabbrica o teatro laboratorio di Is Mascareddas a Monserrato comune della Sardegna meridionale, dove grazie alla Fondazione con il Sud, che ha finanziato il progetto Momoti, si è ristrutturato un vecchio cinema trasformandolo in un teatro moderno e funzionale. Un luogo dove nascono marionette, burattini, spettacoli e storie diverse, per trenta lunghissimi anni si è dato più valore al fine che al profitto, creando un prodotto unico, che è riuscito ad arrivare al cuore di tanti, trovando poi un posto nella memoria degli stessi. E questo è successo perché una preziosa componente ha lavorato da sempre in questa diversa fabbrica, ha lavorato in silenzio, senza rumore alcuno, una componente forte, instancabile, insostituibile, chiamata resistenza.
Lei fa si che questa diversa fabbrica ancora esista e che qui si trovi ogni giorno, ancora, dopo trenta lunghissimi anni, un valido motivo per cui valga la pena di sollevare la serranda e l’interruttore.
Questa fabbrica è una diversa fabbrica, con un fine importante, la cultura.

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