la storia è quella di una speculazione edilizia, e gli abitanti quasi non se ne accorgono.
il vecchio dottore (un bravo Bill Cobbs, da non confondere con Bill Cosby, si assomigliano molto) è un po' la memoria storica e prova a convincere gli abitanti a non cedere,.
come sempre gli attori di John Sayles sono convincenti e sono così bravi, nelle mani del regista, da sembrare "veri", non attori.
forse dovrebbe essere sempre così, ma non tutti i registi sono come John Sayles.
dice James Berardinelli (secondo Roger Ebert il migliore dei critici che scrivono in Internet) che questo film non è il migliore di John Sayles, ma che è necessario dire che un film medio di John Sayles spesso è migliore dei "capolavori" di tanti registi.
parole sante, come non essere d'accordo?
provare per credere, cercatelo e vi farete un idea.
per me da non perdere, come tutti i film di John Sayles - Ismaele
Sunshine State does not represent John Sayles at his
best, but it is imperative to note that middle-of-the-road Sayles is often
better than the top-of-the-line product from many other filmmakers. The reason
is simple: Sayles takes the time to investigate the humanity of his characters.
For him, easy labels like "hero" and "villain" do not
apply, and plot is typically secondary to the development of his protagonists -
a means to flesh them out and move them forward. This is very much true of Sunshine State, the
story of a small group of characters set during a late spring weekend in the
Florida community of Plantation Island…
John Sayles' "Sunshine State" looks at first like the story of
clashes between social and economic groups: between developers and small
landowners, between black and white, between the powerful and their workers,
between the chamber of commerce and local reality. It's set on a Florida resort
island, long stuck in its ways, that has been targeted by a big development
company. But this is not quite the story the setup seems to predict…
…"Sunshine
State" is not a radical attack on racism and big business, not a defense
of the environment, not a hymn in favor of small communities over
conglomerates. It is about the next generation of those issues and the people
they involve. Racism has faded to the point where Eunice's proud home on
Lincoln Beach no longer makes the same statement. Big business is not
monolithic but bumbling. The little motel is an eyesore. The young people who
got out, like Desiree, have prospered. Those who stayed, like Marly, have been
trapped. And the last scene of the film tells us, I think, that we should
hesitate to embrace the future in this nation until we have sufficiently
considered the past.
Sayles è indignato dal progressivo
snaturamento della cultura e dalla sua omogeneizzazione, ed è troppo
intelligente per rappresentare il mondo di oggi come un luogo ideale e
autentico. Perciò, nel ricostruire i movimenti e i moventi delle due protagoniste
(la bianca Edie Falco e la nera Angela Bassett) e dei loro amici e parenti,
sottolinea quanto di fasullo ci sia in realtà in quelle che credevamo fossero
le nostre vere radici, e di quanti equivoci e compromessi sia inevitabilmente
lastricata la nostra vita. Qui, forse, non ci sono più giuste cause per le
quali schierarsi; la stanchezza segna i gesti e i rapporti dei personaggi e
rappresenta la misura etica e narrativa della pellicola: la nostra dignità è
l'unica certezza che ci è rimasta, sembra dire Sayles, facciamola valere. Pur
nelle sue lungaggini e nei suoi accenni moralistici, _La costa del sole_ è un
film giusto e raro, concentrato sugli esseri umani.
…I want to emphasize that, though
Sayles is a political storyteller and does not shy away from the current events
implicit in his story, he somehow manages not to beat us over the head with
them, or continually congratulate himself for being so timely and important.
Instead, he gives us a
town heading toward inevitable change. He gives us its people -- different
sizes, shapes and colors. He shows them working, complaining about the heat,
drinking, worrying and fading away. Sunshine
State is a movie that both
feels and thinks. It's a must-see.
…Ne La costa del sole gli abitanti sono smarriti, come un’
eco lontana di un qualcosa che non c’è più (il film è ambientato nella storica Lincoln Beach): difendere quel luogo, quel paesaggio culturale,
ora per loro è impossibile. Solo qualche vecchio, testimone di un tempo, lo fa.
Ma neanche quest’ultimo può nulla contro l’avanzare delle multinazionali edili
per il turismo: a mettere i paletti tra le ruote (simbolicamente?), in
definitiva, saranno i resti, le ossa, di abitanti antichi, gli unici custodi di
quel paesaggio culturale. E i “cattivi” (che così cattivi non sono poi), se ne
vanno a suon di musica rock – interpretata da Chris Cote – verso altri
edificabili “paradisi”. John Sayles è un gran regista, rigorosamente
indipendente, capace di una scrittura ed una messa in scena quasi esemplari: il
luogo – per quanto vicino all’Atlantico – è raccontato senza incanti, come i
personaggi. A definirli sullo schermo un gruppo di attori pressoché perfetti. A
partire dalla pluripremiata per il ruolo Edie Falco, ma bella figura fanno anche Angela Bassett, Timothy Hutton, Bill Cobbs e specialmente il premio Oscar Mary Steenburgen.
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