Charlie Kaufman aveva mandato la sceneggiatura di questo film a Francis Ford Coppola,
al quale piacque molto e la fece leggere a Spike Jonze (al tempo suo genero,
marito di Sofia Coppola).
a Spike Jonze piacque così tanto che cercò subito Charlie Kaufman (da qui).
è un’opera prima per entrambi, ma quando inizi a guardarlo non ti
stacchi più.
invenzioni a ripetizione, un John Malcovich strepitoso, molto bene gli altri attori, sceneggiatura ad incastri che stanno tutti insieme, Charlie Kaufman, Spike Jonze, Catherine Keener (Maxine, nel film, e attrice in molti bei film di Kaufman e Jonze, e non solo) sono stati candidati all'Oscar nel 2000.
l'attore quasi mai citato, e però eccezionale, è lo scimpanzé Elijah.
folle e geniale il mezzo piano e i viaggi nei corpi degli uomini traghetto.
un piccolo grande capolavoro, imperfetto per alcuni, ma non importa, guardatelo e godetene tutti - Ismaele
l'attore quasi mai citato, e però eccezionale, è lo scimpanzé Elijah.
folle e geniale il mezzo piano e i viaggi nei corpi degli uomini traghetto.
un piccolo grande capolavoro, imperfetto per alcuni, ma non importa, guardatelo e godetene tutti - Ismaele
What an endlessly inventive movie
this is! Charlie Kaufman, the writer of "Being John
Malkovich," supplies a stream of dazzling inventions, twists and wicked
paradoxes. And the director, Spike Jonze, doesn't pounce on each one like
fresh prey, but unveils it slyly, as if there's more where that came from. Rare
is the movie where the last half hour surprises you just as much as the first,
and in ways you're not expecting. The movie has ideas enough for half a dozen
films, but Jonze and his cast handle them so surely that we never feel
hard-pressed; we're enchanted by one development after the next…
Signore
e signori, si va in scena. Cala il sipario e compare sullo schermo l'inizio di
un viaggio
meta-cinematografico, in bilico tra fantasia, schizofrenia, surrealismo,
grottesco e dramma psico-sentimentale. Come è potuto accadere tutto ciò in un
unico film? Grazie al talento, il genio, l'inventiva del soggettista/sceneggiatore Charlie Kaufman. Poi certo con la mano
importante di Spike Jonze, che per l'occasione esordisce come regista così come Kaufman entra di prepotenza nel mondo del
cinema. E non si deve dimenticare un cast
di lusso e davvero
eccezionale nelle varie prove. Ma se Essere John Malkovich è degno della
nomea di capolavoro il motivo principale sta senz'altro nel suo sorprendente soggetto, che porta a livelli
elevatissimi il livello di avanguardia
meta-cinematografica. Meta-cinema, cioè il cinema che parla di sé stesso,
o in cui evita di nascondersi (come si faceva una volta) e preferisce mostrarsi
apertamente, sfruttando addirittura il proprio potere acquisito nella società…
…Jonze
e Kaufman alle porte del nuovo millennio regalano al pubblico uno dei film più
stani, innovativi, originali e geniali degli ultimi anni. Con una regia che
riesce per buona parte del film a essere dinamica facendo
vivere allo spettatore l’esperienza di trovarsi dentro il corpo di
un'altra persona (anche se va detto che in alcuni punti non sembra
essere in grado di mantenere inalterato il proprio ritmo e seguire il livello
narrativo visionario mostrando momenti piatti in cui ci sono difficoltà nel
rendere fino in fondo la sceneggiatura) al film va dato il merito di
aver portato sul grande schermo tematiche attuali in maniera originale,
personale e visionaria, come lo spasmodico desiderio di massa di entrare in
contatto quasi maniacale con il mondo delle celebrità. La sceneggiatura è
sicuramente il punto forte, infatti i lavori di Kaufman sono sempre particolari
ed eccezionali tanto che in molti casi si identifica un film più perche è
scritto da lui che perche è girato da un determinato regista…
Spike Jonze esordisce nel lungometraggio con uno dei film più
folli e lucidi degli ultimi anni, un turbinio d'invenzioni (s)folgoranti di
struggente inquietudine. Al centro del sulfureo script di Charlie Kaufman,
l'insoddisfazione, la noia, la tragedia di un gruppo di anime sole e ostili che
spera di trovare in un'impossibile intrusione
il segreto dell'autorealizzazione: ma il rimedio è solo temporaneo (il quarto
d'ora warholiano) e persino più illusorio del previsto…
… Essere John Malkovich filtra e ripropone un nuovo complesso concetto di
fama. L’attore normalmente è il burattino del suo regista, e il burattinaio dei
suoi spettatori, perché ne controlla le emozioni facendo date azioni. L’attore
sa cosa sta recitando e che emozioni destare. Nel film di Jonze questa
concezione si capovolge, e l’attore diventa il burattino dello spettatore.
Malkovich è un bamboccio irritante privo di un’identità integra, sospinto dagli
altri (e non da se stesso) verso un successo che è un enorme fantocciata. Il pubblico
batte le mani e avverte nella sua figura una consolazione, quella di vivere una
delle tante vite che l’attore reinterpreta, e capisce che l’attore deve
aspirare alla normalità per fare bene il proprio lavoro e imitare quella stessa
normalità. Allora il pubblico istruisce il suo attore, e ne diviene la spinta
inconscia. Il divo diventa strumento nelle mani del pubblico, che è cosciente
della portata filosofica di simile evento ma non gliene frega più di tanto
perché il suo desiderio è essere quella finzione, essere quel
manichino-fantoccio, essere finto. Nella confusione fra realtà e finzione, il
motore che muove Essere John Malkovichè in accelerazione verso la
finzione…
da qui
un film da non perdere; si potrebbe inserire un link alle teorie di Pierre Janet, che diceva che abbiamo molte personalità differenti dentro di noi, e che una predomina ma non è detto che sia sempre la stessa. (psichiatra e psicanalista che fu sicuramente letto da Freud). L'unica cosa che mi dispiace è che i film successivi di Jonze, e anche quelli di Kaufmann, non sono stati all'altezza di questo. Qui la discontinuità nella sceneggiatura è un pregio, negli altri film invece è un difetto (spesso grosso)
RispondiEliminanon conoscevo Pierre Janet, ho fatto un piccolo recupero.
Eliminaquando l'opera prima è un film così, difficile fare cose "troppo" migliori, e però, a modo loro, "Her", "Se mi lasci ti cancello" e "Nel paese delle creature selvagge", per dirne due, sono ottimi film, troppo perfettini, forse, ma non si può avere tutto tutte le volte