martedì 8 aprile 2014

Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia - Christian Carion

si racconta un fatto accaduto davvero, un giorno di tregua fra due trincee nemiche, per decisione dei soldati di quelle due trincee.
uno di quei rari film dove la guerra non è una teoria, nei salotti delle capitali lontane.
per certi aspetti ricorda "Uomini contro" di Francesco Rosi, per altri "Porca vacca" di Pasquale Festa Campanile, stanno insieme il registro comico e quello tragico.
andrebbe visto in versione originale, con i sottotitoli (io ho avuto quella fortuna), ci sono tre lingue insieme, riducendole a una sola si perde davvero molto.
una piccola (nel tempo e nello spazio) oasi di umanità in quel macello schifoso e terribile della prima guerra mondiale, che infiniti lutti addusse alla povera gente (come sanno bene Omero e Bertolt Brecht) 
è un film che merita di essere visto, un po' di umanità non fa mai male, ed è un buon cinema, con attori che sanno il fatto loro - Ismaele





QUI il film completo, in spagnolo


La storia (vera) della tregua di Natale del 1914 sulle trincee in cui i soldati francesi, tedeschi e scozzesi fraternizzano a dispetto degli ordini superiori è talmente potente e commovente di per sé da rendere difficile qualsiasi tentativo di rappresentazione. Carion riesce a confezionare con grande diligenza, rigore intellettuale e schietto pacifismo, un racconto convincente, perfino a tratti emozionante, anche se le scene si intuiscono pensate più con la testa che col cuore. Manca lo scatto in più, che renda il film stupefacente.

Joyeux Noël has been accused of being amateurish, simplistic and overly sentimental. While there may be some truth to these accusations, the film’s subject matter and its dramatisation of one of the most socially potent but little-known events of WWI still speaks to us across the generations, even though it could have been more complex or the themes developed more powerfully.
Most importantly, 33-year-old Carion, a relatively inexperienced director, demonstrates art’s potential to preserve and heighten our humanity. Joyeux Noël shows how, on Christmas 1914, the gift of music and the beauty of the human voice in song allowed the degradation of war to temporarily fade into the background. Soldiers could recall life outside the trenches and what was human in them, which had been so brutalised by war, was stirred and lifted. This is a moving and necessary reminder of what is great in the hearts and minds of ordinary people…

…These men have much in common with one another. They come from the same kinds of homes, went to the same kinds of schools and worship the same kinds of Gods. They are required to fight, and most of them are required to die. In a remarkable moment of common interest, they share information about plans for artillery attacks, and all gather in one trench while the other is shelled, then switch trenches for the response. This is treason, I suppose.
"Joyeux Noel" has its share of bloodshed, especially in a deadly early charge, but the movie is about a respite from carnage, and it lacks the brutal details of films like "Paths of Glory," "A Very Long Engagement" and, from later wars, "Saving Private Ryan" and "Platoon." Its sentimentality is muted by the thought that this moment of peace actually did take place, among men who were punished for it, and who mostly died soon enough afterward. But on one Christmas, they were able to express what has been called, perhaps too optimistically, the brotherhood of man.

Le film trouve tout son sens en nous présentant ce phénomène de fraternisations durant la guerre au milieu d’un quotidien difficile. Il prend aussi toute sa dimension du fait d’une distribution en version originale qui permet de renforcer encore les liens entre les peuples à travers les langages utilisés. Les acteurs sont impeccables, chacun trouvant sa place dans le récit, avec peut-être une mention particulière pour l’accent et les expressions ch’ti de Dany Boon.
Pourtant, dés la projection terminée, on se rend compte des défauts dont pâti le film. Christian Carion nous présente ici une version édulcorée de la guerre, une guerre propre puisque lors de la bataille les morts s’éteignent paisiblement, sans une goutte de sang. De même le destin de ces hommes est lui aussi aseptisé, les fraternisations ayant plus souvent entraîné des fusillades que des démobilisations…
da qui

4 commenti:

  1. Molto bello. Un titolo semisconosciuto e dimenticato che avrebbe meritato miglior fortuna. Sullo stesso argomento (l'insensatezza della guerra) Ermanno Olmi sta girando 'torneranno i prati', che dovrebbe essere pronto per la prossima Mostra di Venezia. Speriamo.

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    1. Joyeux Noël riesce a non essere banale, e tutto lo schifo della guerra, di quella guerra è raccontato bene.

      la cosa buona è che non tutti fanno film scemi, a questo mondo, bisogna diffonderli, ma siamo poca cosa, e però parliamone...

      Olmi non deluderà, ci scommetto:)

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  2. Francesco, potrei anche sbagliare , ma mi sembra di avere visto questo film..molto suggestivo!

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    1. mi è semblato di vedele un gatto, dice Titti :)

      se non era questo, quello che hai visto, cercalo, si vale le due ore

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