si capisce che chi ha scritto il film sia una persona informata dei fatti.
Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi sono perfetti nei loro ruoli di genitori inadeguati e sempre a rincorrere, come è la vita vera, sembra quasi di vedere un documentario.
si sorride e si soffre, a vedere gli altri, e noi stessi come siamo.
buona (genitoriale) visione - Ismaele
…Forse
però il momento più alto di Figli lo si può ravvisare nel doppio monologo figlia
vs madre e viceversa, un compendio impeccabile dello stato attuale della
compagine sociale dell’Italia contemporanea, divisa tra quarantenni con (o
senza) prole che lottano per conquistarsi un salario e la relativa
sopravvivenza, contrapposti a pensionati più o meno epicurei che hanno
beneficiato e continuano a beneficiare di un benessere che forse non tornerà
più. Altro colpo di genio, nonché ulteriore segnale della presenza di uno
sguardo nient’affatto banale sulla realtà, è poi la sequenza a episodi che
stigmatizza quanto nel tergere la bocca del bambino, la terza passata
genitoriale sia sempre la più violenta, con tutte le connessioni psicanalitiche
del caso. Nel corso della visione di Figli, e oltre, non si può fare a meno di pensare quanto
con Mattia Torre si sia perduto un sapido, pungente narratore delle umane
miserie dell’oggi, non resta che confidare nei superstiti della sua squadra (quella
di Boris,
per intenderci), di cui questo film, in fondo, data la dipartita dell’autore, è
il frutto più maturo e promettente: un racconto a più voci, sfaccettato, eppure
centrato sul suo argomento, in grado di parlare a noi e di noi.
…Torre qualche semplificazione la adotta, gioca un
pochino con gli stereotipi ma la sua scrittura trova senso proprio nella
quotidianità, nella rappresentazione di gesti comuni in cui ognuno di noi può
specchiarsi. Le sue parole riescono a comunicare la vita reale: le nevrosi, gli
attimi di felicità, le sospensioni, l’affetto.
È un film molto sincero Figli, che
cerca un pubblico ampio ma senza ruffianerie. Un omaggio che non lascia
indifferenti.
… Diviso in capitoli, i segmenti sono un espediente per
raccontare tutte le sfaccettature e l’evoluzione del cambiamento che un figlio
porta nelle vite di una coppia: improbabili baby-sitter, nonni stravaganti
(degna di nota la sequenza onirica dove i nonni scendono in strada a
manifestare per la loro indipendenza con tanto di slogan “W i vecchi”), le
sempre più rare uscite a due che si tramutano in pisolini, la tentazione
finale. Un ritratto completo e veritiero delle famiglie contemporanee, nella
loro evoluzione, inclusa una rappresentazione dei momenti più bui come la
sensazione dei genitori, il non sentirsi all’altezza, il senso di abbandono
provato da una madre “imprigionata” a casa con un bambino urlante.
Ma oltre a narrarci la storia di
coppie e di famiglie, Mattia Torre riesce anche a raccontare la storia di un
paese ostile e arrugginito, di un’epoca caotica che non rende di certo facile
la genitorialità e la resistenza di una coppia a questi urti.
Il tutto viene narrato con un’ironia tagliente e coinvolgente – da notare
la Patetica di Beethoven usata al posto del pianto del neonato
- che mescola momenti reali a momenti surreali, sensazioni e punti di vista. Il
registro comico diventa il mezzo per un’analisi profonda di quello che un paese
intero sta vivendo, con le difficoltà, ma anche le piccole parentesi di
felicità e tenerezza. Figli è un ritratto sincero e reale
della nostra società. Non è solo la storia di una coppia che ha figli, ma di
storia di un amore che - nonostante tutto - riesce a resistere. Una nota
positiva che ci rincuora e ci dà speranza.
…La regia di Giuseppe Bonito non risulta per niente pomposa,
non contamina in alcun modo il testo di Mattia Torre e l’effetto del suo stile
è restituito brillantemente dalla semplicità dell’immagine. Anche gli elementi
di natura fantastica entrano a far parte della naturalezza del reale, perché
rispecchiano, con grande umanità e sensibilità, i desideri umani
dell’inconscio, alimentando il gioco identificativo. La forza strutturale del
film è data dalla sua qualità di far interagire, in maniera naturale e
armoniosa, tra loro i diversi piani dell’azione e dell’immagine, anche
simultaneamente. IL piano dell’immaginazione gioca con quello del reale, quello
della comicità con il dramma, il tempo astratto e surreale con il presente, la
gioia di vivere un amore con il dovere della famiglia…
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