la storia di Cappuccetto Rosso raccontata
da Angela Carter, con gli occhi di Neil Jordan.
Cappuccetto Rosso non è solo una bambina smarrita nel bosco, appare una bambina che diventa donna, i lupi non sono solo lupi, ma una forma di umani, la nonna non racconta storielle, ma parabole, l'amore e il sesso sono una minaccia, ma anche qualcosa di entusiasmante, la famiglia una protezione, ma anche una gabbia.
e Cappuccetto Rosso sceglie la libertà, con tutti i pericoli del caso, sopratutto a causa degli umani.
Neil Jordan è al suo secondo film, ma si vede che ha stoffa, e lo dimostrerà.
non fatelo guardare ai bambini, non è un film per loro - Ismaele
Cappuccetto Rosso non è solo una bambina smarrita nel bosco, appare una bambina che diventa donna, i lupi non sono solo lupi, ma una forma di umani, la nonna non racconta storielle, ma parabole, l'amore e il sesso sono una minaccia, ma anche qualcosa di entusiasmante, la famiglia una protezione, ma anche una gabbia.
e Cappuccetto Rosso sceglie la libertà, con tutti i pericoli del caso, sopratutto a causa degli umani.
Neil Jordan è al suo secondo film, ma si vede che ha stoffa, e lo dimostrerà.
non fatelo guardare ai bambini, non è un film per loro - Ismaele
Tratto da un breve racconto contenuto nel libro La
camera di sangue di Angela Carter, In Compagnia dei Lupi è una
sorta di rilettura in chiave moderna, adulta e psicoanalitica della favola di
"Cappuccetto Rosso".
Potremmo definirlo un’interpretazione simbolica del passaggio, fisico e psicologico, dall’adolescenza all’età adulta, in quella fase delicata e carica di turbamenti in cui un’adolescente scopre la sessualità. Non a caso il regista semina intelligentemente una serie di efficaci immagini simboliche, anche di grande impatto visivo (i bambini che nascono dalle uova, il fiore che si tinge di rosso, lo specchio infranto).
I poli del conflitto interiore di Rosaleen sono rappresentati da una parte dalla nonna (un’ispirata Angela Lansbury), che ancora la vede bambina e che le consiglia di non fidarsi degli uomini (perché molti "hanno il pelo dentro") e dall’altra dai lupi, che simboleggiano il sesso, qualcosa che appare ancora sconosciuto e pericoloso, ma carico di tentazioni. Questo conflitto si risolve nel finale che simboleggia il passaggio di Rosaleen all’età adulta…
Potremmo definirlo un’interpretazione simbolica del passaggio, fisico e psicologico, dall’adolescenza all’età adulta, in quella fase delicata e carica di turbamenti in cui un’adolescente scopre la sessualità. Non a caso il regista semina intelligentemente una serie di efficaci immagini simboliche, anche di grande impatto visivo (i bambini che nascono dalle uova, il fiore che si tinge di rosso, lo specchio infranto).
I poli del conflitto interiore di Rosaleen sono rappresentati da una parte dalla nonna (un’ispirata Angela Lansbury), che ancora la vede bambina e che le consiglia di non fidarsi degli uomini (perché molti "hanno il pelo dentro") e dall’altra dai lupi, che simboleggiano il sesso, qualcosa che appare ancora sconosciuto e pericoloso, ma carico di tentazioni. Questo conflitto si risolve nel finale che simboleggia il passaggio di Rosaleen all’età adulta…
Un'originale pellicola di Neil Jordan, in cui le
atmosfere oniriche e fiabesche si fondono con autentici attimi di paura, che
ricevette anche un premio come miglior film del 1984. La confezione è quella di
un film fantasy, ma non mancano scene forti che rendono questo lavoro
appetibile per gli amanti dell'horror: oltre ai lupi mannari (tanti) assistiamo
a decapitazioni, mani recise e colpi di scena spaventosi.
Film parecchio difficile da commentare e comprensibile
che divida il pubblico.
Parlando personalmente, ho assistito ad una rivisitazione della favola di Cappuccetto Rosso in chiave onirica, anche attraverso una curiosa struttura a matrioska che più volte si ripeterà nel corso della vicenda.
Qual è il tema portante del film?
Sicuramente il passaggio da bambina ad adolescente, con conseguente scoperta del proprio corpo, i propri desideri, le pulsioni sessuali, le tentazioni, la vanità, il desiderio di trasgredire al quotidiano ed il capire il labilissimo confine tra bene e male.
Inserisco nello spoiler alcune mie riflessioni e valutazioni di stampo prettamente personale che ovviamente potranno collidere con l'opinione altrui.
Per il resto segnalo degli ottimi effetti speciali, un'atmosfera da fiaba-dark perfettamente riuscita e la sempre brava Angela Lansbury nei panni della nonna di Roseleen.
Menzione anche per la protagonista: un volto adattissimo per i suoi turbamenti e per le ambiguità con cui si deve confrontare.
La scelta di costruire il film su un forte simbolismo e su un'impalcatura onirica a mio parere lo elevano a vette interessanti e merita di essere rispolverato, anche se effettivamente un bambino non lo può capire o apprezzare a fondo.
Parlando personalmente, ho assistito ad una rivisitazione della favola di Cappuccetto Rosso in chiave onirica, anche attraverso una curiosa struttura a matrioska che più volte si ripeterà nel corso della vicenda.
Qual è il tema portante del film?
Sicuramente il passaggio da bambina ad adolescente, con conseguente scoperta del proprio corpo, i propri desideri, le pulsioni sessuali, le tentazioni, la vanità, il desiderio di trasgredire al quotidiano ed il capire il labilissimo confine tra bene e male.
Inserisco nello spoiler alcune mie riflessioni e valutazioni di stampo prettamente personale che ovviamente potranno collidere con l'opinione altrui.
Per il resto segnalo degli ottimi effetti speciali, un'atmosfera da fiaba-dark perfettamente riuscita e la sempre brava Angela Lansbury nei panni della nonna di Roseleen.
Menzione anche per la protagonista: un volto adattissimo per i suoi turbamenti e per le ambiguità con cui si deve confrontare.
La scelta di costruire il film su un forte simbolismo e su un'impalcatura onirica a mio parere lo elevano a vette interessanti e merita di essere rispolverato, anche se effettivamente un bambino non lo può capire o apprezzare a fondo.
Folgorante (quasi) esordio per Neil Jordan, che
attinge appieno dai romanzi e dalle fiabe gotiche (i rimandi alla struttura
narrativa di Maturin sono evidenti, con una serie di fiabe e sogni innestati
l'uno dentro l'altro), da Cappuccetto Rosso e dalla tradizione popolare
irlandese per dar vita ad un piccolo capolavoro, in cui la nebbia avvolge tutto
creando un'atmosfera fiabesca assolutamente incantevole.
Pellicola assolutamente imperdibile, poi, per l'originalità con cui affronta quella che sarà poi la tematica ricorrenti di Jordan, la diversità: i lupi mannari navigano nell'ambiguità del proprio ruolo di ammaliatori ma anche di emarginati, tanto da far sembrare la nonna (interpretata dalla Signora in Giallo) un personaggio ben più ambiguo di loro.
Un gioiello da riscoprire e custodire gelosamente.
Pellicola assolutamente imperdibile, poi, per l'originalità con cui affronta quella che sarà poi la tematica ricorrenti di Jordan, la diversità: i lupi mannari navigano nell'ambiguità del proprio ruolo di ammaliatori ma anche di emarginati, tanto da far sembrare la nonna (interpretata dalla Signora in Giallo) un personaggio ben più ambiguo di loro.
Un gioiello da riscoprire e custodire gelosamente.
…The movie has an uncanny, hypnotic force;
we always know what is happening, but we rarely know why, or how it connects
with anything else, or how we can escape from it, or why it seems to correspond
so deeply with our guilts and fears. That is, of course, almost a definition of
a nightmare.
da qui
da qui
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