Guillermo
del Toro, quando va male, fa film molto belli, le altre volte eccezionali.
forse qui va male, ma non troppo.
la prima parte è davvero lenta, poi si parte davvero,.
il film cita molti altri film, e ognuno vede e ricorda
qualcosa.
a me ha ricordato un poco Shutter
Island, molto Eliza
Graves, di Brad Anderson, e i fantasmi finali mi sembrano arrivare da Sospesi
nel tempo di Peter Jackson
(con Michael J. Fox).
si tratta di una storia gotica maledetta, amore (non quello
preferito dalla santa romana chiesa per gli altri) e morte.
attori bravi, e Jessica Chastain da Oscar.
se pensate agli altri film di Guillermo del Toro potreste
restare delusi, astraete, fate finta che sia il suo primo film che vi capita di
vedere, allora di sicuro non vi deluderà - Ismaele
… Crimson Peak gioca con le aspirazioni letterarie di Edith, in
bilico tra Jane Austen e Mary Shelley, e con cromatismi elementari ma
suggestivi: il bianco del vestito e della neve, il rosso dell’argilla, del
sangue, della passione. Ed è così che rintracciamo facilmente i cliché del
genere, coi luoghi che si fondono col subconscio e i suoi rimossi, con il
superamento dell’essere figlia e vergine, col trauma della crescita, della
disillusione dell’amore romantico e travolgente. C’è un po’ de Il sospetto, di Angoscia e di Tragico segreto,
ma c’è soprattutto la follia di Lucille, di un amore che è costretto a farsi
morte per sperare di sopravvivere. Più (iper)melodrammatico di così…
Crimson Peak trova la propria fertilità nelle emozioni inconfessabili, negli abissi di angoscia evocati dalla profondità di campo (e dalle maschere dell’immancabile Doug Jones), nell’amore per un cinema che non ha paura di essere bigger than life, eccessivo, citazionista, cinefilo, finto eppure verissimo e vivissimo.
Crimson Peak trova la propria fertilità nelle emozioni inconfessabili, negli abissi di angoscia evocati dalla profondità di campo (e dalle maschere dell’immancabile Doug Jones), nell’amore per un cinema che non ha paura di essere bigger than life, eccessivo, citazionista, cinefilo, finto eppure verissimo e vivissimo.
…Più
che sugli aspetti inquietanti e orrorifici della storia, la sceneggiatura si
concentra sulle dinamiche amorose, ma lo fa in maniera dozzinale, quasi che si
trattasse di un qualsiasi romanzo d’appendice, e finanche il presunto colpo di
scena viene dato per scontato sin dai primi minuti di film. Tra tutti solo Tom
Hiddleston dà l’impressione di aver cercato di dare una maggiore profondità al
proprio personaggio, ma i dialoghi sono talmente intrisi di elementi grotteschi
non voluti da renderne vano ogni tentativo.
Crimson
Peak è un esercizio di stile stanco nonostante la facciata
sontuosa…
…Peccato che del Toro non riesca o non
voglia liberarsi di tanti segni e modi dell’horror più di consumo, col
risultato di inquinare la cifra stilistica di Crimson Peak, il suo tono, il suo clima. Tutta la
parte supernatural e ghost, con il potere di Edith di vedere, materializzare i
fantasmi e di parlarci, è del tutto superflua, e non si salda mai davvero con
la storia della ragazza venuta dal mondo nuovo alle prese con un vecchio
sinistro castello, un marito indecifrabile e un’inquietante cognata. Sarebbero
bastati questi elementi a tenere in piedi il film, ma del Toro non si è fidato
e ha infarcito con troppo d’altro. Comunque il nucleo tiene, e si arriva alla
fine con la sensazione di aver visto un prodotto anomalo rispetto alla media
corrente. Certo, vien da chiedersi come i consumatori dei blockbuster possano
accogliere un film dall’impianto così classico e old fashioned, per quanto
astutamente aggiornato. Le prime due settimane nei cinema americani la risposta
l’hanno data, ed è stata negativa...
… Che il male si annidi proprio
nelle parti più presentabili e attraenti dell’umanità mentre il paranormale,
proprio nel suo essere spaventoso ma genuino, raccapricciante ma onesto,
esprima invece i valori più ragionevoli e positivi, è il concetto che il film
esprime meglio, con convinzione e proprietà di linguaggio filmico da parte di
un cineasta che è bravissimo a generare immagini ma stavolta annoia con la
storia. In quella fantastica ambientazione che davvero pare viva (è un clichè,
la casa che è un personaggio, ma stavolta è così) non si trova però niente di
interessante e le dinamiche tra irreale e reale, tra orrido e ripulito di
Crimson Peak in nessun caso tutto possono essere considerata farina del sacco
di Guillermo Del Toro. Quello che quest’autore ha da dire sul cinema e sui
rapporti è rimasto tutto negli altri titoli della sua filmografia.
…detrás de todo está Guillermo Del Toro, uno de los
mejores realizadores del momento que se reafirma como una máquina de
creatividad y maravilla visual, capaz de cambiar de géneros mientras estos
acompañen las ideas que surgen de su mente. La cumbre escarlata es su carta de
amor al género gótico y en general, es la demostración del alma hecha película,
un producto tan original como benevolente con el espectador. Nunca es
autocomplaciente en la puesta de escena (en contraposición, por ejemplo, al
decadente cine de Tim Burton), sabiendo siempre como supeditar lo visual al
guión, y puedo decir sin temor a equivocarme que es una de las películas que
más he disfrutado en lo que va del año, un espectáculo visual inteligente,
creativo y maravilloso en su lúgubre modo, con la marca inequívoca del
brillante director mexicano, que afrontando muchos riesgos, saca adelante una
nueva obra original para gusto de todos los espectadores.
… la película se
encuentra llena de referencias a varios clásicos fílmicos y literarios, y éstas
son a veces tan evidentes que perjudican la originalidad del relato. No se
trata sólo de que Edith sea verbalmente comparada con la figura central de
“Jane Eyre” en la primera parte, marcada por no tan discretas referencias a la
Cenicienta, o de que ella misma se apellide Cushing; el asunto se acentúa en lo
que viene después, cuando la estancia en la mansión de incontables habitaciones
y el enfrentamiento con la hermana -que es a la vez ama de llaves- remiten de
inmediato a “Rebecca”, lo que se suma a detalles visuales y argumentales
relacionados a otras obras de Hitchcock, sobre todo “Notorious”. Cerca del
final, hay incluso un momento que, salgo mejor parecer, se inspira en el
desenlace de “The Shining”.
Esta abundancia
de tributos (porque está bastante claro que eso es lo que son) le quita a la
cinta la posibilidad de alcanzar un grado de excelencia, al igual que lo hace
una trama que, en medio de la sofisticación de sus detalles y de sus
personajes, puede llegar a ser predecible; y tampoco hay una extensión mayor
del tema feminista que se insinuaba al principio.
Pero “Crimson
Peak” introduce a cada momento circunstancias inusuales que son capaces de
tocar fibras particulares en el espectador y nos sumerge con habilidad pasmosa
en el ambiente que fabrica, ofreciendo con ello una propuesta que no se suele
encontrar en el cine de terror comercial, ya que, sin salirse del todo de las
fórmulas, les brinda un tratamiento extremadamente creativo. Y uno de los
aspectos más importantes es que, como suele suceder en las cintas de Del Toro,
las criaturas no son las que más hay que temer, por más espantosas que
parezcan; ése es un privilegio que le corresponde a los humanos.
Ah! Ecco! Io questo vorrei vederlo e l'avevo proposto, ma mia moglie puntava più su Suffragette e abbiamo visto quello. E non ce ne siamo pentiti per niente. Però questo continua a incuriosire, anche perché ambientato in Cumbria, la regione nostra limitrofa....
RispondiEliminaSuffragette ancora niente, qui.
RispondiEliminaCumbria sembra una regione italiana :)
Ah! A me è piaciuto tanto, con tutte le eventuali riserve del caso.
RispondiEliminaSì! La verde Cumbria! È una regione rinomata e apprezzata per il suo turismo naturalistico e ospita per gran parte il Lake District!
Urca! Ho appena visto 5 minuti de La bella e la bestia di Cocteau perché lo sta guardando Simo, e ho dovuto distogliere lo sguardo per la troppa bellezza (di Simo o di Cocteau? O di entrambi????)
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