martedì 9 dicembre 2014

Mommy - Xavier Dolan

L’ho visto due volte, è un film che riesce a coinvolgere come pochi e a turbare, è una storia dolorosa, con tre attori bravissimi (e anche di più).
Xavier Dolan è canadese, ha 25 anni, e questo è il suo quinto film, e per uno solo di questi film sarebbe già ricordato nelle filmografie, con cinque, poi.
Una madre ha un figlio malato, che esce da qualche tipo di istituto, e insieme riprovano a vivere insieme; sono molto legati, non hanno nessuno, se non il loro rapporto, burrascoso ed esclusivo.
Appare Kyla, una vicina di casa, un’insegnante in anno sabbatico, con mille problemi (uno si capisce guardando con attenzione le foto di casa sua, secondo me), che dà lezioni a Steve, e tutti e tre si sostengono per quanto possibile, ciascuno ha bisogno degli altri due.
Ci sono bellissimi momenti di serenità e drammi imprevedibili, anche per ‘colpa’ di Bocelli.
È il primo film di Dolan che arriva in sala, non perdetevelo, il regista ha un talento straordinario, ne sentiremo parlare ancora in futuro, è sicuro.
E aspettare di vederlo a casa è una scelta perdente, solo andando al cinema saprete perché - Ismaele



Dolan colpisce ancora una volta nell'emotività più istintiva dello spettatore mettendo in scena il difficile, burrascoso e quasi edipico rapporto tra una madre (un'intensa Anne Dorval, eterna mommy dolaniana, esemplare incarnazione dell'amore/coraggio materno) e il proprio figlio quindicenne, affetto da ADHD (Sindrome di iperattività e decifit d'attenzione). Patologia, che per la sua gravità porta il ragazzo a improvvise alterazioni di violenza tanto da impedire alla madre la conduzione di una vita regolare (con tutti i rischi che ne conseguono) finchè quest'ultima, non si trova costretta a farlo nuovamente rinchiudere nell'ennesimo centro specializzato. Una temporanea stabilità della situazione avviene con l'entrata in scena della nuova vicina di casa; un'ex insegnate dal comportamento acquiescente, con problemi di balbuzie, che sembra trovare nella loro vita un senso di completamento a una condizione famigliare apatica, ed enigmatica (nulla, verrà effettivamente chiarito sul suo passato). Si instaura così un rapporto di complicità che porterà infine queste tre esistenze, a guardare al futuro con sguardo diverso, rinnovato…

Contrairement à de nombreux critiques, je ne vous ferais l’affront de vous dévoiler ce petit truc qui fait qu’on adore ce film. Ce tout petit truc auquel seul un être d’une extrême sensibilité pouvait penser. Un truc qu’aujourd’hui dans le cinéma international, seul Xavier Dolan pouvait faire, et que nombre de journalistes zélés ont voulu dévoiler. Si vous êtes passé au travers des mailles du filet et n’avez aucune idée de ce dont je parle, vous faites partie des bien heureux qui auront le plaisir de savourer "Mommy" comme la pépite cinématographique qu’il est…
"Mommy" est un film atypique, magique, poétique, plein de tendresse et d’espoir. Une ode à l’amour avec un grand A, que seul Dolan pouvait réaliser. Un chef-d’œuvre absolu.

…Aux mots – et aux silences – répondent les gestes qui, entre agitation et pulsion, emportent les protagonistes dans un ballet hypnotique. Le trio d’acteurs, extraordinaire, s’offre au réalisateur qui transcende tout à la fois la fragilité et la force – vive – de ses personnages au fil d’une aventure écrite avec soin et excessivité. Dolan croque trois êtres avec acuité, l’équilibre entre les protagonistes est total – le caractère « secondaire » de Kyla, son effacement, étant des plus évocateurs et d’autant plus troublant…

Mommy è un gran bel film, che avrebbe tutte le carte in regole per essere un capolavoro se l’ansia fin troppo autoriale di Dolan non debordasse dai bordi dello schermo. La visionarietà del regista canadese è impressionante, ma complice la giovane età deve ancora trovare una via giusta, più definita, più quadrata potremmo dire ricordando il formato usato. Ma è anche vero che a 25 anni un talento così non si era mai visto. E allora bando ai puntigli. Il ragazzo, che già è grande, si farà. E forse non ci resta che applaudire.

…Xavier Dolan è giovanissimo, ma ascolta i suoi istinti, osserva con attenzione, asseconda i suoi sensi e riesce con estrema facilità a raccontare storie difficilissime, tanto dolorose quanto normali. Abile nello scrivere sceneggiature e nel dirigere i suoi attori, in “Mommy” ha fatto un lavoro straordinario.
Scegliendo un formato cui non siamo abituati, propendendo per una fotografia dominata da una luce caldissima e soffocante, e con la musica che dialoga coi suoi personaggi (note e strofe non sono mai scelte solo perché “suonano bene”), Dolan si riconferma un cineasta dal talento sconfinato che riesce laddove colleghi più navigati falliscono…

Mommy dura quasi due ore e mezza, e mai per un momento si guarda l’orologio. Dolan ricorre perfino a un desueto formato vintage, l’1:1, un quadrato claustrofobico e reclusivo per meglio incapsulare i suoi personaggi, i corpi e le facce, e creare un ring dalla forma perfetta in cui si possano misurare ad armi pari. Rimaniamo continuamente sospesi, appesi, temendo che il film scivoli verso il punto della sua catastrofe, temendo la definitiva esplosione di violenza di Steve. Dolan sfrutta gli up and down, i picchi e le voragini dell’ADHD per costruire una tesissima macchina narrativa. Vi assicuro che in Mommy non c’è mai, mai, un passaggio banale, un momento risaputo, una parola artificiosa. Quando la madre immagina il futuro del suo complicato figliolo (è un sogno a occhi aperti, ma noi non lo sappiamo, lo scopriremo dopo) viene da commuoversi e, ebbene sì, di mettere mano al kleenex. Poi arriva una parte finale che è la cosa meno convincente, come se Dolan di fronte ai suoi personaggi, e alle proiezioni proprie, ai fantasmi di cui li ha caricati, non sapesse prender la giusta distanza. Peccato, è la parte stonata di un film eccellente e per tre quarti perfetto.

…Sacrificio maternal que no está exento de complejidad, en una resolución en la que contrasta el sentimiento de esperanza con hechos que, mirados fríamente, no deberían serlo, y es que el director está tan empeñado en realzar la vitalidad de Steven que hasta parece identificarse con ella. Y, de hecho, hay un par de instantes en las que Dolan se permite sustituir al protagonista (un resuelto Antoine-Olivier Pinon), en una impetuosa correspondencia, muy breve, que consigue pasar desapercibido, pero que se siente necesaria, pues Steven sigue siendo otro de los muchos alter ego de su director, como en su momento lo fue Hubert Mile en Yo maté a mi madre (I Killed My Mother – 2009), donde precisamente también aparecía “su madre” en la ficción, Anne Dorval. De este modo, conMommy confirma la construcción definitiva de un universo propio y personal en torno a las relaciones familiares y amorosas, cercanas a una óptica que, en diferentes niveles, se intuye de inspiración autobiográfica. Esta última obra tiene visos de ser una de sus más personales y logradas, y con suerte puede ser una de las que más éxito le reporte, merced al buen recibimiento que hasta ahora ha tenido en el recorrido de festivales y que, en lo que queda de año, podría saldarse con alguna que otra sorpresa. Pero también porque es un discurso con el que cualquiera puede conectar de inmediato, sin medias tintas, ni reparos. Pues todos hemos tenido una madre, y Mommy las representa un poco a todas ellas. | ★★★★★ | 
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9 commenti:

  1. In quattro righe hai spremuto chiaramente il succo, ottimo come sempre!
    Una curiosità, dato che l'hai visto due volte: il finale ti ha convinto?
    Ovviamente, grazie per la cit. :)

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    1. ho letto qualche critica del finale, a me sembra coerente con il resto, forse troppo drammatico, per alcuni, è la conseguenza di un'impossibilità di essere "normali", e dell'impossibilità per Mommy di convivere serenamente con Steve.
      e la corsa finale sa tanto di "Thelma e Louise".

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  2. Il trailer e la tua recensione sembrano una promessa. Gli attori sembrano davvero bravi. Anzi tutto "è" più che sembra. Meglio delle certezze :)

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  3. Un film straordinario, capace di farti provare qualsiasi tipo di emozione! Ti fa ridere e poi ti fa a pezzi, per poi tornare ad avvolgerti con la sua dolcezza. Lo definirei pieno di energia. Il prefinale poi è qualcosa di splendido!!

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    1. P.S: anche io lo riguarderei subito!!

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    2. approfittane subito, allora, a casa non sarebbe così potente come in sala.

      l'energia non manca, è un film che ti coinvolge e ti avvolge.

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  4. Uno di quei film da vedere sia in solitudine che con qualcuno che ti stringe la mano.

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    1. un film che fa piacere condividere, di una forza e di una bellezza grandissime per uno solo :)

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