Tre Film Al Giorno, Tre Libri Alla Settimana, Dei Dischi Di Grande Musica Faranno La Mia Felicità Fino Alla Mia Morte. (François Truffaut)
giovedì 31 maggio 2012
Démanty noci (Diamanti nella notte) - Jan Nemec
mercoledì 30 maggio 2012
Pilgrimage - Werner Herzog
The film begins with an opening quote by Thomas à Kempis which is a fake quote invented by the filmmaker himself.
da qui
martedì 29 maggio 2012
Le montagne blu (Tsisperi mtebi anu daujerebeli ambavi) – Eldar Shengelaya
vale la pena di trovarlo e vederlo, fa ridere, ma non solo - Ismaele
In 4 quadri e con epilogo si narrano le tragicomiche peripezie di uno scrittore georgiano che cerca inutilmente di far pubblicare il suo ultimo romanzo Montagne blu. Nel palazzo tutti, impiegati e dirigenti, hanno qualcosa d'altro da fare, mentre crepe minacciose fanno breccia nei muri finché l'edificio crolla. Nell'epilogo lo scrittore entra in un edificio nuovo, ma comportamenti e rumori sono gli stessi. Pur con smagliature tra il 2° e il 3° movimento, Shengelaya approda a una satira feroce e divertente, animata da una piccola folla di personaggi schizzati con brio. Conferma, a ritroso, come il cinema georgiano sia stato il più vitale e spregiudicato delle repubbliche sovietiche.
lunedì 28 maggio 2012
Quella casa nel bosco - Drew Goddard
domenica 27 maggio 2012
giovedì 24 maggio 2012
Au hazard Balthazar – Robert Bresson
Desidero, come feci quaggiù, scegliere un sentiero per andare, come a me piacerà, in Paradiso, dove ci sono le stelle in pieno giorno.
Prenderò il mio bastone e sulla grande strada andrò e dirò agli asini, miei amici: -Io sono Francis Jammes e vado in Paradiso, perché non c’è l’inferno nel paese del buon Dio.
Dirò loro: Venite, dolci amici del cielo blu, povere care bestie che, con brusco muovere d’orecchio, cacciate le vili mosche, le botte e le api.
Che io vi appaia in mezzo a queste bestie che amo tanto perché abbassano la testa dolcemente, e si fermano giungendo i loro piccoli piedi in modo cosi dolce e che ispira pietà.
Arriverò seguito dalle loro migliaia d’orecchie, seguito da quelli che portano al fianco delle ceste, da quelli che tirano carrozzoni di saltimbanchi o carri di latte e spolverini, da quelli che portano in groppa bidoni ammaccati, dalle asine piene come otri, dai passi rotti, da quelli a cui mettono piccoli pantaloni a causa delle piaghe blu e trasudanti che fanno le mosche ostinate che vi si ammassano intorno.
Mio Dio, fate ch’io venga a voi con questi asini.
Fate che in pace, degli angeli ci conducano verso ruscelli frondosi dove tremano ciliegie lisce come la pelle ridente delle ragazze, e fate che, chino su questo soggiorno d’anime, sulle vostre divine acque, io sia uguale agli asini che specchiano la loro umile e dolce povertà nella limpidezza dell’amore eterno.
… Soltanto Balthasar, il meraviglioso Balthasar che passa da una mano all’altra, da brevi condizioni di tranquillità alle violenze più dolorose e umilianti, risalta la purezza di un essere indenne dal maleficio umano. Egli percorre la strada del suo calvario registrando atti e eventi nella loro forma fenomenica, incapace di elaborarli e quindi di fornire loro una qualsiasi struttura di senso che non sia di pura reazione quando il legno si abbatte sulle sue carni. Mentre i personaggi con cui condivide la scena si evolvono mostrando un’ineliminabile inclinazione verso il degrado umano, egli viene ripreso nella sua stabilità assoluta dalla macchina quale estrema espressione di bellezza interiore e candore, impossibilitato a subire quei processi che segnano in modo indelebile la "migliore" creatura del cosmo.
Film di tristezza profonda e universale, Au Hazard Balthazar è costruito, secondo il più caratteristico stile bressoniano, sulla base di una assenza totale di drammaticità: la cifra stilistica del grande regista è una congegnata assenza di espressività dei personaggi che, guidati in modo magistrale, sembrano privi del mestiere della recitazione. Anche l’asse temporale del film si sviluppa secondo l’assoluta mancanza di sussulti che suggerisce la continuità di una esperienza eterna raccontata ben oltre i limiti della pellicola. La vita di Balthazar è fatta di frammenti che non arrivano mai al dunque e si consumano nel procedere sempre uniforme della sua vita. Anche le sue ribellioni alla insensata violenza dell’uomo sono solo sussulti decretati a ridimensionarsi nella predestinata sottomissione…
da qui
Come Pasolini, col suo discorso sull'omologazione e la sua paura della tv, anche Bresson era in anticipo di quarant’anni e ha fotografato benissimo, da così lontano, i tempi che stiamo vivendo e dei quali la radiolina a transistor, che rompeva l'incanto del bosco e della campagna, era solo l'inizio, la prima crepa della frana che poi è smottata su di noi -la pubblicità, la volgarità, la stupidità dilagante. Sembra un paradosso, ma con internet e con l’elettronica oggi abbiamo molta più informazione di prima, e molto più accessibile, ma siamo sempre più ignoranti. Abbiamo buttato via una cultura vecchia come l'umanità, e tutti gli archetipi ad essa associati, per avere in cambio una radiolina qualsiasi, che trasmette soltanto dediche, canzoncine e (soprattutto) pubblicità. Ci siamo venduti l'anima: non per denaro o per conquistare il mondo, ma per una radiolina portatile…
Now here is the essential part. Bresson suggests that we are all Balthazars. Despite our dreams, hopes and best plans, the world will eventually do with us whatever it does. Because we can think and reason, we believe we can figure a way out, find a solution, get the answer. But intelligence gives us the ability to comprehend our fate without the power to control it. Still, Bresson does not leave us empty-handed. He offers us the suggestion of empathy. If we will extend ourselves to sympathize with how others feel, we can find the consolation of sharing human experience, instead of the loneliness of enduring it alone...
martedì 22 maggio 2012
Tutti i nostri desideri - Philippe Lioret
dopo "Welcome", molto bello, arriva questo, meno "facile" rispetto al precedente, ma altrettanto buono.
si mescolano diverse storie, e l'economia finanziaria che regge il mondo fa schifo ed è insostenibile.
un altro mondo deve essere possibile, per non morire sempre più, ci leggo, anche.
non perdete Vincent Lindon, sempre uguale e sempre bravo - Ismaele
E' questa ovvietà eroica a scardinare pian piano gli automatismi del potere e a conferire al suo cinema un tono straordinariamente sommesso. Peccato che la battaglia legale sulle clausole contrattuali delle banche appassioni poco, costringendo Lioret a giocare la carta della malattia terminale per far impennare il film. Un colpo basso che rischia di marginalizzare oltremodo il tema portante della vicenda riportandola sui binari del cinema ospedaliero.
Lacrime al netto di vere emozioni. E un sospetto di artificiosità che neanche l’immobile intensità di VincentLindon riesce a fugare.
lunedì 21 maggio 2012
Transsiberian - Brad Anderson
si inizia sorridendo, ma si continua in un incubo senza fine.
chi si annoia in un film così si faccia visitare da un esperto.
a me è piaciuto moltissimo (e anche al 91% delle recensioni di Rottentomatoes).
non fartelo scappare, non ti deluderà - Ismaele
Una leggera paranoia invade ogni spazio lasciato libero dall'immaginazione e presto i protagonisti dovranno fare i conti con le verità terribili che si celano sotto la leggera patina di normalità che ricopre la loro situazione. Il treno metafora e segno di un tempo che non è più, qua assume la valenza di ricordare a chi percorre il cammino per suo mezzo, che non sempre il progresso è cosa buona per chi si trova a vivere i momenti di transizione che lo accompagnano…
domenica 20 maggio 2012
Ne le dis à personne (Non dirlo a nessuno) - Guillaume Canet
una sceneggiatura che non da respiro, un film che sa di film con Harrison Ford (specializzato in film di questo genere, in cui avviene di tutto e non si capisce molto e piano piano alla fine tutto sarà chiaro).
(Rottentomatoes lo promuove con il 93% di critiche positive, Imdb gli dà 7,5)
nessuno resterà deluso, promesso - Ismaele
il film è strutturato nel migliore dei modi e nella sua seppur importante durata (due ore belle piene) non annoia mai, attirando sempre più lo spettatore grazie allo sviluppo di una storia intrigante e mai scontata
bellissima anche la colonna sonora, dosata della giusta malinconia e perfetta accompagnatrice di un film tutto da scoprire.
sabato 19 maggio 2012
Destino cieco (Przypadek) - Krzysztof Kieslowski
il protagonista è Witek (il bravissimo Boguslaw Linda, che qui interpreta Stygma), che vive tre vite possibili, quasi un teorema sulle possibilità, forse non è perfetto, ma è grande cinema - Ismaele
Kieslowski non giudica mai i suoi personaggi. Per lui, la vita è così difficile che non ha senso criticare le persone per ciò che fanno. Anzi: l'unico atteggiamento possibile è la comprensione umana. In tal senso, Kieslowski non giudica nessuno dei tre Witek. Né quello che entra nel partito comunista, né quello che entra nel partito cattolico clandestino, né quello che è indifferente. Dato che sono tre scelte del caso, che senso avrebbe criticare Witek?
Il film ci mostra che cos'era la Polonia di quegli anni. Da una parte, c'era il terribile partito comunista e i suoi metodi criminali. Dall'altra parte, c'erano i Polacchi cattolici, che cercavano d'abbattere il comunismo. C'era poi la terza via, quella di chi non credeva né al comunismo né alla religione. È la via di chi crede solo nell'individuo e nelle sue capacità. È la via cara a Kieslowski. Ma il regista sa che questa via non è migliore delle prime due: è solo una delle risposte possibili. Perciò, ce le presenta tutte e tre con la stessa dignità.
venerdì 18 maggio 2012
Il maledetto United (The Damned United) - Tom Hooper
Sembra che parli di calcio, ed è un peccato perderlo; per chi ancora non lo conosce sarà una sorpresa bellissima - Ismaele
mercoledì 16 maggio 2012
Anything for Her (Pour elle) - Fred Cavayé
a parte il titolo italiano (che traduce il titolo francese in inglese, che fesseria), il film dà soddisfazione.
grandissimo, come suo solito, Vincent Lindon.
guardalo, non te ne penti - Ismaele
martedì 15 maggio 2012
Jancio Wodnik - Jan Jakub Kolski
racconta una storia di poteri speciali, di viaggi e attese, di credulità e di chi capitalizza, un film dell'est Europa, realismo magico, dice qualcuno.
merita di essere visto - Ismaele
The theme certainly isn’t new, and Kolski wanders on the side of the path once tread by Luis Buñuel, so expertly from Viridiana(1961) to Simon of the Desert (1965) and The Milky Way (1969). While Buñuel imitators generally miss the mark — Wojciech Has’s ponderous The Saragossa Manuscript (1965) comes to mind — Kolski’s blend of abstract comedy, sensuality, and religious hocus pocus has a flavor and style that is fresh and appealing. Decidedly unlike Buñuel, however, Kolski favors linear construction, shying away from the surrealist’s abject cynicism, and heads toward the kind of morality Don Luis would’ve gagged on…
I would like to recommend it, but would not know what to compare it to. Strange but funny and real at the same time. Not too 'artsy', actually, not 'artsy' at all. Lots of funny clashes between the protagonist and the reality outside. "Oh, Jesus crucified.". "No, welded".
Slightly in the style of what GG Marquez could have written (less magic though).
domenica 13 maggio 2012
Ménilmontant - Dimitri Kirsanoff
uno di quei film che contiene molto cinema che verrà dopo.
grande bel film, con omicidi, amore, abbandono, solidarietà.
da non perdere (8.0 su imdb) - Ismaele
Dimitri Kirsanoff's Ménilmontant is
a masterpiece of silent cinema, taking a simple melodramatic plot and
transforming it into a deeply affecting work of art with the sheer force of the
poetic, intense visuals that Kirsanoff uses to tell his story. The film follows
a pair of sisters who leave the country for the city after their parents are
slaughtered in a mysterious axe murder. Unusually for the time, there are no
intertitles, so the plot is communicated entirely with imagery. This economical
storytelling gives the film a lean, stripped-down aesthetic that makes it seem
eminently modern. All the unnecessary exposition is trimmed away, and the
opening axe murder is boldly stylized and brutally effective, even as its exact
details remain unclear. Kirsanoff's dense, rapid-fire montage is perfectly
suited to capturing the insane violence that orphans the two girls. Later, as
the film traces the disintegration of the sisters' relationship after a man
comes between them, Kirsanoff employs a wide variety of aesthetic tools, from
superimposition to expressive closeups to poetic non-narrative shots of the
urban surroundings...
continua qui
...In Ménilmontant si fondono l’impegno
estetico e quello sociale con risvolti psicologici. In questo, Kirsanoff rivela
la sua vicinanza all’esperienza del cinema russo, ad Ejzenstejn in particolare,
quando già nella prima convulsa sequenza, il regista scandisce l’azione con una
furia ritmica che moltiplica la scioccante drammaticità di un brutale
assassinio, alternando primi piani e campi stretti e frammentando la scena
sotto i colpi di un montaggio che poco meno di quarant’anni prima anticipa con
simili funzioni la violenza espressiva dell’Hitchcock di Psycho. L’incipit
introduce immediatamente un clima cupo e instabile, dove ciò che accade non ha
premesse o spiegazioni, ma in cui la consequenzialità degli eventi non è mai
stravolta o irrazionale. La ragione dell’omicidio di due genitori è oscura, la
narrazione si concentra subito sulle due figlie (Sibirskaia e Beaulieu) che
dopo qualche tempo si trasferiscono in città per guadagnarsi da vivere...
da
qui
...Dimitri Kirsanoff's film
centers on two young country girls who flee to the city after their parents are
brutally murdered (we are given very few details as to who did this or why).
The film's narrative is very sketchy, as there are no intertitles, and the two
girls have similar features and are dressed similarly throughout most of the
film. One of the girls, played by the wonderful Nadia Sibirskaia (Kirsanoff's
wife), goes off with a man while her sister stays home in their tenement. When
she returns home she soon has a baby, and her sister goes off (presumably as a
prostitute) with the man. Sibirskaia presumably becomes homeless until she is
ultimately reunited with her sister. The man they went away with earlier shows
up again, only to be killed by a random criminal.
The film's slim and fragmented plot does nothing
to convey the extraordinary and evocative world Kirsanoff creates through a
barrage of disparate techniques lifted from German expressionism, Soviet
montage, Hollywood melodrama, and the French avant-garde. The opening massacre
is shown through a rapid Eisenstein-inspired montage; the compression of time
and dreamlike waywardness of the girls' journey is presented through a series
of lap dissolves; and the wintry, desolate atmosphere of Menilmontant (a poor,
working class district on the eastern edge of Paris) is conveyed by an
impressionistic use of documentary footage...
da qui
continua qui
...In Ménilmontant si fondono l’impegno
estetico e quello sociale con risvolti psicologici. In questo, Kirsanoff rivela
la sua vicinanza all’esperienza del cinema russo, ad Ejzenstejn in particolare,
quando già nella prima convulsa sequenza, il regista scandisce l’azione con una
furia ritmica che moltiplica la scioccante drammaticità di un brutale
assassinio, alternando primi piani e campi stretti e frammentando la scena
sotto i colpi di un montaggio che poco meno di quarant’anni prima anticipa con
simili funzioni la violenza espressiva dell’Hitchcock di Psycho. L’incipit
introduce immediatamente un clima cupo e instabile, dove ciò che accade non ha
premesse o spiegazioni, ma in cui la consequenzialità degli eventi non è mai
stravolta o irrazionale. La ragione dell’omicidio di due genitori è oscura, la
narrazione si concentra subito sulle due figlie (Sibirskaia e Beaulieu) che
dopo qualche tempo si trasferiscono in città per guadagnarsi da vivere...
da
qui
...Dimitri Kirsanoff's film
centers on two young country girls who flee to the city after their parents are
brutally murdered (we are given very few details as to who did this or why).
The film's narrative is very sketchy, as there are no intertitles, and the two
girls have similar features and are dressed similarly throughout most of the
film. One of the girls, played by the wonderful Nadia Sibirskaia (Kirsanoff's
wife), goes off with a man while her sister stays home in their tenement. When
she returns home she soon has a baby, and her sister goes off (presumably as a
prostitute) with the man. Sibirskaia presumably becomes homeless until she is
ultimately reunited with her sister. The man they went away with earlier shows
up again, only to be killed by a random criminal.
The film's slim and fragmented plot does nothing
to convey the extraordinary and evocative world Kirsanoff creates through a
barrage of disparate techniques lifted from German expressionism, Soviet
montage, Hollywood melodrama, and the French avant-garde. The opening massacre
is shown through a rapid Eisenstein-inspired montage; the compression of time
and dreamlike waywardness of the girls' journey is presented through a series
of lap dissolves; and the wintry, desolate atmosphere of Menilmontant (a poor,
working class district on the eastern edge of Paris) is conveyed by an
impressionistic use of documentary footage...
da qui
giovedì 10 maggio 2012
L’Enclos (Otto ore al buio) - Armand Gatti
un film eccezionale, non urlato, succedono le cose più terribili, la regola è sempre "mors tua vita mea", una storia di tedeschi e kapò, e vittime sacrificali, che non dà tregua, crudele.
da non perdere - Ismaele
Marcel MARTIN
Maurice DRUON
Jean-Louis BORY
In a concentration camp,a kapo asks one of the prisoners to kill one of his mates.One of the officers saw the whole scene:it gives him a spooky idea:why not repeat it with two other prisoners, a French Jew and a German political prisoner(such a character was not that much obvious in the early sixties ,and might explain the commercial failure of the movie:only 15 years had passed since the end of WW2)?.They lock both of them in an enclosure (check the title ) and tell them that they have to fight and the survivor's life will be spared .I will not reveal what happens next because the script is very elaborated and it would be a spoiler.
The two officers call that an "experiment" ,they are sure that the German Aryan is bound to kill the "inferior" Jew.They make a bet.But the "result" will be totally unexpected ,so unexpected that even in one of the most somber conclusions that was ever filmed,some sunlight does break through.I'm almost sure that if some producer saw this film,he would fatally think of a remake . If it made people feel like watching Gatti's work,why not?
mercoledì 9 maggio 2012
Mah nakorn (Citizen Dog) - Wisit Sasanatieng
una storia che non ti aspetti dalla Thailandia, e non non annoia, anzi...
provaci, sarà una sorpresa per (quasi) tutti - Ismaele
If you're looking for something light-hearted, fun and visually exuberant then Mah Nakorn is your film. It's a lovely little comedy with a lot of heart, a lot of warmth and plenty of interesting and original ideas. It might be a bit random and episodic at times, but if you can look past that you might be in for a very pleasant surprise. And if all else fails, you can still amuse yourself trying to comprehend how Sasanatieng came up with all these crazy color combinations. Warmly recommended.