sabato 28 marzo 2015

Una nuova amica - François Ozon

un film esagerato, uomini con donne, donne con uomini, travestiti da donne, un'amica morta, una promessa, alla fine è un film confuso, solo perché confuso è il mondo, e però sembra anche superficiale.
Ozon è bravo, ma, quando negli occhi e in testa hai "La vita di Adele" e "Laurence Anyways", questo film sembra perfettino, certo, proprio leggerino. 
non è bello fare confronti, ma...
senza quei due sarebbe un bel film, ora mi sembra un film non male, a suo modo inquietante, ma solo sufficiente.
e però ci sono delle scene che è un piacere vedere - Ismaele







Il meno convincente dei film di François Ozon. Un giovane vedovo ha una passione segreta. La scopre per caso l’amica della moglie, ma non sarà scandalo, anzi sarà complicità tra i due. Ozon racconta le strane traiettorie del desiderio e la labilità delle identità sessuali, peccato che lo faccia con la freddezza di una lezione teorica e quando ormai il discorso pubblico sulla gender-culture è saturo e inflazionato. È che queste cose le ha già fatte meglio, e al momento giusto, Pedro Almodóvar…

non è un film sull'intolleranza o l'accettazione delle diversità sessuali da parte della società o dei parenti (come potevano essere "Boys don't cry" o "La mia vita in rosa"), bensì sulla scoperta e sulla presa di coscienza della propria identità. In quanto tale, si allontana da Almodóvar (dove queste fasi vengono spesso date come per scontate o già acquisite) e si avvicina di più all'analisi delle ambiguità e delle pulsioni che ha da sempre caratterizzato il cinema del regista francese.

Non ci si scandalizza e tanto meno ci si indigna, ma certamente ci si annoia (il film sfiora spesso il ridicolo, ma fallisce anche in questo)…


Una nuova amica ha un incipit folgorante, in pieno stile Ozon: una ragazza in abiti matrimoniali che poi si scopre essere morta. Un incipit che con notevole lungimiranza è stato usato anche come trailer del film. Dopodiché ci si ritrova al funerale della ragazza e facciamo la conoscenza con la nostra protagonista, Claire (interpretata dall’eccellente Anaïs Demoustier), la migliore amica della defunta. E anche qui Ozon lavora di fino con una sventagliata di flashback in cui racconta con pochi cenni il profondo legame che ha unito le due. Ma è solo dopo, quando si teme che il regista abbia già finito le sue carte (come spesso gli è accaduto in passato), che in realtà Una nuova amica cresce d’intensità, vale a dire dal momento in cui Romain Duris, che interpreta il vedovo dell’amica con neonata a carico, si prende la scena…
…Croisant l’éveil à soi de ses deux principales protagonistes – Victoria devenant femme au même titre que Claire – François Ozon propose une radiographie à la fois réaliste et fantasmée de la société française et de son ouverture aux questions de genre. Au fil de l’évolution narrative et des interactions, il propose ainsi une image plurielle de l’homosexualité moquée par Gilles, faussement tolérée par les parents de Laura ou rejetée avant d’être comprise par Claire. Elle est également magnifiée par le réalisateur lors d’une séquence de cabaret où prennent sens les paroles assez « idiotes » pour être universelles de la chanson « Une Femme avec toi » – incontournable titre du répertoire de Nicole Croisille.
Focalisant sans cesse notre attention et maitrisant les effets de surprises qui teintent le film d’une logique de thriller, François Ozon dirigeant avec brio ses acteurs qu’il filme avec sensibilité. Il ancre un jeu manifeste entre une artificialité distanciée (et souvent référentielle) et un réalisme père d’une sensualité déroutante tant il nous fond au désir et aux pulsions de Claire et de Victoria. Pleine d’humour, l’approche n’en est pas moins troublante à l’instar de l’ouverture suggérée par l’orchestration de la séquence finale.

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