venerdì 3 gennaio 2025

Soldado - Stefano Sollima

il film di Stefano Sollima è del tutto indipendente rispetto al film di Denis Villeneuve, sta in piedi da solo.

attori bravissimi, nelle mani di un regista sempre più bravo.

Gillick (Benicio del Toro) è un combattente esperto e insostituibile, affidabile e preciso.

ma quando lo vogliono costringere a fare qualcosa al di fuori della sua personale etica inizia una diversa guerra.

un gran film, da non perdere.

buona visione - Ismaele


 

QUI il film completo, su Raiplay


  

In senso ostinato e contrario procede il protagonista, che non tira più su ogni cosa che si muove per vendetta personale ma è 'al servizio' dell'FBI prima e di un'adolescente impaurita dopo e nel tempo di un singolare tragitto iniziatico. Al surplus di violenza e di brutalità estrema, Sollima affianca un racconto dove l'umano e il compassionevole riprendono progressivamente il loro posto. Diversamente, Sicario faceva dei suoi pistoleri dei monoliti di cui finiva presto per disinteressarsi. Il transfert di Alejandro con la figlia del padrino, traumatizzata come la sua dalla violenza di una guerra motivata unicamente dalla propria perpetuazione, lo sguardo umido di Matt davanti agli occhi spenti della fanciullezza, aggiungono il cuore alla narrazione mantenendosi a distanza di sicurezza dal cuore. Brolin e Del Toro formano (e rinsaldano) un duo letale, un'alleanza di interessi divergenti ma uniti da un desiderio di caos inestinguibile.
A suo agio con un universo di figure maschili virili e predatori che evolvono oltre la legge (
ACAB), Sollima disegna la mappa di una criminalità sotterranea e onnipotente che è dappertutto e da nessuna parte. Un avversario potente, insaziabile, elusivo. Da questa parte della frontiera interroga invece la propensione degli Stati Uniti (ma non solo) a sfruttare le proprie tragedie per attaccare il nemico di turno. La sceneggiatura, sempre di Taylor Sheridan, lavora ancora sulla permeabilità delle forze dell'ordine (e del disordine), in presa diretta con l'attualità geopolitica (lo jihadismo e le politiche occidentali di lotta contro il terrorismo)…

da qui

 

Soldado riesce nel duplice intento di scuotere e coinvolgere lo spettatore, accompagnando  un’azione asfissiante e dal ritmo incalzante con un racconto di strabiliante potenza emotiva, che ci sbatte in faccia senza compromessi e sofismi il marciume della politica internazionale, che non fa distinzioni fra traffico di droga ed esseri umani e non si fa scrupoli a utilizzare anche il simbolo per antonomasia della purezza e dell’innocenza, ovvero i bambini, per raggiungere i propri scopi. In un clima di totale disumanità, diventano ancora più importanti e toccanti gli sprazzi di umanità che affiorano da Graver e Gillick, due uomini a cui non è rimasto nulla se non il desiderio di portare a termine la propria missione e la volontà di vendetta, che trovano nel campo di una battaglia sporca e silenziosa e nell’attaccamento ai propri compagni di sventura un residuo emotivo a cui aggrapparsi, pur rimanendo fedeli ai propri principi.

Alla prova di maturità con il cinema hollywoodiano, Stefano Sollima centra il bersaglio, traendo il meglio dai propri strabilianti interpreti e da una messa in scena di rara solidità, che rinuncia all’estetica raffinata di Sicario (e del direttore della fotografia Roger Deakins, ben rimpiazzato da Dariusz Wolski) in nome di una fotografia più asciutta e rigorosa, pur concedendosi alcuni notevoli virtuosismi, come un adrenalinico inseguimento a bordo di un elicottero. Il sangue scorre copioso, come la violenza fisica ed emotiva, bagnando un racconto senza vincitori né vinti, che lascia la porta aperta a un più che probabile terzo capitolo di una delle saghe più angoscianti del cinema contemporaneo.

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…Sequel dell'ottimo "Sicario", "Day of Soldado" , è di fatto l'esordio statunitense di Stefano Sollima. Il regista romano fa centro realizzando un action crudele, dal ritmo solenne ed implacabile, dove le logiche di potere tentano costantemente di schiacciare gli uomini annientandone la morale, e relegandoli cinicamente al proprio destino.
Cosa può eludere il sistema? Risposta semplice: una bambina, la sua innocenza. Perché tutto è sacrificabile : uomini, donne, la carriera, persino la propria vita. Non importa quanto sei abile nel tuo lavoro o quali sofferenze hai passato o quali orrori hai visto: se sacrifichi l'innocenza, se calpesti anche questo valore, non sei più un uomo.

Ecco perché i due protagonisti rivelano con il passare dei minuti la loro vera natura; sono  entrambi due magnifici antieroi i cui valori viaggiano paralleli, si urtano, ed alla fine convergono nello stessa.direzione, seppur separandone i rispettivi destini.


"Day of Soldado" racconta quanto il confine tra giusto e sbagliato sia labile,  quanto sia difficile muoversi da pesce  in un mondo di squali. E nel farlo mette in campo eccellenze tecniche in ogni settore.

Un action che è tante cose insieme ed una sola: imperdibile.

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E' un film solido, tetragono, duro e spietato. Josh Brolin e Benicio Del Toro sono due volti e due sguardi che non si dimenticano. La storia è in fondo nota e, cambiando i contesti sociali, non è così diversa da quanto accade in altri paesi. I forti vincono sempre o quasi e la povera gente soffre. In mezzo, tanta violenza, sopraffazione, giustizia sommaria e vendetta. La colonna sonora è inquietante come in effetti tutto ciò che accade in questo film. La regia del nostro connazionale è convincente, razionale ed adeguata. Un menzione speciale per la colonna sonora: si tratta di un aspetto per me fondamentale in ogni film e ho trovato quella di Soldado nolo solo coerente ed emozionante, ma pure inquietante.

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Soldado è un magnifico film di genere che esalta la  potenza dell'azione manifestata in tutto il suo incanto dal grande talento del suo creatore. Soldado è un  tour de force di magnifiche scene d'azione scandite dalla mano di uno Stefano Sollima in stato di grazia che dirige con passione e professionalità. Per mezzo di incredibili riprese  aeree in campo lunghissimo, la macchina da presa attraversa distese chilometriche di terre desolate dalle quali si avverte un incommensurabile senso di perdizione e sofferenza. Una realtà spietata e priva di speranza, un mondo in cui la concezione stessa del bene e del male viene meno mischiandosi in una amalgama di incertezze che portano lo spettatore a dubitare circa le azioni commesse tanto dai buoni quanto dai cattivi. Un film che si interroga incessantemente sull'affermazione il fine giustifica i mezzi, cercando di fornire delle risposte a un enigma senza fine che mai porterà a una conclusione ovvia e accertata da tutti.

Soldado di Stefano Sollima è un film straordinario che analizza a fondo i discorsi iniziati dal predecessore Sicario secondo un'ottica ancor più feroce e spietata che non lascia speranza di salvezza.

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mercoledì 1 gennaio 2025

Il giorno più corto - Sergio Corbucci

un film con Franco e Ciccio superprotagonisti, con la comparsa anche di un centinaio di attori famosi (vedere per credere).

la storia è ambientata nella prima guerra mondiale, quando Franco e Ciccio (che cerca inutilmente di liberarsi di Franco), sono soldati (e poi disertori) italiani.

per chi ammira Franco e Ciccio è un divertimento senza fine, grazie a Sergio Corbucci.

buona (antimilitaresca) visione -Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo, in italiano

 

 

Sergio Corbucci ha a propria disposizione (è un record) circa un centinaio di attori, fra i quali molti dei più noti nel nostro paese mezzo secolo fa, che si prestano a far da comparse o poco più: qualcuno non pronuncia neppure una battuta e la più parte si limita a brevi o brevissimi ruoli peraltro resi significativi proprio da quei volti e dalle loro capacità espressive.

Se si riesce a non farsi distrarre dalla loro notorietà, emergerà però che non si tratta affatto di un film "corale": ci sono invece due protagonisti assoluti (Franco e Ciccio). E alcuni comprimari, assai pochi: innanzi tutto Walter Chiari (avvocato difensore dei due) e Virna Lisi (che vuole a tutti i costi far parte dell'esercito: si chiama Naja); e anche Nino Taranto (la mafia cui nulla sfugge) e Raimondo Vianello (l'inflessibile Von Gassman: "Chi sbaglia paga!").

Tutti all'altezza, bravi e simpatici, anche Virna, qui in una parte più vispa di quelle dei suoi primi anni; e naturalmente molto bella.

Tutte le altre sono apparizioni o poco più. Che però oggi assumono - almeno per me - un fascino sentimentalmente notevole: infatti mi riprometto, non appena ripassi in tv questo film, di registrarlo. 

 

I due protagonisti Franco Franchi e Ciccio Ingrassia sono in campo dall'inizio alla fine e fanno un'ottima figura.

Dico subito che non sono un loro conoscitore, ammetto di averli sempre "snobbati" (come fu per Adriano Celentano) e non credo di aver visto in sala neppure uno dei loro tanti film, almeno come coppia. Li ricordo però da soli: un ottimo Ciccio Ingrassia nell' "Amarcord" di Federico Fellini e un altrettanto ottimo Franco Franchi in "Ultimo tango a Zagarol" di Nando Cicero.

Non si creda però che io sia un loro detrattore, tutt'altro. Molte gags di questa coppia comica le ho apprezzate in televisione e da esse mi è parso di veder esserci le basi per far ridere ogni platea giacchè, oltre a trattarsi di due tipi fisici "destinati" a stare insieme (come Stanllio e Ollio), possedevano i "fondamentali": si capiva che avevano alle spalle - e forse furono gli ultimi - l'avanspettacolo.

Non sono dunque influenzato, credo, nel mio giudizio positivo, dal loro grande successo di pubblico, con record di incassi in particolare nella seconda metà degli anni sessanta. Questo film viene prima (alle spalle avevano soltanto due film come protagonisti) e, diretta con la solita sicurezza da Corbucci, la coppia è veramente impeccabile, talora esilarante ma soprattutto senza cadute di tono nè eccessi che sarebbero fuori luogo, specialmente nella seconda parte, quella della guerra, che è forse la migliore. Anche il bianco e nero, scelta opportuna, aiuta e si ride o si sorride in misura consona: commedia, parodia, farsa? Commedia direi; ma nulla di più: questo film non ha certo la pretesa di rivaleggiare con il capolavoro "La grande guerra" del '59 di Monicelli che seppe toccare pure le corde della tragedia con perfetto irripetibile equilibrio…

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La cosa sorprendente di questo film è senz'altro il cast: più che rifarsi al coevo Giorno più lungo (che è peraltro ambientato nella seconda guerra mondiale e non nella prima), forse l'accostamento più giusto è quello con Il giudizio universale di De Sica: se lì comparivano una trentina di nomi illustri in carrellata, qui le facce più o meno note sono attorno all'ottantina. E' un'impresa titanica cui prendono parte Tognazzi, Vianello, Gino Cervi, Chiari, Virna Lisi, la Mondaini, Salce, Franca Valeri e innumerevoli altri, con ruoli che vanno dai protagonisti Franco e Ciccio, che compaiono per tutto il film, fino alla singola battuta (Totò, Belmondo). (Con malizia viene da pensare che il maresciallo Von Gassman sia un accenno polemico ad un altro grande che si rifiutò di prendere parte: ma questa è solo una supposizione). La storia di fondo, pur segmentata e ricca di episodi accidentali e scenette fini a sè stesse per permettere le varie partecipazioni speciali, non è buttata via e la coppia siciliana, come sempre, offre le sue scombinate e confusionarie gag, aumentando persino il ritmo e la vivacità del film. Certo non imperdibile, ma gustoso e curioso…

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Film comico corale con un'infinità di protagonisti del cinema leggero prestatisi anche per una sola battuta, tutti attorno al duo Ciccio-Franco in versione pseudo-eroi della Grande Guerra (notevoli Chiari e Vianello in ruoli più rilevanti). Idea pre-demenziale alla Mel Brooks, che tuttavia non fa il salto verso il delirio più sfrenato, accontentandosi di sketch da classico teatro di varietà (mentre le cose migliori sono i nonsense surreali o le battute fulminanti: vedi Citti che dà degli "accattoni" ai due protagonisti). Divertente.

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Se La grande guerra di Monicelli è il film che meglio rappresenta la partecipazione italiana alla I Guerra Mondiale, questo film ne è il degno contraltare comico. 88 fra i maggiori attori del cinema italiano dell'epoca partecipano (gratis) a questo progetto per salvare la Titanus e ognuno lascia il segno, rendendo la pellicola un pregevole unicum del nostro cinema. I due protagonisti si muovono bene, per nulla intimiditi "da cotanto senno" e il risultato è più che buono, complici una regia attenta e uno script più rigoroso del solito.

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