in due giorni Harold passa dalle stelle alle stalle (e anche peggio), quando gli va tutto bene, e sta per fare un affare con dei mafiosi statiunitensi (nella Londra degli anni della Thatcher), succedono degli omicidi terribili e incomprensibili, all'inizio.
è un piccolo capolavoro, peccato per chi se lo perde - Ismaele
ps: per una coincidenza un personaggio si chiama Restivo, come l'assassino di Elisa Claps (secondo la Cassazione), detenuto in Inghilterra.
…Il
film, diretto da John
Mackenzie, costò 930.000 sterline e fu prodotto da Barry Hanson da un
copione di Barrie Keeffe, con la colonna sonora del compositore Francis
Monkman: fu proiettato ai festival di Cannes, Edimburgo e Londra nel 1980.
La
storia originale, dal titolo "The Paddy Factor", fu scritta da
Keeffe per Hanson quando quest'ultimo lavorava per la Euston Films, una
sussidiaria di Thames Television, che non realizzò il film e da cui Hanson
acquistò i diritti per la sua compagnia, la Calendar Films. Malgrado il fatto
che Hanson avesse progettato l'opera per il cinema e che tutti i contratti
furono fissati per un film e non per un accordo televisivo, la produzione fu
finanziata dalla Black Lion, sussidiaria della ITC Entertainment di Lew Grade,
per essere trasmessa dalla Associated TeleVision (ATV) sul network ITV. Il film fu commissionato da Charles Denton, all'epoca addetto
alla programmazione della ATV e direttore operativo della Black Lion. Dopo che
Grade vide il film, si dice che abbia affermato di aver visto una
glorificazione dell'IRA.
Il 24
marzo 1982 fu fissata una proiezione in televisione dopo aver sottoposto il
film a tagli pesanti; per evitare queste modifiche, alla fine degli anni '80
Hanson tentò di riacquistare il film dalla ITC per impedire alla ITV di mandare
in onda il film. I tagli, disse, sarebbero stati "esecrabili" e che
avrebbero formato "un film di 75 minuti senza alcun senso". Allo
stesso tempo fu riportato che Bob Hoskins aveva intenzione di portare in
giudizio Black Lion e Calendar Films per impedire la realizzazione di una
versione TV per gli Stati Uniti in cui la voce di Hoskins sarebbe stata
doppiata dall'attore David Daker.
Prima
della messa in onda dell'ITV, i diritti del film passarono dalla ITC alla
compagnia di George
Harrison, la Handmade Films, per una somma pari a circa 200,000 sterline
in meno del costo di produzione, compagnia che poi proiettò il film al cinema.
…"The Long Good Friday,"
which is a masterful and very tough piece of filmmaking, eventually does answer
these questions. But the point of the film isn't to analyze Harold Shand's
problems. It's to present a portrait of this man. And I have rarely seen a
movie character so completely alive. Shand is an evil, cruel, sadistic man. But
he's a mass of contradictions, and there are times when we understand him so
completely we almost feel affectionate. He's such a character, such an
overcompensating Cockney, sensitive to the slightest affront, able to strike
fear in the hearts of killers, but a pushover when his mistress raises her
voice to him…
…In his breakthrough role, Hoskins gives a
towering performance. Effortlessly switching from charismatic businessman on
top of the world to vicious warlord struggling to comprehend how easily his
empire is crumbling beneath him, Shand is an interesting anti-hero, who barks
out much of the quotable dialogue with the same ease as most people breath air.
As for the quality of his final scene, it will leave you as speechless as
Hoskins was when he performed it…
Bob Hoskins gives a stunning, doggedly tough yet profoundly pained
performance in John Mackenzie’s London-based gangster flick The Long Good Friday that sometimes manages to elevate the
picture’s generally diffuse drama to Shakespearean levels. Hoskins is perfectly
cast, as his physical presence seems to be at odds with the well groomed world
he’s maneuvering in here. Helen Mirren, who’s really quite elegant and
beautiful here, exudes such class as his trophy wife that the feeling that
Hoskins is a trespasser in the straight world is only aggrandized by her
presence. He might try to look like a businessman, but it’s all too apparent
that he’s a paunch little thug under the business suit. It’s a testament to the
actor’s ability that the film manages to work as well as it does, since the
tone is often hackneyed and cumbersome. Mackenzie stages the opening minutes
without dialogue which, leaves the audience needlessly puzzled about what was
shown there for much of the running time…
da qui