domenica 3 maggio 2015

Un giorno a settembre – Kevin McDonald

quando lo stai vedendo mica ti accorgi che è un documentario, ti prende come un thriller senza scampo, non ti stacchi più.
la storia è quella che precede "Munich", di Spielberg, quei giorni che da bambino ricordo, ma non troppo.
la polizia tedesca al villaggio olimpico di Monaco come un corpo di vigili urbani (la divisa dello stesso di quella dei musicisti de "La banda"), pur essendo quegli anni gli stessi di Baader Meinhof, e una situazione che sfugge di mano a tutti.
non perdetevi questo piccolo grande film - Ismaele




QUI il film completo con sottotitoli in inglese


…Vincitore del Premio Oscar come Miglior Documentario, "Un giorno a settembre" del regista scozzese Kevin Macdonald (da poco passato ai film di fiction con L'ultimo re di Scozia) è una lucida e completa ricostruzione dei fatti, un complesso mosaico composto da immagini di repertorio (alcune veramente angoscianti), interviste a distanza di trent'anni a chi i fatti li ha vissuti (questa è la parte più emotiva della pellicola) e soprattutto un'intervista esclusiva all'unico terrorista di Settembre Nero sopravvissuto, Jamal Al-Gashey.
"Un giorno a settembre" avrebbe potuto fermarsi qui e rimanere un buon documentario grazie alle sapienti capacità registiche di Macdonald che riesce a dosare emozioni e fatti storici con grande mestiere. Eppure il documentario sa andare oltre - appunto - la documentazione: "Un giorno a settembre" si trasforma ben presto in inchiesta che cerca di capire le cause che hanno portato i terroristi palestinesi, che inizialmente avevano solo il compito di sequestrare gli atleti israeliani, alla strage dell'aeroporto di Fürstenfeldbruch. Macdonald punta il dito contro la disorganizzazione della polizia tedesca, contro il governo stesso, portando a suo favore inequivocabili prove di parziale colpevolezza.

Narrato da Michael Douglas, "Un giorno a settembre" è un documentario importante, non solo ben fatto ma disturbante, non innocuo nel suo mettere in piazza errori e mosse false, non accondiscendente nelle scelte palestinesi, empatico con i familiari che hanno concesso le interviste. Insomma, "Un giorno a settembre" è tutto quello che un documentario ben fatto dovrebbe essere.

…Il motivo per cui sono rimasto in apnea e ipnotizzato dalla tv per 91 minuti è certamente da ricercare nella tensione generata da una storia tanto drammatica che già conoscevo ma di cui non ricordavo l’epilogo (e che si conclude dove inizia Munich di Spielberg), ma se per quell’ora e mezza di vita non sono riuscito a muovere un solo muscolo è soprattutto grazie alla bravura di Macdonald e dei suoi collaboratori.
Se al giorno d’oggi l’applicazione della grammatica da cinema di finzione al documentario è una semplice prassi, nel 1999/2000 è stata una novità-bomba capace di dare il via ad una vera e propria new-wave del documentario che ha ridato vita all’intero genere, fino ad allora visto soltanto come un mezzo per spettacolarizzare la natura o per venire a conoscenza delle abitudini culinarie dello sfuffolo belga maculato.
Se Michael Moore è stato per il genere documentaristico quello che Georges Méliès ha rappresentato per la Settima Arte in generale, ovvero colui che ha reso il documentario un genere popolare ridefinendolo, allora Kevin Macdonald è stato sicuramente il David Wark Griffith capace di dare ordine e forma alla sperimentazione pionieristica fino a trasformarla in un nuovo linguaggio dalle regole ben definite...

…Macdonald brings remarkable research to the film. He has managed to obtain interviews with most of the key figures who are still alive, including the one surviving terrorist, Jamal Al Gashey, now in hiding "in Africa" (the two other survivors were killed by Israeli assassination squads). He talks to an Israeli athlete who escaped, the son of another and the widow of a third, to Israeli coaches and security experts, to German generals and police officers, to journalists who covered the event. His reporting is extraordinary, as he relentlessly builds up a case against the way the Germans and the International Olympic Committee handled the crisis.
Much is made of "German efficiency," Macdonald observes, but the Germans were so inefficient that they had no trained anti-terrorist squad, no security around the compound, no contingency plans, not even effective communication (a police sniper and a helicopter pilot were shot by German police who had not been told who they were). In a development that would be funny if it were not so sad, the Germans stationed a 747 jet on an airport runway as a getaway plane for the terrorists, and staffed it with cops dressed as the plane's crew; but minutes before the plane was to be used, the cops took a vote, decided they were not competent to handle the assignment and walked off the plane…



4 commenti:

  1. Minuzioso e bellissimo, l'ho trovato oltretutto lontano da qualsiasi tipo di retorica.

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    1. retorica proprio non ce n'è, è vero, solo una storia raccontata come si deve, senza giudizi, quelli se li forma che guarda, se proprio vuole

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  2. Tra l'altro mostra eloquentemente la disorganizzazione di una nazione nei confronti di attacchi di questo tipo. Le teste di cuoio in Germania sono state formate dopo questo evento tragico.

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