Un'unica cinepresa riprende
sempre dalla stessa posizione, un´unica mansarda arredata
e otto giovani registi. Un unico mosaico dadaistico
di sette storielle, legate tra di loro solo dalle stesse condizioni
creative: ogni episodio deve durare tre minuti, deve svolgersi
nella stessa stanza d´albergo e deve includere
la frase I miss Sonja Henie. Una pellicola
sperimentale molto particolare, nata in una sola notte
durante il festival cinematografico FEST di Belgrado
del 1971.
La leggenda dice che l’idea di creare questo progetto
cinematografico è nata nella tarda notte
in uno dei locali belgradesi, quando Karpo Godina
ha chiesto agli altri sette registi presenti di fare
tutti insieme una pellicola dove ognuno avrebbe occupato una porzione
di tre minuti. La frase „I Miss Sonja Henie“
(„Mi manca Sonia Henie“) è poi un omaggio
alla leggendaria pattinatrice artistica norvegese,
che ha poi avuto successo anche a Hollywood.
All´elenco degli episodi
più o meno burleschi, Milos Forman ha contribuito,
con una piccola farsa piccante nella quale
ha anche recitato. Alla regia ha collaborato l’attore,
sceneggiatore e regista Buck Henry, che lo accompagnava
al festival alla rappresentazione del film Taking Off.
La loro storiella è un omaggio particolare
allo sceneggiatore e scrittore statunitense Dalton Trumbo
e al suo film E Johnny prese il fucile (Johnny
Got His Gun).
Forman interpreta Johnny, un veterano senza le braccia,
il volto sfigurato, sordo e praticamente cieco
che sta sdraiato sul letto, avvolto dalle bende .
In visita al malato arriva il medico, interpretato da Buck
Henry, un´infermiera e la moglie di Johnny.
Il medico afferma che ormai esiste
una sola possibilità per Johnny di comunicare qualcosa
al mondo. Così chiede all’infermiera e alla moglie
di fare un piccolo spogliarello (fuori campo)
per il paziente. L´ex militare eccitandosi
può così scrivere con la matita legata
al suo pene eretto (sotto una coperta)
il suo messaggio per il mondo,
che sta nella frase: „I miss Sonja Henie.“
Forman stesso considera questo siparietto
un “bello scherzetto studentesco
con una forte connotazione di black humor”.
Tutto il mosaico, composto da venti minuti di episodi
dei diversi registi, montati tutti insieme
in un unico film, conclude in un epilogo,
il cortometraggio in bianco e nero Sun Valley
Serenade (1941), nel quale recita e pattina
la stessa Sonja Henie.
In verità il cameraman e regista Karpo Godina aspettava
prima dell’inizio del festival nella hall dell´albergo,
dove contattava continuamente ogni regista che conosceva.
Per ognuno di loro aveva pronta la descrizione
del progetto, articolata in due pagine. Godina era convinto
che il suo gioco sarebbe stato accettato
al massimo da tre dei colleghi avvicinati ,
ma con sua grande gioia furono d’accordo
tutti e otto.
Il regista Karpo Godina apparteneva ai movimenti artistici
jugoslavi Amateur Movement e Black Wave, che erano
un'altra versione della “Nouvelle Vague” francese e ceca
e che attraeva dei cineasti che desideravano creare film
indipendenti nella Jugoslavia degli anni settanta.
La mansarda, che Godina ha scelto come location,
si trovava a Belgrado vicino a un teatro,
dal quale gli artisti potevano prendere in prestito
diversi costumi e attrezzi. La casa era talmente piccola
che era possibile illuminare bene solo una sua parte,
ovvero il corridoio d’ingresso e una parte
della stanza.
Si dice che la scelta di Forman come interprete
di Johnny fu una vendetta da parte di Buck Henry
che fu costretto da Forman stesso a mettersi
tutto nudo sul tavolo in una scena del film Taking Off.
Forman dice di essere stato d’accordo a farsi
umiliare sullo schermo, perché nella parte di un eroe
muto e in più tutto bendato non aveva dovuto imparare
nessuna parte e ha potuto passare tutta la notte
delle riprese bevendo cognac con la cannuccia.
Karpo Godina originariamente voleva proiettare tutti e otto
gli episodi in successione, ma alla fine ha deciso
di fonderli tutti in un unico film. L’unica eccezione
l´ha fatta per la parte di Milos Forman e Buck
Henry, che è rimasta intera.
A causa della presunta ispirazione occidentale decadente
della pellicola, la proiezione è stata vietata in Jugoslavia
subito dopo la prima, quindi gli autori stessi
hanno potuto vederla solamente nell’anno 2007,
alla proiezione nel BAM Rose Cinema
dell’Academia Musicale di Brooklyn.
Sonja Henie (8 Aprile 1912, Oslo –
12 Ottobre 1969) fu una pattinatrice artistica norvegese
e un’attrice cinematografica. Negli anni venti e trenta
vinse consecutivamente sei volte il campionato europeo,
dieci volte i mondiali e tre medaglie ai giochi
olimpici. Più tardi ebbe successo anche come attrice
di cinema a Hollywood. In quel periodo faceva parte
delle attrici in assoluto meglio pagate diventando anche proprietaria
di una Ice Skate Revue presentando gli spettacoli
sul ghiaccio. Morì di leucemia all’età di 57 anni.
„Ero invitato al festival di Belgrado, la Jugoslavia
era un po’ in disparte, ma comunque rimaneva
uno stato comunista. Non avevo molta voglia di andarci
poiché succedeva che la polizia segreta rapiva
i fuggiaschi e li riportava nel paese di provenienza
per accusarli e intentare poi un processo politico.
Avevo paura, ma un mio amico, Dusan Makajev
mi tranquillizzò, che si sarebbero presi cura di me
e tutto sarebbe andato bene. Era tutto a posto, frequentavo
normalmente le proiezioni, sino a quando un giorno,
erano circa le due del mattino, qualcuno bussó
alla mia porta. Era Dusan:’Non chiedermi niente, prepara
la tua roba ma le valige lasciale qui,
le prendiamo dopo. Alle cinque devi essere pronto all’uscita
d’emergenza dietro l’albergo. Ti vengo a prendere lì.’
Glichiesi perché, mi disse di dare uno sguardo
dalla finestra. Di fronte all’albergo erano parcheggiate le auto
che in quel periodo utilizzava solo
la polizia segreta. Era chiaro che non era venuta
per ammirare l’architettura del posto. Così lasciai
l’albergo alle cinque dall’uscita d’emergenza e mi sedetti
nella macchina che guidava Dusan.
Non aveva il coraggio di portarmi all’aeroporto.
Così presi il treno insieme a un suo amico
che mi accompagno´ sino alla frontiera austriaca.“
non so se devo dirtelo, ma il riassunto dell'episodio di Forman lo avrei evitato volentieri. Ci sono argomenti sui quali non si può scherzare, i feriti di guerra sono sicuramente ai primissimi posti tra questi. E' una goliardia "alla Arbore" che non ho mai sopportato... anche perché basta guardarsi in giro, le battute sugli handicap fisici sono tristissime.
RispondiEliminaun omaggio, è scritto, mah.
Eliminao forse per noi qual film è "sacro", ma per Forman e Buck Henry evidentemente no.
di sicuro Forman deve averne bevuto di cognac.