venerdì 8 maggio 2015

Adaptation (Ladro d’orchidee) – Spike Jonze

lo vedo per la prima volta, e quello che mi viene da pensare è che sia un gioco, ben giocato, naturalmente.
bravi tutti, e però "Being John Malcovich" (che sta dentro questo film, o viceversa) mi sembra più "serio", più film.

Nicolas Cage ( fortunato nipote di Francis Ford Coppola) qui è davvero bravo, raddoppia e si sdoppia, e Meryl Streep e Chris Cooper sembrano quasi delle macchiette, (stereo)tipi, con dei momenti di grande sincerità (la classe non è acqua).
un film di Spike Jonze e Charlie Kaufman non è mai da trascurare - Ismaele




"Adaptation" is some kind of a filmmaking miracle, a film that is at one and the same time (a) the story of a movie being made, (b) the story of orchid thievery and criminal conspiracies, and (c) a deceptive combination of fiction and real life…

Dopo il successo del precedente film, Jonze torna con un nuovo sofisticato meccanismo in cui, ancora una volta, finzione e referenti reali si mischiano creando vertigine. Alla base della pellicola un romanzo\reportage della giornalista del New Yorker Susan Orlean che Kaufman (su richiesta di Jonathan Demme) doveva sceneggiare per il grande schermo. Di fronte alla difficoltà del compito, lo screenplayer decide di scrivere della sua tormentata attività di adattamento del libro: i livelli narrativi cominciano allora ad inseguirsi e a sovrapporsi; sì, perché questo racconto autoreferenziale è già il film: Kaufman è un uomo sfigato, pieno di complessi, ma artista di talento che, dopo aver penato sulle pagine del romanzo, decide di entrare di forza nel suo scritto; in quel momento il protagonista ha l'idea, un'idea che è il film che stiamo guardando, un film che viene riproposto in termini solo schematici e strutturali (lo svolgimento lo abbiamo già visto)…

Di quei film che ti chiedi se sono genialate o furbate travestite da capolavoro. La coppia Charlie Kaufman (sceneggiatore)-Spike Jonze (regista) che già aveva realizzato Essere John Malkovich si ritrova e ci riprova qualche anno dopo con questa storia lambiccata, tortuosa, quasi irraccontabile, in forte sospetto di narcisisimo e autoreferenzialità da parte dell’uno e dell’altro. Anche perché l’azione (l’azione?), la storia (la storia?) si svolge durante la lavorazione diEssere John Malkovich

… Sono pellicole capaci, per questa loro caratteristica, di essere oggetti vivi e non semplice rappresentazione. Parlare di questi film puo' portare vicino a territori linguistici anche lontani, come l'informatica. Non e' alieno pensare che possano essere i semi per una nuova "generazione" non tanto e non solo di pellicole, quanto di forme di comunicazione e di linguaggio, successive a quelle metalinguistiche. "Adaptation." non e' solo metacinema: e' meta-vita, perche' non solo e' cinema che parla di cinema, ma e' anche cinema che parla di "vita intorno al cinema", ed e' esso stesso non solo cinema, ma "vita intorno al cinema"…

Opera dall'ego smisurato, che sfiora il grottesco ma non riesce mai ad essere realmente disturbante che introduce il set nella diegesi e la fa diventare l'altra storia, che sembra comporsi di residui dell'altro film (dalla presenza di John Cusack e Catherine Keener che camminano con la testa abbassata), Il ladro di orchidee è completamente asservito ai deliri di onnipotenza del suo sceneggiatore…


2 commenti:

  1. dovrei rivederlo con calma, ma l'impressione è che sia un esercizio di stile non perfettamente riuscito. Una specie di triplo salto mortale, molto difficile; è bello però che ci sia qualcuno che ci prova. Forse manca un po' di divertimento, di leggerezza (in Being John Malkovich si vedeva subito che il gioco piaceva anche agli attori, qui sono tutti un po' troppo tesi)

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    1. sì, manca la leggerezza del film precedente, qui si vede troppa scrittura, vera e figurata, è meccanico, per i miei gusti, forse va visto più di una volta, chissà, ma buona la prima, per ora...

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