domenica 10 maggio 2015

J’accuse (Per la Patria) – Abel Gance

che pessimo titolo italiano, meno male che ce ne possiamo dimenticare e tornare al titolo francese.
J’accuse è stato girato quando ancora c'era la guerra e tutte le comparse non erano attori del cinema, ma soldati semplici.
è un film che contiene il cinema che verrà, una per tutte l'armata dei morti, che ricorda, mutatis mutandis, i soldati di Homecoming (di Joe Dante).
per me un capolavoro, ti sorprenderà come un film di un secolo fa sia moderno, avvincente e coinvolgente, Abel Gance sapeva come si fa il cinema - Ismaele









Cosciente della Storia e delle sue infinite ridondanze, nonché consapevole di quanto l’arte vi abbia influito, Gance sfrutta il carattere efficacemente divulgativo di un binomio verbale come le parole J’accuse di zoliana memoria per convincerci di come il sogno e l’illusione non stiano intorno all’uomo, ma nell’uomo stesso, e in quello che di Bellezza l’essere umano può creare in un mondo di indifferenza e di abominio. J’accuse è un film estremo e indimenticabile, di eccezionale forza.

Within the first minute, no, within the first 10 seconds I knew this was something special. It opens onto a field in France. A large group of soldiers walk into formation spelling out “J’accuse”. They sit in-situ and the scene cuts. The important point here is that these soldiers weren’t just extras. They were real soldiers on leave from the front, and this was 1918. The war was still being fought and these soldiers would return to the front lines and in most cases would be dead within weeks. Here is the main reason this is such a great film. It was written and partially filmed while the war was still being fought, and as such the realism of the battles, the mental state of the soldiers, the emotions felt by those at the front and those who remained at home is palpable. The emotions are real and raw and they are communicated in a sharp, stark manner…
Gance showed no fear when it came to the subject matter. There is a gang rape scene which is integral to the story and very well handled. It is shown in silhouette against the wall of a barn, the victim cowering as the ghoulish German rapists creep menacingly towards her. I hope I’m not the only one who can see the potential influence this may have had on Murnau’s Nosferatu…

…Il suo titolo ce lo presenta subito come una roboante invettiva contro la morte di massa caratteristica di  quella  guerra: nella scena finale  un poeta soldato, ferito e sull’orlo della follia, convoca gli abitanti del suo villaggio e, prima di morire in preda alla pazzia, racconta una sua visione: una marcia di fantasmi di cadaveri che, ostentando le loro ferite e mutilazioni, si levano dalle tombe di un cimitero di guerra per invadere le strade e terrorizzare i civili che hanno volutamente ignorato le brutture della guerra.
Terrorizzata da questi spettri e dal grido ”j’accuse” urlato dalla massa dei morti,  la popolazione si ravvede, comprende l’insensatezza di quella strage così che i caduti, portando ognuno la propria croce, possono tornare pacificati alle loro tombe…

J'accuse est toujours présenté comme un film pacifiste, ce qu'il est indéniablement mais il l'est d'une façon qui peut nous sembler assez inhabituelle, nous qui avons un siècle de recul. S'il dénonce bien le cortège de morts inutiles, la scène finale éclaire de façon étonnante son propos : si les morts se relèvent, c'est pour venir accuser les vivants de s'être mal comportés en leur absence (femmes infidèles, profiteurs), ils veulent que ceux qui leur survivent soient dignes d'eux, et ainsi ils « ne seront pas morts pour rien ». On peut même trouver que certaines scènes ont une connotation patriotique. Mais en fait, son propos est surtout humaniste, il se place du côté de ces poilus et de leurs vies brisées. Il refuse de faire une approche politique…

Gance uses camera movements in a very creative way, combining for example tracking shots and horizontal and vertical panning. This is particularly remarkable in the scene where Jean comes back from the war. The shot starts as a dolly shot, following Jean walking on the road and turns into a  panning shot when Jean looks sideways and upwards to his village on the hill. Lighting is also very elaborate with beautiful chiaroscuro scenes lit by candles or fire and with rays of sun falling from a window. Gance makes good use of iris frames and transitions, fades, and matte shots. A split screen is used to contrast victorious armies parading and the army of the dead…

3 commenti:

  1. un gran film, di impegno civile, visionario ma purtroppo non profetico...
    Gli nuoce un po' una certa ridondanza, ma Gance era fatto così, un po' ottocentesco, come un romanzo di ottocento pagine, oceanico più che fluviale. E' un film da conoscere, ma chissà quanti oggi hanno voglia di confrontarsi con i pericoli di una nuova guerra. Magari i soldati morti potessero davvero tornare a mostrarsi e fermare le guerre...
    C'è un Lieder magnifico di Gustav Mahler in proposito, si intitola Revelge (il risveglio) e il testo viene dalla raccolta di canti popolari tedeschi Des Knaben Wunderhorn, una raccolta di inizio ottocento fatta da Armin e Brentano. Il testo è da far venire i brividi, l'orchestrazione di Mahler altrettanto. Il soggetto è lo stesso del film di Abel Gance...

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  2. correggo: Arnim, e non come ho scritto io... (con la penna d'oca non avrei mai sbagliato!)

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    1. decisamente Abel Gance non era tipo da cortometraggi...

      ho cercato la canzone:)

      canta Dietrich Fischer-Dieskau:

      https://www.youtube.com/watch?v=Y0bvYbu-mCU

      qui il testo in italiano:

      http://www.recmusic.org/lieder/get_text.html?TextId=27531

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