L’ho visto due volte, è un film che
riesce a coinvolgere come pochi e a turbare, è una storia dolorosa, con tre
attori bravissimi (e anche di più).
Xavier Dolan è canadese, ha 25
anni, e questo è il suo quinto film, e per uno solo di questi film sarebbe già
ricordato nelle filmografie, con cinque, poi.
Una madre ha un figlio malato, che esce
da qualche tipo di istituto, e insieme riprovano a vivere insieme; sono molto
legati, non hanno nessuno, se non il loro rapporto, burrascoso ed esclusivo.
Appare Kyla, una vicina di casa, un’insegnante
in anno sabbatico, con mille problemi (uno si capisce guardando con attenzione
le foto di casa sua, secondo me), che dà lezioni a Steve, e tutti e tre si
sostengono per quanto possibile, ciascuno ha bisogno degli altri due.
Ci sono bellissimi momenti di
serenità e drammi imprevedibili, anche per ‘colpa’ di Bocelli.
È il primo film di Dolan che arriva
in sala, non perdetevelo, il regista ha un talento straordinario, ne sentiremo
parlare ancora in futuro, è sicuro.
E aspettare di vederlo a casa è una
scelta perdente, solo andando al cinema saprete perché - Ismaele
…Dolan colpisce ancora una volta nell'emotività più istintiva
dello spettatore mettendo in scena il difficile, burrascoso e quasi edipico
rapporto tra una madre (un'intensa Anne
Dorval, eterna mommy dolaniana, esemplare incarnazione
dell'amore/coraggio materno) e il proprio figlio quindicenne, affetto da ADHD
(Sindrome di iperattività e decifit d'attenzione). Patologia, che per la sua
gravità porta il ragazzo a improvvise alterazioni di violenza tanto da impedire
alla madre la conduzione di una vita regolare (con tutti i rischi che ne
conseguono) finchè quest'ultima, non si trova costretta a farlo nuovamente
rinchiudere nell'ennesimo centro specializzato. Una temporanea stabilità della
situazione avviene con l'entrata in scena della nuova vicina di casa; un'ex
insegnate dal comportamento acquiescente, con problemi di balbuzie, che sembra
trovare nella loro vita un senso di completamento a una condizione famigliare
apatica, ed enigmatica (nulla, verrà effettivamente chiarito sul suo passato).
Si instaura così un rapporto di complicità che porterà infine queste tre
esistenze, a guardare al futuro con sguardo diverso, rinnovato…
Contrairement à de nombreux critiques, je ne vous
ferais l’affront de vous dévoiler ce petit truc qui fait qu’on adore ce film.
Ce tout petit truc auquel seul un être d’une extrême sensibilité pouvait
penser. Un truc qu’aujourd’hui dans le cinéma international, seul Xavier Dolan
pouvait faire, et que nombre de journalistes zélés ont voulu dévoiler. Si vous
êtes passé au travers des mailles du filet et n’avez aucune idée de ce dont je
parle, vous faites partie des bien heureux qui auront le plaisir de savourer
"Mommy" comme la pépite cinématographique qu’il est…
…"Mommy" est un film atypique, magique, poétique,
plein de tendresse et d’espoir. Une ode à l’amour avec un grand A, que seul
Dolan pouvait réaliser. Un chef-d’œuvre absolu.
…Aux mots – et aux silences – répondent les
gestes qui, entre agitation et pulsion, emportent les protagonistes dans un
ballet hypnotique. Le trio d’acteurs, extraordinaire, s’offre au réalisateur
qui transcende tout à la fois la fragilité et la force – vive – de ses
personnages au fil d’une aventure écrite avec soin et excessivité. Dolan croque trois
êtres avec acuité, l’équilibre entre les protagonistes est total – le caractère
« secondaire » de Kyla, son effacement, étant des plus évocateurs et
d’autant plus troublant…
…Mommy è
un gran bel film, che avrebbe tutte le carte in regole per essere un capolavoro
se l’ansia fin troppo autoriale di Dolan non debordasse dai bordi dello
schermo. La visionarietà del regista canadese è impressionante, ma complice la
giovane età deve ancora trovare una via giusta, più definita, più quadrata
potremmo dire ricordando il formato usato. Ma è anche vero che a 25 anni un
talento così non si era mai visto. E allora bando ai puntigli. Il ragazzo, che
già è grande, si farà. E forse non ci resta che applaudire.
…Xavier Dolan è giovanissimo, ma ascolta i suoi
istinti, osserva con attenzione, asseconda i suoi sensi e riesce con estrema
facilità a raccontare storie difficilissime, tanto dolorose quanto normali.
Abile nello scrivere sceneggiature e nel dirigere i suoi attori, in “Mommy” ha
fatto un lavoro straordinario.
Scegliendo un formato cui non siamo abituati,
propendendo per una fotografia dominata da una luce caldissima e soffocante, e
con la musica che dialoga coi suoi personaggi (note e strofe non sono mai
scelte solo perché “suonano bene”), Dolan si riconferma un cineasta dal talento
sconfinato che riesce laddove colleghi più navigati falliscono…
…Mommy dura
quasi due ore e mezza, e mai per un momento si guarda l’orologio. Dolan ricorre
perfino a un desueto formato vintage, l’1:1, un quadrato claustrofobico e
reclusivo per meglio incapsulare i suoi personaggi, i corpi e le facce, e
creare un ring dalla forma perfetta in cui si possano misurare ad armi pari.
Rimaniamo continuamente sospesi, appesi, temendo che il film scivoli verso il
punto della sua catastrofe, temendo la definitiva esplosione di violenza di
Steve. Dolan sfrutta gli up and down, i picchi e le voragini dell’ADHD per
costruire una tesissima macchina narrativa. Vi assicuro che in Mommy non c’è mai, mai, un passaggio banale, un
momento risaputo, una parola artificiosa. Quando la madre immagina il futuro
del suo complicato figliolo (è un sogno a occhi aperti, ma noi non lo sappiamo,
lo scopriremo dopo) viene da commuoversi e, ebbene sì, di mettere mano al
kleenex. Poi arriva una parte finale che è la cosa meno convincente, come se
Dolan di fronte ai suoi personaggi, e alle proiezioni proprie, ai fantasmi di
cui li ha caricati, non sapesse prender la giusta distanza. Peccato, è la parte
stonata di un film eccellente e per tre quarti perfetto.
…Sacrificio maternal que no está exento de
complejidad, en una resolución en la que contrasta el sentimiento de esperanza
con hechos que, mirados fríamente, no deberían serlo, y es que el director está
tan empeñado en realzar la vitalidad de Steven que hasta parece identificarse
con ella. Y, de hecho, hay un par de instantes en las que Dolan se permite
sustituir al protagonista (un resuelto Antoine-Olivier Pinon), en una impetuosa
correspondencia, muy breve, que consigue pasar desapercibido, pero que se
siente necesaria, pues Steven sigue siendo otro de los muchos alter ego de su director, como en su momento lo
fue Hubert Mile en Yo maté a
mi madre (I Killed My Mother – 2009), donde precisamente también aparecía
“su madre” en la ficción, Anne Dorval. De este modo, conMommy confirma la construcción definitiva de
un universo propio y personal en torno a las relaciones familiares y amorosas,
cercanas a una óptica que, en diferentes niveles, se intuye de inspiración
autobiográfica. Esta última obra tiene visos de ser una de sus más personales y
logradas, y con suerte puede ser una de las que más éxito le reporte, merced al
buen recibimiento que hasta ahora ha tenido en el recorrido de festivales y
que, en lo que queda de año, podría saldarse con alguna que otra sorpresa. Pero
también porque es un discurso con el que cualquiera puede conectar de
inmediato, sin medias tintas, ni reparos. Pues todos hemos tenido una madre, y Mommy las representa un poco a todas ellas.
| ★★★★★ |
da qui
In quattro righe hai spremuto chiaramente il succo, ottimo come sempre!
RispondiEliminaUna curiosità, dato che l'hai visto due volte: il finale ti ha convinto?
Ovviamente, grazie per la cit. :)
ho letto qualche critica del finale, a me sembra coerente con il resto, forse troppo drammatico, per alcuni, è la conseguenza di un'impossibilità di essere "normali", e dell'impossibilità per Mommy di convivere serenamente con Steve.
Eliminae la corsa finale sa tanto di "Thelma e Louise".
Il trailer e la tua recensione sembrano una promessa. Gli attori sembrano davvero bravi. Anzi tutto "è" più che sembra. Meglio delle certezze :)
RispondiEliminanon sarà una delusione, promesso :)
EliminaUn film straordinario, capace di farti provare qualsiasi tipo di emozione! Ti fa ridere e poi ti fa a pezzi, per poi tornare ad avvolgerti con la sua dolcezza. Lo definirei pieno di energia. Il prefinale poi è qualcosa di splendido!!
RispondiEliminaP.S: anche io lo riguarderei subito!!
Eliminaapprofittane subito, allora, a casa non sarebbe così potente come in sala.
Eliminal'energia non manca, è un film che ti coinvolge e ti avvolge.
Uno di quei film da vedere sia in solitudine che con qualcuno che ti stringe la mano.
RispondiEliminaun film che fa piacere condividere, di una forza e di una bellezza grandissime per uno solo :)
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